Debate is fun!

Un’occasione per cambiare e migliorare costantemente le nostre vite

IDEAS FOR TEACHING

Che cosa si intende con debate? Fondato sui principi del cooperative learning e della peer education, il debate consiste in una affermazione-sfida lanciata dal docente agli studenti, i quali sono chiamati a schierarsi a favore o contro.

Letizia Cinganotto

Debate1 is about change. We are constantly engaged in a struggle to better our lives, our community, our country, our world, and our future. We should never be satisfied with the status quo —
surely something in our lives needs improving
”.
Snider, 2008, p. Xiii

Come afferma Snider, “debate is about change”, in quanto risponde alla nostra esigenza di cambiare e migliorare costantemente le nostre vite, il nostro paese, il nostro mondo, il nostro futuro.

Si tratta di una tecnica che affonda le radici nell’ars oratoria greco-romana, ritornata in auge nelle scuole italiane dopo un “bagno” nel mondo anglosassone e americano, dove il debate è ormai parte integrante dell’istruzione primaria, secondaria, terziaria, nonché della cultura popolare, come forma di svago, attraverso i club del debate.
Fondato sui principi del cooperative learning e della peer education, il debate consiste in una affermazione-sfida (definita “claim” o “motion”) lanciata dal docente agli studenti, i quali sono chiamati a schierarsi a favore o contro, supportando le proprie posizioni con argomentazioni e fonti autorevoli, generalmente concordate e condivise all’interno della squadra (Proposition Team vs. Opposition Team).

In questi ultimi decenni il debate si è diffuso in modo massiccio nelle scuole italiane anche grazie al Movimento delle Avanguardie Educative di INDIRE, di cui rappresenta una delle Idee della Gallery dell’Innovazione2 e alle Olimpiadi Nazionali del Debate3, promosse dal Ministero dell’Istruzione, in collaborazione con l’Associazione Debate Italia e l’ITE Tosi di Busto Arsizio.

Why debating?

Perché questa massiccia diffusione del debate nelle scuole?
Le competenze che il debate contribuisce a sviluppare negli studenti sono innumerevoli:
il public speaking e le abilità argomentative
l’ascolto attivo dell’intervento dell’avversario su cui costruire la fase di confutazione o rebuttal
le abilità linguistico comunicative e la “language awareness”, la consapevolezza linguistica auspicata dalla Raccomandazione del Consiglio per un approccio globale all’apprendimento e insegnamento delle lingue (2019), che si traduce nella competenza socio-pragmatica, nella comunicazione verbale e non verbale, nell’uso della L1, L2, Lingua Franca ecc., in base allo specifico contesto
le abilità di pensiero critico (dalle LOTs, Lower Order Thinking Skills, alle HOTs, Higher Order Thinking Skills)
la digital e information literacy, le abilità di ricerca e discriminazione delle fonti autorevoli su cui basare la propria argomentazione, suffragata da dati, facts and figures
le strategie di auto-regolazione e controllo, le abilità socio-emotive, la capacità di controllare le proprie emozioni e assumere un registro e uno stile comunicativo appropriati al contesto
competenze globali e di cittadinanza, quando si trattano temi legati all’Agenda 2030.

 

Debate & Global Competences

Il Framework delle competenze globali dell’OCSE PISA 20184 a pagina 16 cita il debate come format efficace per favorire la presa di consapevolezza e la sensibilizzazione da parte degli studenti su temi legati alle competenze globali, interculturali e di cittadinanza.

Structured debates constitute a specific format of class discussion that is increasingly used in secondary and higher education as a way to raise students’ awareness about global and intercultural issues, and to let them practice their communication and argumentation skills (see the web platform “idebate.org”).

Vengono offerti anche degli esempi di claim/motion in questo ambito:

The Internet should be censored
Hosting the Olympics is a good investment”.

Debate in EFL/CLIL

Il debate, se svolto in lingua straniera, contribuisce a sviluppare la competenza linguistica nella LS, in particolare, le abilità audio-orali e la padronanza lessicale, favorendo la costruzione di un ambiente di apprendimento stimolante e autentico e quindi creando i presupposti per una comunicazione significativa e stimolante5. Se svolto in lingua straniera, il debate diventa, dunque, un’efficace strategia per implementare il CLIL (Content and Language Integrated Learning), soprattutto quando, nelle scuole secondarie, il docente di disciplina non linguistica (DNL) e il docente di lingua straniera riescono a collaborare formando il “team CLIL” auspicato dalle Norme Transitorie del Ministero dell’Istruzione.

