Il colloquio orale dell’Esame di stato

studentessa

Consigli di contenuto e gestione

IDEE PER INSEGNARE - SCUOLA SECONDARIA DI SECONDO GRADO

Le indicazioni dell’Ordinanza ministeriale riguardo allo svolgimento della prima parte del colloquio lasciano al candidato ampia libertà di scelta tra contenuti attinenti a una singola disciplina, oppure a più discipline collegate tra di loro, e tra diverse modalità espositive (verbale, multimediale ecc.).
Le due principali forme testuali che tale svolgimento può assumere sono quelle della relazione e della tesina.

Elisabetta Degl'Innocenti

1. Prima fase del colloquio: esposizione dell’argomento a scelta del candidato (Allegato 1)

1.1 Relazione compilativa e d’attività

L’argomento scelto dal candidato può essere presentato in forma di relazione:

  • compilativa, scritta utilizzando e ordinando materiali provenienti da fonti di documentazione cartacee o telematiche (da evitare assolutamente sono le scopiazzature e i “copia e incolla”), su argomenti preferibilmente monodisciplinari, ma anche pluridisciplinari: singoli “capitoli” o aspetti di discipline di studio per le quali lo studente riveli un personale interessamento;

oppure:

  • riferita ad attività svolte dallo studente dentro e fuori la scuola, quali stage in alternanza scuola-lavoro, esperimenti scientifici e di ricerca, prove tecniche, viaggi d’istruzione, escursioni naturalistiche, visite a luoghi d’arte ecc., realizzate durante l’anno scolastico. In questo caso, il candidato può presentare alla commissione anche un prodotto “materiale” risultato dell’esperienza: per esempio, un modellino, un testo pubblicato su un qualche organo di stampa, un video ecc.

In ogni caso è opportuno che il candidato evidenzi nella sua esposizione i contenuti culturali dell’argomento prescelto, mettendoli in relazione con le conoscenze disciplinari e pluridisciplinari e con le competenze acquisite nel suo corso di studi, in particolare nell’ultimo anno.

È consigliabile che, in vista del colloquio, il candidato sintetizzi la relazione in forma di scaletta, da utilizzare per l’esposizione orale, che potrà, eventualmente, accompagnare con una presentazione di slides o di altro strumento audiovisivo.

Va precisato che la relazione è diversa dalla “tesina”, in quanto consiste in un testo di tipologia informativa e non anche argomentativa (come invece la tesina).

1.2 Tesina

Le norme relative all’Esame di stato non parlano espressamente di “tesina”, ma, negli anni, è invalso l’uso di presentare, in apertura di colloquio, un testo così definito in quanto diminutivo di “tesi di laurea”.

La tesina è dunque un testo scritto, che consiste nella trattazione di un particolare argomento su cui lo studente abbia svolto una ricerca e a riguardo del quale abbia elaborato una personale interpretazione.

Tale argomento potrà essere attinente a una singola disciplina, oppure, preferibilmente, a carattere pluridisciplinare e interdisciplinare (afferente cioè a più materie, anche non strettamente facenti parte del programma scolastico, poste in relazione tra loro e integrate). (Vedi Allegato 2)

La tesina rientra nel genere saggistico, in quanto si prefigge lo scopo, oltre che di documentare l’oggetto della trattazione, di dimostrare la tesi dell’autore, facendo ricorso all’argomentazione, cioè al metodo di discussione e di ragionamento volto a convincere il lettore. La sua tipologia testuale prevalente è dunque argomentativa, oltre che informativa.

Proprio per questo si distingue dalla relazione compilativa, con cui spesso è confusa, che utilizza e ordina materiali provenienti da fonti altrui, senza un particolare contributo di interpretazione personale.

L’ampiezza di una tesina può variare da un minimo di 10-15 pagine a un massimo di 50 o addirittura di più, anche se è preferibile optare per soluzioni ridotte, per la ristrettezza dei tempi consentiti alla sua esposizione durante il colloquio.

L’editing della tesina deve rispettare le regole redazionali (suddivisione in capitoli, note, bibliografia, indice ecc.) e le convenzioni di stampa (impaginazione, uso dei caratteri ecc.) proprie di una pubblicazione saggistica. (Vedi Allegato 3)

In sede d’esame, alla pubblicazione della tesina (da consegnare preventivamente ai commissari) può essere affiancata (o sostituita) la presentazione di un abstract che ne riassuma il contenuto essenziale; oppure della scaletta utilizzata per la sua stesura; oppure di una mappa concettuale che sintetizzi graficamente il percorso di ricerca effettuato.

