“Debate1 is about change. We are constantly engaged in a struggle to better our lives, our community, our country, our world, and our future. We should never be satisfied with the status quo —
surely something in our lives needs improving”.
Snider, 2008, p. Xiii
Come afferma Snider, “debate is about change”, in quanto risponde alla nostra esigenza di cambiare e migliorare costantemente le nostre vite, il nostro paese, il nostro mondo, il nostro futuro.
Si tratta di una tecnica che affonda le radici nell’ars oratoria greco-romana, ritornata in auge nelle scuole italiane dopo un “bagno” nel mondo anglosassone e americano, dove il debate è ormai parte integrante dell’istruzione primaria, secondaria, terziaria, nonché della cultura popolare, come forma di svago, attraverso i club del debate.
Fondato sui principi del cooperative learning e della peer education, il debate consiste in una affermazione-sfida (definita “claim” o “motion”) lanciata dal docente agli studenti, i quali sono chiamati a schierarsi a favore o contro, supportando le proprie posizioni con argomentazioni e fonti autorevoli, generalmente concordate e condivise all’interno della squadra (Proposition Team vs. Opposition Team).
In questi ultimi decenni il debate si è diffuso in modo massiccio nelle scuole italiane anche grazie al Movimento delle Avanguardie Educative di INDIRE, di cui rappresenta una delle Idee della Gallery dell’Innovazione2 e alle Olimpiadi Nazionali del Debate3, promosse dal Ministero dell’Istruzione, in collaborazione con l’Associazione Debate Italia e l’ITE Tosi di Busto Arsizio.