

Un’estate con le mani sporche, il cuore colmo e la mente accesa!
Imparare facendo
CLASSE DINAMICA
In estate finalmente cambiano i ritmi e i tempi familiari sono più rilassati, complice la luce solare che rende le giornate più godibili. Anche quando i genitori lavorano e i bambini sono impegnati in camp, oratorio estivo, settimane sportive o laboratoriali, la mancanza del suono della campanella, delle ore in aula, dell’avvicendarsi delle discipline e dei progetti scolastici fa sentire tutti più liberi. È in questo periodo che si possono proporre modalità di apprendimento diverse, basate sulla valorizzazione delle piccole esperienze quotidiane e del gioco. È questo l’obiettivo di Accendi l’estate, compiti delle vacanze per chi non ha paura di “sporcarsi le mani”.
I tre mesi di vacanza estiva, lo sappiamo bene, sono un tempo dilatato lontano dalle aule, che agli adulti costa fatiche gestionali, ma ai bambini offre molte possibilità: coltivare amicizie e il rapporto con i nonni magari lontani durante l’anno, sperimentare nuovi modi di giocare, riscoprire un contatto quotidiano con la natura, trovare modi creativi per imparare facendo.
Ogni bambino impara continuamente, nel calore di un cortile condominiale come al supermercato con il nonno. Impara nuovi registri linguistici e impara a confrontare i prezzi. Impara parolacce e impara che cos’è l’amicizia. Impara come fare una granita e come scavare una buca nella sabbia più in fretta dei suoi amici.
Ci siamo proposti di osservare con attenzione gli apprendimenti “naturali” dei bambini e di evidenziarne alcuni processi, in modo da dare valore e assecondare i loro modi di imparare fuori dall’aula.
Un primo elemento ricorrente nei processi di apprendimento “fuori dall’aula” (ma replicabile auspicabilmente anche in aula) è l'utilizzo dell’immaginazione e delle libere associazioni. Dato un tema, se si lasciano i bambini liberi di creare associazioni, senza vincoli e senza regole, avvengono sorprendenti cascate di parole e immagini. A volte, dopo minuti di spiazzamento. È il filo rosso di giochi antichi e ancora attuali come “Cosa ti fa venire in mente”, “Se fosse…(un frutto, il titolo di un film, un paesaggio…) che cosa sarebbe?” e simili. Il procedere per associazioni è un potente stimolo del pensiero metaforico e laterale, capace di superare i limiti della convenzionalità e della pertinenza per indagare il reale e il fantastico (cfr. Dallari, In una notte di luna vuota, 2008). È quell’entrare a conoscere la realtà non dalla porta principale, come scriveva Gianni Rodari, ma dalla finestra, in modo divertente, come fanno i bambini quando scavalcano invece di utilizzare il cancello di ingresso.
Anche nel lavoro didattico è auspicabile partire con un momento esteticamente accattivante, o che coinvolga i bambini a livello emotivo, che chieda a ciascuno di “fare un salto a lato”, e chieda anche a chi è lì incerto, sul limitare dell’attività, di entrarci con slancio e con contributi personali, portando in superficie conoscenze già sedimentate, ricordi, immagini…
Un altro elemento di cui abbiamo accennato nell’incipit di questo contributo è l’esperienza.
Purtroppo non c’è termine più abusato di questo in ambito didattico. Non illudiamoci. Non si fa esperienza stando su una scheda. Un’esperienza non è grammaticale né geometrica. Un’esperienza richiede occhi, mani, matita, taccuino, ingredienti da amalgamare, fantasia. E poi sì, le parole per dirla e i numeri e le misure per progettarla, o i disegni per illustrarla. Talvolta uno smartphone per condividerla.
L’estate è per eccellenza la stagione dell’esperienza, ricca com’è di luce, di ore all’aria aperta, di colori, di tempo… I bambini in vacanza fanno esperienza, intenzionalmente o meno, nel gioco o nelle faccende della quotidianità. Se guidati a riflettere sulle modalità con cui si approcciano alle diverse esperienze, possono maturare consapevolezza dei loro modi di apprendere e riconoscere le proprie preferenze e le proprie debolezze in termini di apprendimenti.
La scuola – e più in generale la didattica – ha proprio il compito di generare riflessività, affidando progressivamente sempre più a chi impara la gestione dei propri processi di apprendimento.
È in quest’ottica che si inserisce all’interno di un percorso con specifici obiettivi didattici la proposta di esperienze solitamente lontane dal mondo scolastico. Su queste esperienze si dovranno poi organizzare rielaborazioni di tipo verbale o ragionamenti logico-matematici, come vedete nelle pagine di esempio tratte dai nuovi volumi per le vacanze Accendi l’estate.
Infine vorrei porre l’attenzione su un ingrediente che mi sta particolarmente a cuore e che più di ogni altro fa parte dell’estate e delle vacanze: il gioco!
Il gioco è un'esperienza complessa e coinvolgente che permette ai bambini di partecipare, di essere protagonisti, di vivere sfide e vincere timori in un clima di finzione e spensieratezza, di sperimentare in un ecosistema rilassato e protetto, accrescendo le loro conoscenze e competenze.
Le attività di didattica ludica e i giochi linguistici e matematici vengono oggi sempre più spesso proposti nella convinzione che gioco e apprendimenti siano un binomio vincente, e non un ossimoro. Sono il corollario di un’idea di scuola che propone ai bambini di “giocare seriamente” o meglio di “prendere sul serio il gioco” per vivere anche a scuola l'avventura di imparare divertendosi, scardinando le modalità “fredde” di lavoro. Non si tratta solo di rendere più piacevole l’imparare, intenzione già di per sé interessante, ma semmai di rendere più efficaci i tempi della didattica, coinvolgendo pienamente i bambini in situazioni in cui possano spendersi a tutti i livelli, da quello cognitivo a quello emotivo, praticando una delle attività più autentiche per la loro età: giocare.
Le categorie di giochi utilizzabili didatticamente sono innumerevoli e vanno da giochi che sollecitano i bambini dal punto di vista motorio, al grande mondo dell’enigmistica, ai giochi di strategia, alle sfide di problem solving, alle barzellette, ai giochi di simulazione e drammatizzazione. Assimilare i giochi come parte integrante delle proprie modalità di fare didattica è semplice proprio perché la gamma delle possibilità è ampia e permette una grande moltitudine di scelte e di strumenti, purché per primo il docente adotti uno “sguardo ludico”.
L’estate può essere il periodo ottimale per assecondare - anche nel tempo dedicato al ripasso e al rinforzo di quanto imparato durante l’anno scolastico - il bisogno di gioco, di creatività, di immaginazione dei bambini, senza evasioni forzate, ma piuttosto a partire dalla realtà che vivono, dai paesaggi che incontrano, dalle persone con cui trascorrono le lunghe giornate di vacanza.
I compiti delle vacanze possono essere allora – ed è la nostra sfida – compagni discreti, leggeri, che sanno valorizzare le esperienze autentiche e favorire riflessioni rispetto alla straordinaria esperienza di vivere l’estate… con le mani sporche, il cuore colmo e la mente accesa!
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