Quasi quasi è Natale!

Bambino con regalo di Natale

Un approfondimento e un'attività per festeggiare con i vostri alunni

SPECIALE NATALE

Dai primi di dicembre a scuola c’è grande fermento, si provvede agli addobbi natalizi e ci si prepara al Natale con canzoni, recite, spettacoli o festeggiamenti conviviali. Per chi vive la tradizione cristiana, ma anche per chi è portatore di un’altra cultura religiosa e per gli atei, il Natale è in ogni caso un momento di festa nel periodo invernale in cui simboli quali le luci e gli altri addobbi possono essere significativi, se se ne conosce l’origine.

di Laura Papetti

L’albero di Natale e le luci

L’albero di Natale, per esempio, ha origine in diverse antiche culture precristiane.  

I Celti associavano il simbolo dell’abete decorato a celebrazioni del solstizio di inverno, cioè del giorno in cui la luce del sole dura di meno in assoluto nel ciclo annuale. In Nord dell'Europa, per esempio, dove i raggi del sole non comparivano per settimane intere, nel pieno dell'inverno, nella settimana precedente e successiva al solstizio si compivano riti ricchi di “luce” per auspicare il ritorno del sole. L'abete rosso era l’albero che si riteneva fosse in grado di esprimere meglio di tutti la vita che non muore e l’auspicio di rinascita, poiché non perdeva le sue foglie nemmeno nel pieno della stagione invernale. Quest’albero era anche sacro ai Germani, che lo associavano alla potente divinità di Odino.

I Romani decoravano le loro case con rami di pino durante il periodo delle “Calende di gennaio”.

Nella tradizione cristiana d’oltralpe le celebrazioni delle luci iniziano addirittura in autunno, quando la natura si mette al riposo, con la festività di San Martino, l’11 novembre. Questa data coincide con il periodo delle feste del raccolto di tradizione contadina ed è diventata la festa delle luci per eccellenza. La tradizione vuole che ognuno realizzi o procuri una lanterna, simbolo di vita e auspicio di rinascita, che dovrebbe rimanere poi accesa tutte le notti fino a Natale.

Più in generale, dando uno sguardo alla luce come simbolo, troviamo che essa è un elemento comune a molte tradizioni religiose perché rappresenta la vita, la nascita, la divinità, il contrasto delle tenebre e della morte.

Conoscere questi pochi elementi storici può essere un modo per dare senso a un periodo in cui ci si affaccenda per celebrare una festa che oggi, per molti svuotata del senso religioso, può invece ancora portarci a riflessioni profonde sul ciclo della vita, sul bisogno di speranza che da sempre l’uomo esprime.
 

Attività: una lanterna per portare luce dove c’è buio

Per realizzare la classica lanterna di San Martino molto usata nelle scuole steineriane occorrono:

  • carta velina colorata;
  • un palloncino;
  • colla vinilica e acqua;
  • lumino;
  • filo di lana.
     

Procedimento

  • Si gonfia il palloncino;
  • si spennella colla vinilica mista ad acqua fino a coprire tutta la base del palloncino (fino a metà);
  • si sovrappongono striscioline di carta velina colorata, in modo da ricoprire la parte del palloncino che è stata spennellata di colla;
  • si ricopre il primo strato di carta velina così realizzato con un secondo strato di colla vinilica mista ad acqua;
  • si procede con un secondo strato di carta velina a striscioline;
  • si ripetono altri due strati di colla e di carta velina;
  • si lascia asciugare la “ciotola di carta velina” così realizzata intorno al palloncino;
  • quando il tutto è asciutto si può bucare il palloncino;
  • si fanno due buchini nell’oggetto di carta realizzato in modo da poter infilare il filo di lana;
  • ora si può appendere la lanterna.

 

Laura Papetti è progettista editoriale, ha insegnato inglese in scuole di vario ordine e grado, ha lavorato come docente di sostegno e attualmente insegna alla scuola primaria nella provincia di Monza e della Brianza. È coautrice insieme a Donatella Santandrea della nuova guida di Pearson Italia dedicata ai docenti di scuola primaria Let's start CLIL.