I requisiti richiesti
I beneficiari devono possedere i seguenti requisiti:
• essere cittadini italiani o di uno Stato membro UE, oppure stranieri con regolare permesso di soggiorno;
• essere residenti in Italia per almeno 10 anni, di cui gli ultimi 2 in maniera continuativa;
• avere ISEE inferiore a 9360 euro;
• avere un patrimonio immobiliare, con esclusione della casa d’abitazione, inferiore a 30.000 euro;
• avere un patrimonio mobiliare inferiore a 6000 euro, elevato di 2000 euro per ogni componente familiare successivo al primo (fino a un massimo di 10.000 euro). Il limite è incrementato di 1000 euro per ogni figlio successivo al secondo e di 5000 euro in caso di presenza di una persona con disabilità;
• avere un reddito familiare non superiore a 6000 euro o a 9360 euro in caso di affitto.
Non hanno diritto al reddito di cittadinanza:
• i nuclei familiari in cui un componente è in possesso di auto o moto immatricolati nei 6 mesi precedenti alla richiesta del beneficio, nonché di auto di cilindrata superiore ai 1600 cc e moto di cilindrata superiore ai 250 cc immatricolate negli ultimi 2 anni;
• i nuclei familiari con un componente in possesso di navi e imbarcazioni da diporto;
• i soggetti che si trovano in stato detentivo per tutta la durata della pena;
• i nuclei familiari in cui un componente risulta essersi dimesso dal lavoro nei 12 mesi antecedenti alla presentazione della domanda (ad eccezione delle dimissioni per giusta causa).
La durata e la perdita del beneficio economico
Il reddito di cittadinanza è riconosciuto per la durata massima di 18 mesi e può essere rinnovato per i successivi 18 mesi, previa sospensione dell’erogazione per una mensilità.
Il beneficio decade nei casi di mancata:
• sottoscrizione della dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro;
• sottoscrizione del Patto per il lavoro o del Patto per l’inclusione sociale;
• partecipazione alle iniziative formative o di riqualificazione;
• accettazione delle tre offerte di lavoro congrue (o della prima offerta di lavoro congrua in caso di rinnovo del beneficio);
• comunicazione tempestiva delle variazioni di lavoro o della composizione del nucleo familiare all’Inps.
Le sanzioni
Le sanzioni sono graduate a seconda della gravità della violazione commessa.
Nei casi di dichiarazione o utilizzo di dichiarazione falsa, le sanzioni sono di natura penale e comportano la reclusione fino a 6 anni con revoca immediata del reddito di cittadinanza. Nell’ipotesi di accertamento da parte dell’Inps della non veridicità delle informazioni dichiarate, è prevista la revoca immediata del beneficio con obbligo di restituzione di quanto percepito indebitamente.
Nei casi di mancata comunicazione delle variazioni reddituali o patrimoniali, anche se provenienti da attività irregolari, nonché di qualsiasi informazione che potrebbe comportare la revoca del beneficio o una sua riduzione, la sanzione è sempre di natura penale (reclusione da 1 a 3 anni).
In caso di condanna definitiva del beneficiario, questo sarà tenuto alla restituzione di quanto percepito indebitamente e non potrà essere ammesso nuovamente al beneficio nei 10 anni successivi alla condanna.