
CLIL is fun
Un insegnante racconta i progetti svolti nelle classi
CLIL
La grande importanza del CLIL risiede nel fatto che attraverso gli aspetti disciplinari si mettono in funzione in maniera adeguata capacità cognitive, comunicative e strutturali della lingua, in un percorso sempre più stimolante e affascinante.
Un insegnante racconta la sua esperienza nelle classi con progetti CLIL ricchi e coinvolgenti.
Il CLIL, Content and Language Integrated Learning, l’apprendimento delle discipline in lingua inglese, nella scuola primaria è già una realtà. In base al Documento ministeriale, le indicazioni nazionali promuovono le competenze plurilingue e pluriculturali con una metodologia che mira a integrare conoscenze linguistiche e apprendimenti disciplinari e culturali.
Il CLIL nella scuola primaria è un’occasione significativa per realizzare e sviluppare competenze più ampie e complete rispetto alla sola lingua curricolare. È fondamentale utilizzare la lingua straniera – e in particolare il CLIL – in un contesto adeguato, creando i presupposti per sviluppare e promuovere apprendimenti collegati ad ambiti disciplinari diversi.
La metodologia CLIL deve stimolare la curiosità degli alunni seguendo un processo di apprendimento che abbia come punto di partenza una fase motivazionale. Stimolare, motivare, interessare sono aspetti importanti, essenziali per iniziare un percorso che sia dapprima ludico per poi sviluppare determinate competenze: un’attività divertente attirerà l’attenzione dei discenti. Il ruolo del docente è fondamentale per sviluppare le molteplici tematiche legate ai vari ambiti disciplinari.
Studiare, creare, coinvolgere, comunicare, cantare, descrivere, drammatizzare, giocare… sì, proprio così, giocando s’impara diventando così in prima persona i veri protagonisti di una specifica situazione.
Il gioco, visto anche come espressione globale di colui che apprende, presenta chiare ed evidenti potenzialità, che si possono tradurre in una metodologia didattica specifica. Non visto solo come momento di svago, il gioco didattico si prefigge una finalità che va al di là del gioco stesso. Questo approccio didattico si basa sul coinvolgimento affettivo, emotivo e razionale del bambino, il quale è completamente immerso in attività che attirano la sua attenzione. Questo lo rende consapevole delle proprie potenzialità, dandogli maggiore sicurezza e percezione delle sue competenze. In questo mio ruolo di docente motivatore ho potuto constatare risultati davvero sorprendenti, il piacere da parte dei discenti di apprendere, di proporsi, di mettersi in gioco, di creare, di cooperare, di condividere con gli altri le situazioni più diverse in un percorso realmente formativo.
Il percorso sperimentato in classe, chiamato “CLIL is fun”, mi ha permesso di cimentarmi in questa nuova esperienza con grande entusiasmo e dedizione, cercando giorno dopo giorno nuove attività da proporre ai miei alunni (10 classi – dalla terza alla quinta). I bambini hanno collaborato con grande disponibilità, valorizzando le loro capacità espressive e creative. L’approccio adottato ha lo scopo di suscitare nel bambino il desiderio di apprendere e comunicare in lingua straniera. Il docente assume pertanto un atteggiamento di guida non invadente, in modo che i bambini possano seguire serenamente e in autonomia le indicazioni ricevute.
Per questo progetto ho sviluppato un percorso di CLIL scienze seguendo la relativa programmazione dell’insegnante prevalente di classe, a cui va tutto il mio ringraziamento per la collaborazione prestata. Ho costruito degli opuscoli creando il relativo materiale su cui operare.
Con le classi terze abbiamo trattato il metodo scientifico: che gioia per i bambini interpretare il ruolo di diversi scienziati, con attività di drammatizzazione e filastrocche, rivelatesi stimolanti e coinvolgenti.
Il successivo argomento trattato, l’acqua, ha riscosso altrettanto interesse.
Ho introdotto la tematica raccontando loro in modo semplice e comprensibile la storia di una minuscola goccia d’acqua, tutte le fasi del ciclo dell’acqua con disegni, immagini, filastrocche… Abbiamo compreso, illustrato e drammatizzato la storia della goccia, i bambini sono diventati attori interpretando ruoli diversi, infine abbiamo terminato l’argomento giocando con delle mini flashcard create appositamente da me. Questa attività ludica ha avuto lo scopo di consolidare tutte le conoscenze acquisite.
Con le classi quarte abbiamo studiato la materia, gli atomi, le molecole, parole e concetti che possono sembrare difficili ma che alla fine si sono rivelati un divertimento senza limiti. Abbiamo inventato attività di movimento: prima abbiamo fatto il ballo delle molecole, poi abbiamo approfondito la struttura degli atomi con il relativo movimento di elettroni che ruotano intorno al nucleo, i protoni che attraggono gli elettroni con la loro carica positiva, lasciando esterrefatti i poveri neutroni privi di carica. A conclusione, una simpatica filastrocca rap, dei quiz e un cartellone che ha illustrato la struttura dell’atomo, punto di partenza iniziale del progetto.
Con le classi quinte siamo partiti dall’enorme, infinito sistema solare e dopo averlo spiegato e illustrato con schemi, foto e video, abbiamo rappresentato delle brevi storie con personaggi che interpretavano i pianeti, la Terra, la luna, il sole, eccetera.
Con lo studio delle forze ci siamo addentrati nel mondo della fisica effettuando semplici esercitazioni come il “push and pull”, tirare e spingere degli oggetti diversi, evidenziando i vari tipi di forza, i loro nomi e le relative definizioni.
Con i magneti abbiamo sperimentato attività e giochi, cercando di assimilare la dinamica dei due verbi (attract e repel) attraverso un gioco in cui i bambini fungevano da calamite, un gioco simile a quello degli atomi.
Con lo studio degli organi di senso, in particolare il gusto, ci siamo cimentati in una gara di assaggi per sviluppare al meglio le papille gustative allo scopo di riconoscere tutti i gusti.
A dire il vero, sono io il primo a divertirmi in queste attività, alle quali partecipo attivamente insieme agli alunni. L’approccio giusto è determinante per ottenere risultati, che a volte si rivelano superiori alle aspettative, oltre al coinvolgimento di quei bambini che necessitano in particolare di queste attività, nell’ottica di una didattica inclusiva.
Grazie a questo approccio possiamo valorizzare al meglio la curiosità dei bambini sperimentando nuove e significative attività, come la didattica per competenze richiede.
Per tutte queste attività, oltre alle risorse create in base alle mie esigenze, mi sono avvalso della guida “Let’s start CLIL” di Donatella Santandrea e Laura Papetti, Pearson 2016, che ha rappresentato per me un validissimo supporto per lo svolgimento dei progetti proposti.