La flat tax

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Caratteristiche ed effetti sul sistema fiscale

AREA GIURIDICO-ECONOMICA

Tra le possibili riforme dell’imposizione sui redditi, all’attenzione della classe politica vi è l’introduzione della flat tax. Vediamo insieme di che cosa si tratta.

di Emanuele Perucci

La necessità di una riforma fiscale

Una stratificazione di interventi legislativi, spesso fra loro disomogenei e caratterizzati dall’utilizzo di diverse scale di progressività, ha accentrato l’attenzione politica sul crescente bisogno di una riforma dell’intero sistema fiscale.
La stessa Corte dei conti, nel Rapporto 2018 sul coordinamento della finanza pubblica, ha analizzato i dati e messo in luce i punti deboli del sistema di aliquote IRPEF, detrazioni e deduzioni.

L’attuale sistema impositivo sul reddito

In base all’articolo 53 della Costituzione «il sistema tributario è informato a criteri di progressività».
Questa è attualmente realizzata mediante la previsione di:

  • aliquote a scaglioni, crescenti in relazione all’ammontare della base imponibile;
  • deduzioni e detrazioni di varia natura, aventi la finalità di personalizzare l’imposta in base alla tipologia di contribuente e di nucleo familiare.

Secondo il Rapporto 2018 della Corte dei conti, la combinazione delle aliquote e delle detrazioni comporta la seguente tassazione effettiva:

  • primo scaglione: l’aliquota formale è pari al 23%, ma il calcolo delle detrazioni la fa scendere al 5,2%;
  • secondo scaglione: l’aliquota formale è pari al 27%, calcolando le detrazioni scende mediamente al 14,4%;
  • terzo scaglione: l’aliquota formale è pari al 38%, calcolando le detrazioni scende al 21,4%;
  • quarto scaglione: l’aliquota formale è pari al 41%, calcolando le detrazioni scende al 27,4%;
  • quinto scaglione: l’aliquota formale al 43%, calcolando le detrazioni scende al 33,2%.

Il complesso meccanismo di deduzioni e detrazioni differenzia dunque «su base individuale o familiare l’applicazione delle aliquote formali», operando «una discriminazione qualitativa dei redditi a fini fiscali, coerente con le finalità redistributive, ma fonte di incertezza per i singoli contribuenti, che a parità di reddito possono essere chiamati a pagare una diversa imposta a seconda del riconoscimento o meno di specifiche detrazioni».

La flat tax

Tra le possibili riforme dell’imposizione sui redditi, all’attenzione della classe politica vi è l’introduzione della flat tax. Di che cosa si tratta? È un tipo di tassazione proporzionale, in base alla quale tutti i contribuenti tassano la base imponibile con la medesima percentuale anziché con un’aliquota marginale crescente all’aumentare del reddito.
Con la previsione di un’aliquota fissa, verrebbe meno sia il sistema delle deduzioni – con il passaggio dal reddito complessivo a quello imponibile – sia quello delle detrazioni – con il passaggio dall’imposta lorda a quella netta.
La flat tax riguarderebbe i redditi prodotti dalle persone fisiche (assoggettati a IRPEF) e quelli prodotti dalla società (assoggettati a IRES).
La Costituzione sembrerebbe escludere l’esistenza di un sistema impositivo basato su un’aliquota unica per tutti i cittadini, in quanto in tal modo verrebbe minato il criterio di progressività.
L’incostituzionalità della flat tax sarebbe però superabile attraverso:

  • l’introduzione di nuovo sistema di deduzioni, che sostituirebbe tutte le detrazioni e deduzioni attualmente previste dal TUIR, con un importo fisso per ciascun componente del nucleo familiare, quantificato sulla base del proprio reddito;
  • l’esenzione per i redditi minimi;
  • la no tax area, cioè un reddito non soggetto a tassazione per la sua natura o quantità.

I vantaggi e gli svantaggi della flat tax

I vantaggi che si spera possano derivare dall’introduzione della flat tax sarebbero:

  • semplificazione della modalità di calcolo delle imposte dovute;
  • minori controlli, da parte dell’Amministrazione finanziaria, sulla spettanza di deduzioni e detrazioni;
  • riduzione dell’evasione fiscale;
  • riduzione della pressione fiscale, con la conseguenza che le famiglie avrebbero maggiore potere d’acquisto e le imprese maggiori utili da reinvestire.

Diventerebbe dunque meno “conveniente” evadere le imposte, partendo dal presupposto che la riduzione dell’aliquota porterebbe alla luce quei redditi che attualmente sfuggono alla tassazione: in sostanza sarebbe più rischioso non dichiarare i redditi percepiti rispetto al risparmio d’imposta conseguito.
I possibili svantaggi sono i seguenti:

  • minore gettito fiscale calcolato sulla medesima platea di contribuenti;
  • perdita della personalizzazione dell’imposta, con il sistema di detrazioni e deduzioni che non si conformerebbe più alle diverse situazioni familiari del contribuente.

La Corte dei conti afferma che «Il passaggio a un’aliquota unica potrebbe ridurre il grado di progressività del sistema, così come provocare una perdita di gettito complessivo», e sono questi gli impatti «di cui occorre avere corretta misurazione nel discutere le proposte di flat tax».
La medesima Corte riconosce che comunque sono «poco significative se collocate al di fuori di una logica di revisione strutturale del sistema di prelievi e trasferimenti».

La flat tax

di Emanuele Perucci

 

Emanuele Perucci: laureato in Economia e Commercio presso l'università degli studi di Pisa, con pluriennale esperienza nel campo fiscale in qualità di funzionario dell'Agenzia delle Entrate.