Language Awareness and CLIL

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La proposta di Raccomandazione del Consiglio per un approccio globale all’insegnamento e apprendimento delle lingue

IDEAS FOR TEACHING

Ricercatrice INDIRE, Letizia Cinganotto ci parla del "Language Awareness” nella proposta di Raccomandazione del Consiglio per un approccio globale all’insegnamento e apprendimento delle lingue, pubblicato dalla Commissione Europea nel maggio 2018.

di Letizia Cinganotto

Nel maggio del 2018 la Commissione Europea ha pubblicato la proposta di Raccomandazione del Consiglio per un approccio globale all’insegnamento/apprendimento delle lingue, con l’obiettivo di migliorare lo sviluppo delle competenze linguistiche degli studenti in età scolare in tutti i Paesi membri, rilanciando gli obiettivi di Barcellona, cioè lo studio di due lingue straniere oltre alla lingua madre.
La proposta di Raccomandazione riguarda “la necessità di investire nell'apprendimento delle lingue ponendo l'accento sui risultati di tale apprendimento e alcune opzioni per migliorare l'apprendimento delle lingue nel ciclo d'istruzione obbligatoria rafforzando la consapevolezza linguistica nell'ambito dell'istruzione scolastica”.
Nella proposta emerge un forte accento sulla “Language Awareness” (LA), la consapevolezza linguistica, che, come si legge sul sito dell’Associazione ALA (Association for Language Awareness), può essere definita come conoscenza esplicita della lingua, percezione cosciente e sensibilità nell'apprendimento, nell'insegnamento e nell'uso delle lingue.

La LA copre un ampio spettro di settori, come l'esplorazione dei benefici che possono derivare dallo sviluppo di una buona conoscenza della lingua, una comprensione consapevole di come funzionano le lingue e di come le persone le apprendono e le usano.
Eric W. Hawkins, riconosciuto come il “padre” della LA, sosteneva fin dagli anni '60 l’importanza della riflessione esplicita sia sulle lingue native che sulle lingue straniere come parte integrante del curricolo scolastico. Egli propose il "trivium" degli studi linguistici, formato dallo studio della lingua madre, lo studio delle lingue straniere e il lavoro di sensibilizzazione linguistica. In questo modello, gli studenti sono stimolati a sviluppare la riflessione e meta-cognizione sulle loro intuizioni linguistiche e ad applicarle sia alla loro lingua madrelingua che alle lingue straniere[1].
Le scuole che puntano alla LA mirano a favorire l'apprendimento/insegnamento delle lingue, sia straniere sia di scolarizzazione, attraverso un approccio interdisciplinare basato sulla valutazione e valorizzazione delle competenze linguistiche degli apprendenti, in funzione delle loro rispettive esigenze, delle loro capacità e dei loro interessi.

Come si legge nella proposta di Raccomandazione, rafforzare l'apprendimento delle lingue significa promuovere un'istruzione inclusiva e una dimensione europea dell'insegnamento, favorendo la mobilità, lo scambio e la comprensione interculturale.

Si riportano di seguito i principali punti di attenzione della proposta di Raccomandazione del Consiglio:

  • la necessità di creare ambienti di apprendimento in cui le lingue prosperino, adottando metodi pedagogici che siano incentrati sull’apprendente e ne incoraggino l'autonomia;
  • la formazione degli insegnanti, fattore essenziale per migliorare l'apprendimento delle lingue in Europa;
  • l'attenzione alla situazione specifica dei minori provenienti da contesti di immigrazione o da minoranze, anche puntando alla valorizzazione delle home languages e dei reportori linguistici di ciascun apprendente;
  • la necessità di diversificare l’offerta linguistica nelle scuole, andando oltre la sola lingua inglese.
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La proposta di Raccomandazione si inserisce all’interno di un progetto più ampio della Commissione Europea che propone la creazione di uno spazio europeo dell'istruzione, da realizzarsi entro il 2025. All’interno di questo quadro si colloca anche il recente Framework sulle nuove Competenze Chiave per l’apprendimento permanente (maggio 2018), che, come illustrato nella figura, include le due competenze: “literacy” e “languages”.

Per literacy competence si intende:“the ability to identify, understand, express, create, and interpret concepts, feelings, facts and opinions in both oral and written forms, using visual, sound/audio and digital materials across disciplines and contexts. It implies the ability to communicate and connect effectively with others, in an appropriate and creative way”.
L’accento è dunque sulla comprensione e comunicazione multimodale e intertestuale, trasversale ai vari contesti e alle varie dscipline: a questo scopo si valorizzano non solo i codici orali e scritti, ma anche la dimensione visiva, uditiva e digitale.

