Alternanza scuola lavoro con “Lezioni in villa”

Dal progetto al project-work

ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO

I percorsi di Alternanza scuola-lavoro (ASL) - prescritti dal Decreto Legislativo 77/2005 e dalla legge 107/2015 che coinvolgono anche i licei - hanno sollecitato, pur con qualche disorientamento iniziale, a riflettere sulla cospicua offerta progettuale formativa già in atto e consolidata negli anni al Liceo da Vinci e a rielaborarla declinandola in base a soft skills circoscritte alle nuove esigenze. Lezioni in villa è uno degli esempi “virtuosi” che il liceo, in collaborazione con alcune realtà imprenditoriali e culturali, offre agli studenti.

di Paola Bellin

A livello internazionale e nazionale è emersa da tempo, e diventata urgenza negli ultimi anni, l’esigenza di promuovere una cultura che valorizzi la conoscenza del patrimonio artistico e dei Beni culturali presenti nel territorio nazionale e li consideri una preziosa risorsa dal punto di vista sociale, economico e turistico, creando una buona e rapida sinergia tra luoghi dell’educazione e luoghi della cultura, rete territoriale scolastica e rete territoriale di Enti, Imprese, Associazioni e Istituzioni culturali e turistiche. In questo quadro il Liceo Da Vinci si propone come centro di sensibilizzazione e promozione del patrimonio culturale comune, fornendo occasioni non solo di apprendimento delle conoscenze, ma anche di divulgazione delle stesse all’esterno della realtà scolastica e costruendo nei giovani competenze nella fruizione del bene culturale locale che li responsabilizzino e li coinvolgano nel processo di acquisizione di identità del territorio. Il progetto Lezioni in villa, che ha una forte valenza educativa e civica per tutta la comunità, ha inteso esplorare la possibilità di integrare nel percorso di formazione degli studenti, significative esperienze ed apprendimenti relativi al patrimonio della propria Regione, recuperando i valori culturali e sociali della tradizione attraverso l’analisi di uno dei maggiori e peculiari fenomeni presenti nel territorio, le Ville Venete, nella convinzione che solo con la consapevolezza ed il rispetto della propria cultura le nuove generazioni potranno aprirsi al confronto costruttivo con altre realtà culturali.

Il progetto, fin dalla sua ideazione ed elaborazione iniziale, nel 2006, si è proposto la messa in atto di una metodologia del “saper fare” in un’ottica trasversale dei saperi privilegiando, attraverso fasi operative, una conoscenza che trovi nell’esperienza e nell’azione il senso della sua completezza e del suo essere a servizio della collettività. La stessa denominazione del progetto ne mette in luce la volontà di essere realizzato in un contesto non solo formale, l’aula, ma anche e soprattutto in un contesto non formale, la villa e i suoi spazi che diventano luoghi dove mettere in atto competenze.

Gli studenti, guidati dai loro docenti e da esperti quali proprietari, operatori di villa e studiosi, nei primi anni di progetto hanno ricostruito, in un percorso interdisciplinare, il processo che ha condotto la civiltà di villa dall’epoca romana fino al periodo palladiano, ma anche nei secoli successivi fino al presente, approfondendo il contesto socio-economico delle ville, la loro funzione di organizzazione del territorio agricolo in relazione con la città e le scelte politiche, il ruolo di centri culturali. Attraverso la ricerca delle fonti storiche e la lettura e analisi degli elementi architettonici e del territorio, hanno scoperto una cultura, quella veneziana del ‘500, di straordinaria modernità e ricchezza di intelligenze, in primis Andrea Palladio, ed una committenza, dai Bembo e i Barbaro agli Emo, lungimirante per senso degli affari, l’apertura culturale che la caratterizzava ma, soprattutto, per aver saputo cogliere e fare propri molti input culturali provenienti sia dal mondo orientale che da quello del centro e del nord Europa. Gli studenti hanno in parallelo affrontato la realtà del mondo contadino, le condizioni di vita, le necessità e aspirazioni, le tradizioni. Grazie alle esperienze di Alternanza Scuola Lavoro, che stanno caratterizzando sempre più il progetto, gli studenti hanno colto la potenzialità di esprimere non solo la trasversalità dei saperi ma anche di acquisire competenze specifiche in vare aree professionali, dalle umanistiche e sociali a quelle scientifiche ed economiche.

Addentrarci in questo mondo-affermano gli studenti- ci ha dato la consapevolezza di avere un patrimonio davvero straordinario che sentiamo il dovere di trasmettere alla comunità, ai giovani come noi, di salvaguardarlo integro nella sua bellezza, e anche di fruirlo perché non rimanga un monumentum ma continui ad esprimere tutta la sua forza di identità culturale, di appartenenza ad un territorio. Ci ha dato inoltre la possibilità di vedere realizzato, con il nostro impegno, l’articolo 9 della Costituzione italiana”.

Per approfondire: la videolezione

 

Paola Bellin è docente di Lettere, referente delle Politiche giovanili e di alcuni progetti culturali e di cittadinanza attiva.