Come estrarre dai testi letterari il tesoro della lingua

Attività didattiche per avvicinare gli studenti alla lingua dei testi letterari

IDEE PER INSEGNARE – II GRADO

Riscrivere, manipolare, imitare, analizzare, inventare: tutti modi per entrare in confidenza con un testo letterario e impossessarsi in modo coinvolgente della lingua che custodisce. In questo articolo proponiamo alcune riflessioni e attività da sperimentare con i propri alunni, attuabili in classe o a distanza.

di Giuseppe Langella

Il lavoro sui testi letterari può contribuire in maniera determinante a far sorgere nei nostri ragazzi la giusta propensione ad acquisire competenze linguistiche avanzate, perché la letteratura esalta la lingua, portandola al più alto grado di espressività.
Qui proponiamo una serie di attività che prevedono il coinvolgimento diretto degli studenti, in funzione motivazionale. Gli studenti vengono invitati a eseguire, sui testi letterari o a partire da essi, delle operazioni intellettuali di varia natura – critiche, imitative o manipolatorie –, a seconda dei casi, e che sfociano nella produzione di altri testi. In questo modo, tutti i compiti ipotizzati uniscono l’aspetto performativo, finalizzato al potenziamento delle abilità, alla riflessione sulla lingua e all’estensione delle competenze, condotte sui codici linguistici delle opere letterarie prescelte come oggetto di analisi o assunte a spunto o a modello.
Si tratta di modalità ispirate alla cosiddetta critica del testo o adottate nelle scuole di scrittura creativa. Esse hanno, peraltro, il vantaggio supplementare di saldare più strettamente e più efficacemente tra loro lingua e letteratura, accostandole davvero come le due facce di una stessa medaglia, in una logica di apprendimento congiunto.

Nelle sezioni che trovate alla fine del testo, forniremo una descrizione sommaria dei vari tipi di attività che si potrebbero sperimentare con profitto, accompagnati da esempi concreti che insistono in particolare su testi canonici della letteratura italiana moderna e contemporanea.

Sulla pratica scolastica della comprensione del testo

Mi sia concessa, però, un’ulteriore considerazione preliminare. Gli studenti accusano in genere una certa povertà di linguaggio, che li costringe a impiegare, spesso, termini generici o inappropriati. Questa relativa penuria lessicale, d’altronde, è fisiologica, perché il vocabolario di una persona è il frutto di una lentissima sedimentazione: si acquisisce, si incrementa, si raffina via via, attraverso un’infinità di esperienze comunicative. La sua maggiore o minore ampiezza dipende, com’è ovvio, dalla natura di queste esperienze, dai contesti sociali e mediali in cui avvengono gli scambi verbali, dalle caratteristiche dei parlanti, dei canali e dei messaggi, dalla ripetitività o eterogeneità delle fonti.

La scuola è parte integrante e non secondaria di questo processo e l’insegnante d’Italiano, pur nell’indispensabile collegialità dell’educazione linguistica, ne è la punta di diamante. Fra gli strumenti privilegiati a sua disposizione ci sono, naturalmente, i testi letterari, in cui è depositato il tesoro della lingua. Questo patrimonio rischia tuttavia di rimanere inerte, se non si trova il modo di impossessarsene. Parafrasi del testo e note esplicative costituiscono un insostituibile punto di partenza, del quale, tuttavia, difficilmente gli studenti si appassionano. Beninteso, anche la comprensione del testo può rivelarsi un’attività intrigante, piena di sorprese e di scoperte, a patto, s’intende, che non sia piegata, come spesso succede, a fini meramente strumentali di riduzione del messaggio al grado zero della comunicazione. La letteratura ci insegna che la materia e la forma dell’espressione concorrono alla produzione del senso e che quindi per comprendere in maniera non superficiale un messaggio il come è inscindibile dal che cosa. Di conseguenza, riportare la parole alla dimensione della langue, come facciamo normalmente quando ordiniamo e ricostruiamo le frasi o sostituiamo una parola arcaica o rara con una moderna e di uso comune, a rigore è un’operazione palesemente riduttiva. L’attenzione dovrebbe esser fatta cadere piuttosto sullo scarto dalla norma, perché è appunto in quello scarto che si annida il senso del testo e il suo valore conoscitivo. Se realmente si vogliono conseguire risultati più soddisfacenti sul piano delle competenze linguistiche, bisogna spingersi oltre la soglia della comprensione del testo, almeno per come viene praticata abitualmente a scuola.

Nelle sezioni di seguito trovate attività ed esempi pratici da svolgere con la vostra classe e al piede della pagina potete scaricare l’intero articolo in formato PDF.

 


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Giuseppe Langella è professore ordinario di Letteratura italiana moderna e contemporanea presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dove dirige anche il Centro di ricerca “Letteratura e cultura dell’Italia unita”. È inoltre membro del Consiglio Direttivo della “Società italiana per lo studio della modernità letteraria” (Mod), nonché responsabile nazionale della “Mod per la Scuola”. È coautore, insieme a Pierantonio Frare, Paolo Gresti e Uberto Motta, della Letteratura italiana Amor mi mosse (2019).

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