Natale (e non solo!)… a classi aperte

Natale Classi Aperte

Un’occasione per lavorare insieme a gruppi “verticali”

SPECIALE NATALE

Dicembre, con l’arrivo del Natale, è sempre un mese molto ricco di attività e iniziative, che coinvolgono non solo tutti gli insegnanti ma anche tutti gli alunni; diventa una vera e propria opportunità per aprire le aule e far collaborare gli alunni di età differenti.

di Laura Papetti

Il mese di dicembre vede i docenti della scuola primaria affaccendati, talvolta affannati, spesso semplicemente molto dedicati al grande tema del Natale, un tempo lungo, intorno a una festività che, sia essa vissuta religiosamente o in modo laico, è comunque un momento culturalmente cruciale nel corso dell’anno.

In questo mese compaiono spesso negli spazi esterni alle aule (corridoi, atrio, ingresso, saloni) lavori di gruppo per rappresentare i diversi simboli della stagione invernale, addobbi collettivi (a volte frutto della collaborazione tra i grandi e i piccini) in vista dei momenti di festa che preludono al periodo di vacanza in famiglia; gli stessi spazi si animano e vengono più spesso popolati da gruppi di alunni grandi e piccoli che, insieme, si ritrovano per provare a cantare insieme canti moderni o tradizionali, in lingua italiana o inglese o addirittura in più lingue, oppure per armonizzare danze o spettacoli teatrali che prevedono la partecipazione di tutti.

Lavorare insieme, a gruppi “verticali”, cioè con bambini di diverse classi che danno forma a qualcosa di significativo insieme, sia esso uno spettacolo per la festività, o un progetto che abbia per obiettivo il prendersi cura della scuola, dei suoi spazi, o ancora un percorso disciplinare dove gli alunni più grandi progettano momenti di apprendimento per i compagni più piccoli e fanno loro da tutor, è una prassi fortemente auspicabile perché rende la scuola più “realistica”, più simile a come vanno “le cose” nella vita fuori dalle mura scolastiche. I grandi si prendono cura dei più piccoli, i più piccoli imparano, rubano letteralmente tutto il sapere dei grandi e per imitazione acquisiscono comportamenti, un modo di stare, di esprimersi, di lavorare che – trasmesso dal docente – non avrebbe certamente lo stesso impatto.

Anche la normativa da anni invita all’utilizzo della modalità didattica “a classi aperte”, utile in particolare ai fini dell’inclusività scolastica:
Nell’esercizio dell’autonomia didattica le istituzioni scolastiche regolano i tempi dell’insegnamento e dello svolgimento delle singole discipline e attività nel modo più adeguato al tipo di studi e ai ritmi di apprendimento degli alunni. A tal fine le istituzioni scolastiche possono adottare tutte le forme di flessibilità che ritengono opportune tra cui […] l’articolazione modulare di gruppi di alunni provenienti dalla stessa o da diverse classi o da diversi anni di corso” (Regolamento dell’autonomia scolastica, art. 4)

Le istituzioni scolastiche sono autorizzate a sperimentare, in particolare: c) articolazione flessibile del gruppo classe, delle classi o sezioni, anche nel rispetto del principio dell’integrazione scolastica degli alunni con handicap” (D.M. 179/1999).


Due belle esperienze che desidero condividere e che possono servire da spunto forse per nuove e più interessanti forme di collaborazione tra alunni e studenti di classi diverse, sono:

a) La condivisione di idee confluite in un vero e proprio progetto tra una classe seconda, artefice del progetto, e una classe prima, relative all’uso dello spazio del grande corridoio che le due classi condividevano nel tempo libero quando, per ragioni di maltempo, non era possibile uscire all’aperto.

b) L’invito, da parte delle docenti di due classi, una prima e una terza, alla realizzazione di una “corrispondenza matematica” tra alunni delle due classi, con una doppia finalità: da un lato mantenere relazioni e contatti tra una docente e i suoi ex-alunni, dall’altro sviluppare un lavoro di scrittura consapevole e di progettazione mirata per i più grandi, e di motivazione alla soluzione di problemi, per i più piccoli.

a) Nel primo progetto, i bambini di una classe seconda in Brianza si sono fatti carico di individuare i pericoli delle corse e dei giochi troppo fisici in corridoio e hanno progettato vari “angoli” di interesse che possono coinvolgere gli amici di classe prima in giochi interessanti, ma senza pericoli. Le proposte sono state attentamente vagliate e poi esposte in una grande assemblea congiunta a cui gli alunni di prima hanno partecipato curiosi e pieni di domande.
Il progetto dei bambini di seconda ha lasciato ampio spazio anche a nuove proposte per idee da parte dei bambini di prima e – quando la selezione delle aree gioco e del regolamento per l’utilizzo degli spazi è stata ultimata, sono stati esposti i cartelli con i regolamenti per ogni spazio. Oggi gli spazi vengono prenotati per giocare insieme a giochi in scatola o al gioco dell’elastico, al ping pong soffiato o al mercato.
Uno spazio prima povero e mal sfruttato è divenuto risorsa ricca di occasioni per giocare insieme e divertirsi in sicurezza.

b) Nel progetto della “corrispondenza matematica” si è partiti da un problema per attivare alcune risorse. Gli alunni di classe terza, a settembre, si sono visti cambiare la propria insegnante di matematica, a cui erano molto affezionati, e quella che era stata la loro maestra di necessità ha dovuto ricoprire servizio in classe prima, senza quindi poter mantenere la continuità.
Dalla collaborazione delle due insegnanti di matematica è nata l’idea di far interagire gli alunni di terza non solo con la loro ex-maestra, ma anche con i nuovi arrivati in classe prima.
Il patto è partito con una lettera da parte della maestra di prima che salutava la sua ex-classe e chiedeva ai suoi ex-alunni un aiuto. I bambini di terza avrebbero potuto fare da “assistenti matematici” nei confronti dei piccoli primini, iniziando a inviare per posta, in una scatola apposita lasciata fuori dall’aula, dei problemi ideati, scritti, progettati proprio per gli amici più piccoli, alle prese con le prime operazioni, i primi problemi, i concetti di base della matematica. La curiosità e la voglia di mettersi alla prova degli alunni di prima ha fatto il resto.
Ogni giorno i bambini sbirciavano per vedere se fosse arrivato un nuovo problema per posta e… che emozione quando nella scatola vi era un nuovo biglietto! I bambini si cimentavano a piccoli gruppi nella risoluzione del problema e poi scrivevano in bella copia la lettera di risposta che, puntualmente, finiva con:
“… la prossima volta inventate un problema più difficile, se ne avete il coraggio!”.

In conclusione, molte possono essere le motivazioni e le occasioni, dentro e fuori dai momenti caldi quali le festività, per aprire le aule e far collaborare gli alunni di età differenti. Quello che riscontro come costante è sempre immancabilmente la bellezza di vedere come, accanto a “quasi coetanei”, i bambini si sentano decisamente più ingaggiati, stimolati, attratti, motivati a fare bene, insieme. Allora che questo Natale sia una festosa e scintillante occasione per incominciare ad aprire le classi e fare dell’ambiente scuola una comunità.

 

Laura Papetti è autrice e consulente editoriale per Pearson Italia. Attualmente insegna alla scuola primaria nella provincia di Monza e della Brianza. Ha insegnato per diversi anni inglese in scuole di diverso ordine e grado. È coautrice, insieme a Donatella Santandrea, della nuova guida di Pearson Italia dedicata ai docenti di scuola primaria Let's start CLIL.