Dossier Il Medio Oriente dopo le primavere arabe

Primavera araba

CULTURA STORICA

Le cosiddette “Primavere arabe” sembrano aver esaurito il loro fascino sui media occidentali, soprattutto perché fino ad ora i risultati tangibili non sono stati consoni alle aspettative. E così, dopo essere state celebrate quali culle della rivolta dei giovani e dei social network, le società civili tunisina ed egiziana, al pari dei loro movimenti, sono pressoché scomparsi dal mainstream delle notizie, così come gli eventi di questi ultimi due anni archiviati nelle rivoluzioni fallite. 

Anna Vanzan

Il presente dossier vuole richiamare, invece, l’attenzione proprio su alcune aree quasi del tutto trascurate dal dibattito sui destini del MENA, sottolineando alcune peculiari dinamiche all’interno delle singole realtà: ad esempio, ridimensionando il ricorso a internet quale motore rivoluzionario (Il web nei paesi arabi. Il caso dell’Algeria); sottolineando l’importanza dei movimenti studenteschi nei processi di cambiamento (Libano. Attivismo sociale e ostacoli al cambiamento); ricollocando le difficoltà della società civile nell’alveo di povertà e degli interessi di paesi altri (La rivolta in Yemen); rimarcando le incongruenze del rapporto fra paesi economicamente prosperi e lo status del loro segmento femminile (Donne e islam. Che cosa è cambiato con le Primavere arabe).

Si tratta di un approfondimento volto ad evitare di essere sempre presi di sprovvista ogniqualvolta il vento del cambiamento spiri da sud-est.

Indice

 

Anna Vanzan, iranista e islamologa, insegna Cultura araba all’Università Statale di Milano e Genere e Pensiero islamico al master europeo in Mediazione mediterranea dell’Università Ca’ Foscari di Venezia. Tra le sue pubblicazioni recenti, ricordiamo Le donne di Allah, viaggio nei femminismi islamici (Bruno Mondadori, 2010).
www.annavanzan.com