
Let's start CLIL!
CLIL
Dopo il successo dei webinar di Joanna Carter dedicati all'applicazione del metodo CLIL (Content and Language Integrated Learning) nella Scuola primaria, vi proponiamo un approfondimento su alcune tematiche legate alla didattica in lingua straniera.
Perché parliamo di CLIL (Content and Language Integrated Learning) già alla scuola primaria, oggi? È proprio necessario?
Ne parliamo perché siamo convinti che, proprio alla scuola primaria, dove si incontrano le prime esperienze didattiche formali e i primi rudimenti dell’ “imparare a imparare”, una delle 8 competenze-chiave enucleate a livello europeo come riferimenti per la valutazione, valga la pena osare e avere fiducia. Avere fiducia nelle risorse dei bambini, certamente. Ma ancor prima avere fiducia nelle proprie strategie professionali di docenti. Desiderare che possiamo anche noi appassionarci al plurilinguismo tanto auspicato dalle Indicazioni Nazionali per il Curricolo per i nostri ragazzi e che troviamo il contesto giusto per esercitare con le nostre classi l’attitudine naturale dei bambini a “fare con la lingua” (I. Nazionali per il Curricolo, 2012), a manipolare più informazioni contemporaneamente, a giocare con l'inaspettato e a divertirsi mentre imparano e sviluppano competenze.
Si tratta di osare e credere che i nostri alunni meritino un contesto di apprendimento ricco e adeguato ai loro bisogni, capace di dare risposta alle loro curiosità e al loro desiderio di orizzonti nuovi, di proposte non banali, nella consapevolezza che la lingua inglese a loro non fa paura, perché non hanno ancora sviluppato filtri affettivi negativi nei confronti di codici verbali “altri” rispetto alla propria lingua materna e che il coinvolgimento in attività di tipo esplorativo ad alta visualità e tematiche stimolanti siano un motore capace di far superare anche la difficoltà del codice verbale nuovo.
Iniziare a introdurre il CLIL, seppure attraverso brevi, timidi, circoscritti percorsi, vuole dire proporre un contesto che non soltanto sviluppa benefici relativi alla lingua inglese, ma sollecita e potenzia un lavoro cognitivo ricco, di qualità alta: in inglese si parla di HOTS, ovvero Higher Order Thinking Skills. IL CLIL, ovvero imparare contenuti di tipo non linguistico usando come lingua veicolare la L2, permette processi cognitivi complessi. Sono i processi cognitivi che vogliamo incoraggiare se ci poniamo nell’ottica di una didattica nuova, orientata alle competenze. Attraverso percorsi in cui i bambini esplorano per esempio aspetti di educazione motoria, di storia, di scienze o di matematica in inglese, si realizzano connessioni tra aspetti di contenuto, aspetti comunicativi, elaborazione degli input e aspetti culturali (questi ultimi insiti sia nei contenuti sia nella lingua veicolare) che difficilmente possono essere realizzati così virtuosamente in altro modo. Gli esperti di CLIL fanno riferimento a questo enorme vantaggio dell’approcio CLIL parlando delle “4C”: Content, Communication, Cognition and Culture.
Si tratta però prima di tutto di elaborare, prima ancora che sulla didattica e sui processi che essa mette in atto, sulla scuola e sui bambini di oggi uno sguardo complesso, che ne riconosce nuovi bisogni e nuove potenzialità.
Come saggiamente scriveva John Dewey: If we teach today as we taught yesterday, we rob our children of tomorrow.