 

Debate in the CEFRCV

Il debate è citato nel recente Common European Framework of Reference - Companion Volume (CEFRCV, 2020), dove viene proposta una scala specifica “Sustained monolgue: putting a case (e.g. in a debate).
Anche con un livello A2 gli studenti possono iniziare a argomentare le loro preferenze, a fare confronti e semplici paragoni.
Con il livello B1 si è in grado di esprimere opinioni, fornire argomentazioni e motivazioni per giustificare scelte, piani, azioni.
I livelli di competenza più avanzati ovviamente consentono una maggiore complessità nell’articolazione delle argomentazioni, degli esempi, delle evidenze a supporto delle proprie opinioni e dei propri punti di vista.

Formative & Competitive debate

In letteratura si rilevano innumerevoli format di debate, con caratteristiche, tempi e regolamenti diversi.
In genere si possono distinguere due ampie categorie: il debate formativo, inteso come strategia e tecnica didattica pienamente integrata all’interno di una o più discipline e il debate competitivo, che punta alle varie gare locali, nazionali (come le Olimpiadi Nazionali del Debate già citate) o internazionali ed è spesso accompagnato da allenamenti in orario extra-curriculare.
Nella figura a fianco si riporta lo schema del format competitivo più comunemente adottato in ambito internazionale, il World School Debate (WSD).

Debate & Oracy

Debate and critical oracy allow students to deepen their knowledge and understanding of academic subjects while simultaneously developing their communication and critical thinking skills, which ca be hugely effective in increasing attainment” (Newman, 2019).

Il debate è un potente strumento per favorire quella che viene definita l’oracy, termine introdotto da Wilkinson nel 1965 con l’obiettivo di attribuire la stessa importanza alle abilità orali, oracy appunto, rispetto alla literacy e alla numeracy.
L’Università di Cambridge, in collaborazione con “School 21” ha elaborato l’Oracy Skills Framework6, caratterizzato da quattro domini in cui si colloca l’uso delle abilità orali: fisico, linguistico, cognitivo e socio-emotivo, come illustrato nella figura a fianco (p. 14), from Millard and Menzies, 2016: framework created by University of Cambridge and School 21.

Note

1 Per un approfondimento sul debate in EFL/CLIL si rimanda a: Cinganotto L. (2020). The Handy Little Guide to Debate, Pearson.
2 Si rimanda alle Linee Guida per l’implementazione dell’Idea Debate (versione 2.0). Si rimanda inoltre ad un volume sul debate di prossima pubblicazione “Il debate per potenziare le competenze chiave” a cura del gruppo di ricerca INDIRE (Elena Mosa, Letizia Cinganotto, Silvia Panzavolta).
3 DebaeItalia 
4 PREPARING OUR YOUTH FOR AN INCLUSIVE AND SUSTAINABLE WORLD
5 Si rimanda all’articolo Cinganotto L. (2019). “Debate as a Teaching Strategy for Language Learning”, Lingue e Linguaggi, 30/2019.
6 Oracy across the Welsh curriculum

Riferimenti bibliografici

Cinganotto L. (2019). “Debate as a Teaching Strategy for Language Learning”, Lingue e Linguaggi, 30/2019. 
Cinganotto L. (2020). The Handy Little Guide to Debate, Pearson.
Newman D. (2019). The Noisy Classroom: Developing Debate and Critical Oracy in Schools, Routledge.
Snider A. (2008). The Code of the Debater, IDEBATE Press.

 

Letizia Cinganotto è ricercatrice presso l’Istituto Nazionale per la Documentazione, l’Innovazione e la Ricerca Educativa (INDIRE). Ha conseguito un dottorato in Linguistica sincronica, diacronica e applicata. Ha lavorato presso la Direzione generale per gli ordinamenti scolastici del MIUR, prendendo parte a numerosi gruppi di lavoro e comitati tecnico–scientifici sulle lingue e sul CLIL, sia in ambito nazionale che internazionale. Le sue principali aree di ricerca sono l’apprendimento/insegnamento delle lingue, la metodologia CLIL, la didattica digitale e multimediale, i modelli formativi e la formazione dei docenti.

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