Italiano: e la grammatica?
Lo sviluppo linguistico in atto, tra compiti trasversali e riflessività.
SCUOLA PRIMARIA - CONTENUTI DISCIPLINARI
Un invito a promuovere un apprendimento della lingua, nei suoi diversi nuclei fondanti, in stretta relazione con la sua funzione comunicativa e sempre all'interno di percorsi che privilegino l'esperienza del "linguaggio in atto" per fare riflessione linguistica.
Gli studi in campo linguistico rilevano come fin da molto piccoli i bambini interiorizzino la grammatica implicita della comunicazione in “madrelingua”, da non confondersi con la “lingua madre”. Con madrelingua intendiamo infatti la lingua che è stata imparata nella prima infanzia e per prima, attraverso genitori e familiari.
Nel corso della vita la madrelingua sarà così strumento del pensiero, del linguaggio e della riflessione interiore, diventerà leva per lo sviluppo intellettivo, strumento trasversale per l’apprendimento e più in generale il principale veicolo della comunicazione.
Nell’insegnamento della madrelingua, per puntare con l’alunno verso uno sviluppo linguistico globale, è importante tenere presenti le dimensioni che la strutturano completamente: il nucleo tematico della comprensione orale, della produzione e dell’interazione orale, della comprensione e della produzione scritta, ricordando che la dimensione orale della didattica linguistica ha la funzione di fornire modelli comunicativi immediati, concreti e spendibili. Quanto più corposa sarà questa dimensione, tanto maggiori saranno le occasioni di creare un ambiente linguistico efficace, un terreno fertile su cui innestare funzioni comunicative sempre più valide e strumentali per l’apprendimento trasversale.
Interessanti sono le definizioni che Piaget e Vygotskij ci hanno fornito del linguaggio.
Lo studioso francese ne vedeva lo sviluppo come un processo conseguente allo sviluppo della capacità di rappresentazione che insorge durante lo sviluppo cognitivo della prima infanzia. Sostanzialmente un linguaggio che si sviluppa dopo il pensiero. Vygotskij pervenne invece alla constatazione che il linguaggio è in relazione dinamica con il pensiero, che è in grado di trasformarlo sensibilmente, rilevando così un’interazione fra due componenti che, pur con origini indipendenti, si integrano nel corso della crescita divenendo strutturalmente interdipendenti.
Ne discende che nella didattica della grammatica il pensiero sarà guidato a convergere sulla giusta comprensione dei concetti non soltanto attraverso le immagini mentali che forniremo a corredo delle nostre lezioni, ma anche attraverso i linguaggi che sapremo utilizzare.
Una domanda apparentemente scontata diviene però preliminare.
La grammatica, esattamente, che cos’è?
Partendo dalla bella definizione che ne diedero i Greci, “grammatiké tekhné – l’arte dello scrivere”, sappiamo che la grammatica è la scienza che studia e descrive la lingua con le sue regole, che definisce i significati delle parole, ma soprattutto che spiega le funzioni e le interessanti relazioni delle parole nell’ambito dell’enunciato.
I cosiddetti “mattoncini della grammatica”, che fondano questo sapere, sono la comunicazione, il lessico, l’ortografia, la morfologia e la sintassi. Elementi che ogni bambino acquisisce e matura interiormente, con velocità differenti da uno all’altro.
L’indice globale di questo sviluppo grammaticale è a suo modo misurabile dalla crescita della lunghezza media dell’enunciato, che viene arricchito progressivamente in base alle osservazioni delle interazioni fra gli adulti, agli stimoli uditivi e visivi delle comunicazioni verbali e non verbali che coinvolgono il bambino. La tappa più avanzata, dopo la costruzioni di frasi semplici e strutturate, è data dalla combinazioni di frasi elementari. In queste ultime la complessità degli elementi da coordinare e l’uso di termini relazionali appropriati richiedono e stimolano logiche comunicative che si accrescono progressivamente.
A rendere possibile tutto questo c’è l’affascinante capacità dei soggetti umani di rilevare le regolarità presenti nella madrelingua per poi generalizzarle, in altre parole di astrarre la struttura grammaticale dalla lingua parlata.
È sulla base di queste osservazioni che l’insegnamento moderno della grammatica affianca allo studio della grammatica normativo-analitica la presentazione della grammatica descrittivo-funzionale. La prima, con ruolo definitorio per la categorizzazione di elementi linguistici e la sistemazione di parti del discorso ed elementi sintattici, viene fortificata e assume il suo valore di riferimento se sapientemente preceduta dalla grammatica descrittivo-funzionale, che gioca con le situazioni di comunicazione reale per il raggiungimento di scopi comunicativi ad alta motivazione. Una grammatica che non si limita a presentare le funzioni comunicative. Le dimostra, aumenta l’efficacia della lingua, consente sperimentazioni e comprensioni più profonde del testo.
Una grammatica che crea le condizioni per una produzione più creativa e intelligente del testo.
Situazione che si riscontra laddove si sperimenta, ad esempio, il modello della grammatica valenziale proposto da Luciene Tesnière: un modello sintattico e semantico che permette di dare grande importanza al lessico e che attribuisce una valenza specifica al verbo, con una descrizione della frase differente da quello tradizionale dell’analisi logica.
I modelli di grammatica descrittivo-funzionali sono inoltre importanti poiché consentono più agevolmente di essere utilizzati per la strutturazione di compiti autentici e prove di realtà, che hanno rilevanza nell’esperienza di vita del mondo reale. Compiti accattivanti e complessi, non perché complicati, ma perché aperti a più interpretazioni.
Con i compiti di realtà, in collegamento alla grammatica descrittivo-funzionale, è infatti possibile attivare apprendimenti esperienziali aperti a prospettive interdisciplinari, dove il linguaggio della madrelingua compie l’importante salto da disciplina di apprendimento a strumento veicolare ed efficace per lo sviluppo di vere e proprie competenze trasversali.
Per approfondire: Pearson Education Library
- Italiano: e la grammatica? Prima parte
Linee guida per la costruzione di compiti autentici per lo sviluppo delle competenze nella madrelingua
Tenuto da Vincenzo Ruta
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- Italiano: e la grammatica? Seconda parte
Arricchimento lessicale: la forza delle parole per comunicare, comprendere, creare...
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Vincenzo Ruta, docente di Scuola primaria e Collaboratore Vicario dell’Istituto Comprensivo di Trana (TO), da molti anni è referente d’Istituto per i Bisogni Educativi Speciali e i Disturbi Specifici di Apprendimento. In provincia di Torino ha tenuto numerosi corsi di formazione per docenti di ogni ordine e grado sui DSA ed è autore per Pearson Italia.