Per multilingual competence ci si riferisce alla “ability to use different languages appropriately and effectively for communication. Languages competences integrate a historical dimension and intercultural competences. It relies on the ability to mediate between different languages and media, as outlined in the Common European Framework of Reference”.
Ancora una volta l’accento è sulle diverse competenze interculturali e sulla mediazione tra lingue e media diversi, come illustrato dal Quadro Comune Europeo di riferimento per le lingue.

La proposta di Raccomandazione, nello Staff Working Document, fa riferimento al CLIL come metodologia innovativa per l’internazionalizzazione e per il miglioramento della qualità dei curricoli scolastici. Nello specifico, si fa riferimento allo stato dell’arte del CLIL in Italia, già menzionato nel Rapporto Eurydice Brief del 2017:

CLIL (Content and Language Integrated Learning) was introduced in the Italian school system in 2003 through a Reform Law, which made it mandatory for upper secondary schools.
The introduction of CLIL was implemented in all Licei and Istituti Tecnici (upper secondary education) in 2014/15 as part of a comprehensive school reform. In practice, one non-language subject must be taught in a foreign language in the final year at Licei and Instituti Tecnici. In the latter, the subject must be chosen from the specialist areas. In the final three years of Licei linguistici, two different nonlanguage subjects must be taught through two different foreign languages.
The Ministry of education has defined the competences and qualifications teachers need to teach CLIL classes. They concern the target languages, the non-language subjects and issues relating to methodology and teaching approaches. In particular, CLIL teachers must have attained a C1 level of competence on the scale defined by the Common European Framework of Reference for Languages (CEFR). In order to help potential CLIL teachers acquire the appropriate knowledge and skills, the education authorities are financing specific continuing professional development activities. For instance, in 2016, within a new school reform, they launched a National Teacher Training Plan which established a wide range of training programmes in CLIL methodology, which also included teachers from primary, lower secondary and vocational schools.

A proposito del CLIL nella proposta di Raccomandazione della Commissione Europea si menziona una pubblicazione dell’autrice: CLIL in Italy: A general overview, 2016[2].
Lo Staff Working Document fa riferimento anche a una strategia che sta diventando sempre più oggetto di studi e ricerche in questi ultimi anni: il translanguaging.
Con questa tecnica si intende “the act performed by bilinguals of accessing different linguistic features of various modes of what are described as autonomous languages, in order to maximize communicative potential”[3].
Lo Staff Working Document menziona un esempio di progetto sul translanguaging realizzato in Francia, soprattutto per l’integrazione e l’inclusione di studenti provenienti da altri paesi. Il progetto ha ricevuto l’European Language Label nel 2006:

“In France, in classes for newly arrived pupils, language learning is based, either consciously or unconsciously, on a comparison between the existing language system and the language pupils want to learn. Starting from this fact, this method is aimed at helping newly arrived students discover the French language by comparison with other languages including their own while working jointly with other students. This method stimulates thinking about languages and offers the learner a real education in the languages/cultures of others, while promoting his/her own. In class, each student is both teacher and learner. Hence, each student feels recognised and valued for who they are and what they already know”.

Uno degli aspetti fondamentali per la realizzazione di questo approccio globale all’insegnamento e apprendimento delle lingue auspicato dalla proposta di Raccomandazione è quella che in ambito internazionale viene definita la teacher education, cioè la formazione e lo sviluppo professionale dei docenti, che riveste un ruolo cruciale nella scuola del 21 secolo.
A tal proposito si fa riferimento alle varie iniziative di formazione promosse dalla Commissione Europea attraverso la Teacher Academy sulla piattaforma School Education Gateway (SEG), tra cui il MOOC (Massive Open Online Course) “Embracing Language Diversity in your classroom”, conclusosi il 31 ottobre, di cui l’autrice ha curato la moderazione, in collaborazione con Daniela Cuccurullo e Nair Carrera, coordinatrice dell’iniziativa per conto di European School Network.
A fianco il logo del MOOC.

Note

[1] Hawkins E. W. (2010), Foreign Language Study and Language Awareness

[2] CLIL in Italy: A general overview

[3] García, O. 2009, Bilingual Education in the 21st Century: A Global Perspective Malden, MA and Oxford: Basil/Blackwell.

 

Letizia Cinganotto è ricercatrice presso l’Istituto Nazionale per la Documentazione, l’Innovazione e la Ricerca Educativa (INDIRE). Ha conseguito un dottorato in Linguistica sincronica, diacronica e applicata. Ha lavorato presso la Direzione generale per gli ordinamenti scolastici del MIUR, prendendo parte a numerosi gruppi di lavoro e comitati tecnico–scientifici sulle lingue e sul CLIL, sia in ambito nazionale che internazionale. Le sue principali aree di ricerca sono l’apprendimento/insegnamento delle lingue, la metodologia CLIL, la didattica digitale e multimediale, i modelli formativi e la formazione dei docenti.