In particolare scaletta o mappa concettuale serviranno al candidato come traccia per la sua esposizione orale. Questa, a sua volta, potrà essere accompagnata da una presentazione in PowerPoint, da un testo multimediale e/o ipertestuale, da un video, o da altro oggetto prodotto dal candidato. (Vedi allegato 4)

1.3 Consigli per la stesura della relazione e della tesina

Si propone uno schema per la stesura della relazione e della tesina, in cui sono evidenziati sia gli elementi comuni sia quelli differenti.

1.4 Gestione dell’esposizione orale

Si propongono alcune semplici regole per un’efficace esposizione orale della relazione o tesina, sulle quali si consigliano gli insegnanti di far esercitare gli studenti nella fase preparatoria dell’esame. Sono riportate nella tabella sottostante, suddivise per atteggiamento del corpo, linguaggio da utilizzare, organizzazione del contenuto.

2. Seconda fase del colloquio: colloquio su argomenti a scelta della commissione

Il colloquio conclusivo del corso di studi si differenzia da una normale interrogazione, non solo per la condizione psicologica del candidato, ma anche per le competenze di cui egli deve dar prova: dovrà infatti dimostrare di conoscere un programma molto più vasto di quelli usualmente valutati in un’interrogazione in corso d’anno, e soprattutto di saper sintetizzare le conoscenze acquisite, di correlare tra loro le varie parti di cui esso si compone, di stabilire connessioni anche tra discipline diverse. Perciò, anche questa parte del colloquio d’esame è un momento della vita scolastica che va adeguatamente preparato e pianificato in considerazione della sua specificità.

2. 1 Preparazione remota e prossima

Si può distinguere tra una preparazione “remota”, che consiste sostanzialmente nelle attività di studio svolte durante tutto l’anno scolastico, e una preparazione “prossima”, a ridosso dell’esame e finalizzata specificamente a esso.


Le attività connesse alla preparazione remota sono la base fondamentale anche per quella prossima, non solo perché possono sedimentarsi a poco a poco nella cultura dello studente, ma anche perché comprendono operazioni da utilizzarsi in quella prossima. Tra tali operazioni sono da considerare: gli appunti (da prendere sia durante le lezioni, sia sui libri, sia in file digitali), l’elaborazione di schemi, mappe concettuali, tabelle, in cui siano sintetizzati i contenuti e visualizzati, per esempio, i collegamenti tra varie discipline. Poiché in questa fase è molto importante la memorizzazione, può risultare utile mettere a punto delle tecniche (anche personali) finalizzate a ciò. (Vedi allegato 5)

In prossimità dell’esame, è opportuno consigliare agli studenti di avviare il ripasso ancor prima che il programma sia ultimato; di riordinare appunti, schemi, mappe concettuali, tabelle ecc. precedentemente elaborati; di dedicare sistematicamente una parte del ripasso ai contenuti disciplinari e una parte a quelli interdisciplinari; di ripassare insieme ai propri compagni, assegnandosi reciprocamente i compiti di candidato e di esaminatore. Potrà essere utile anche simulare almeno una volta in classe un colloquio d’esame.

2.2 Gestione del colloquio

Anche per la gestione del colloquio d’esame si propongono alcuni consigli da sottoporre all’attenzione degli studenti:

  • cercare di essere rilassati e sereni; assumere un atteggiamento dignitoso, apprestandosi a stabilire con i commissari un rapporto di reciproco rispetto;
  • controllare il linguaggio del corpo: espressività facciale, gesti, postura ecc.;
  • prestare massima attenzione alle domande; se non ben comprese, chiedere chiarimenti; concentrarsi prima di rispondere;
  • distinguere tra domande generali e di ampio respiro e domande specifiche e di contenuto limitato: nel primo caso rispondere seguendo una “scaletta” mentale, nel secondo caso dando una risposta precisa senza divagare;
  • interloquire con i commissari, accogliendo loro proposte o facendone di proprie, rispondendo a obiezioni ecc.;
  • in caso di difficoltà (amnesia, afasia, timidezza, panico), evitare di difendere a tutti i costi delle posizioni che possono rivelarsi deboli e accettare di buon grado le critiche; si può chiedere al commissario di riformulare la domanda oppure ammettere esplicitamente la propria ignoranza e chiedere gentilmente di poter recuperare con un’altra domanda;
  • controllare il tono della voce, scandendo bene le parole, parlando a voce non troppo alta ma sufficiente a essere udita agevolmente da tutti i commissari, non parlando “a raffica”, ma neanche con tono monocorde;
  • se è richiesto al candidato di leggere a voce alta un testo, è bene seguire le regole di corretta pronuncia, dizione, intonazione, cercando di dare una personale espressività.

 

Elisabetta Degl'Innocenti è insegnante di Italiano e Latino e autrice di testi scolastici.