Valutare e certificare nel 2° ciclo
Le risposte ad alcune tra le più frequenti domande
COMPETENZE
Competenze chiave europee e di cittadinanza, valutazione e RAV, prove INVALSI, Esame di Stato… Le domande che sorgono in merito a questi argomenti sono moltissime. Proviamo a dare alcune risposte!
di Tommaso Montefusco
Come districarsi tra le difficoltà del secondo ciclo: competenze chiave europee (Raccomandazione UE 18/12/2006) o competenze di cittadinanza del D.M. 139/2007, a firma On. Fioroni?
Certificare per assi culturali o valutare le competenze chiave europee come richiesto dal RAV?
Cosa fare nel triennio dove non è prevista alcuna forma di certificazione?
E l'obbligo di partecipare alle prove INVALSI in 5^ classe cosa comporta ai fini della progettazione didattica?
Che senso ha invitare, come fa il MIUR, le Commissioni dell'Esame di Stato a redigere un Europass per ogni alunno?
Al termine dei percorsi di ASL occorrerà certificare sia le competenze disciplinari sia le competenze chiave?
È evidente che il secondo ciclo è un cantiere a cielo aperto, mentre, al contrario, il primo ciclo ha raggiunto un suo assestamento normativo, in tema di valutazione e certificazione delle competenze chiave europee, dopo una sperimentazione triennale.
Occorre, secondo me:
- partire da una ricognizione dell'esistente;
- individuare i nodi problematici;
- definire i percorsi di innovazione didattica che si intendono perseguire;
- sperimentare forme unitarie di valutazione e certificazione delle competenze, che prefigurino un possibile futuro per il 2° ciclo.
Le Linee Guida su cui si basano i percorsi di apprendimento degli Istituti Tecnici e Professionali (per i Tecnici la Direttiva 57 del 15/7/2010 e la Direttiva 4 del 16/1/2012. Per i Professionali la Direttiva 65/2010 e la Direttiva 5 del 16/1/2012) differiscono nell' impostazione di base, rispetto alle Linee Guida dei 6 licei, per una più marcata ed esplicita accentuazione relativa a percorsi centrati sulle competenze chiave.
L'unica certificazione vigente nel 2° ciclo risulta quella per assi culturali, che risente, ovviamente, della curvatura disciplinare.
Tutto ciò postula la progettazione di percorsi di apprendimento differenziati. Per i Tecnici e per i Professionali possiamo tranquillamente fare riferimento alle UDA, con il loro corredo di rubriche e compiti autentici, che consentono di valutare le conoscenze, le abilità e le competenze chiave di cittadinanza, con una utile ricaduta ai fini dell'aggiornamento del RAV, che le richiede esplicitamente.
Nei Licei si tratta di certificare le competenze di natura disciplinare, ma centrate sui cosiddetti assi culturali.
Tuttavia la certificazione per assi culturali richiede anche una progettazione per assi culturali e prove di verifica centrate sui medesimi assi culturali.
La Progettazione per assi culturali presuppone un elevato coordinamento ed una elevata progettualità collegiale dei CDC, in quanto occorre realizzare percorsi di natura interdisciplinare e transdisciplinare. Fatta eccezione per l'asse matematico che viaggia da solo, ma che dovrebbe anche relazionarsi, secondo me, all'asse scientifico-tecnologico.
Inoltre, anche la certificazione di fine obbligo, la cui redazione non è nella disponibilità dei singoli docenti, ma è compito del CDC nella sua collegialità, richiede delle prove di verifica (prove esperte) concertate tra tutti i docenti che fanno capo ad ogni asse, per valutare il livello di conseguimento di ogni indicatore previsto dalla certificazione (base-intermedio-avanzato e anche "non raggiunto" come suggerisce la Certificazione medesima).
In ogni caso non si tratta di una Certificazione delle competenze chiave, come spiegano a proposito le LL.GG. per i Licei (D.M. 211/2010 pag. 9).
Mi chiedo in quante scuole ciò avvenga.
È evidente che occorre un allineamento delle procedure di valutazione e di certificazione, magari attraverso un periodo di sperimentazione, come accaduto per le scuole del 1° ciclo.
Indizi riferiti a tale allineamento da parte del MIUR, anche se marcato dai tempi ministeriali, possono essere rintracciati nelle seguenti indicazioni:
- Aver individuato per tutte le scuole italiane 4 competenze chiave europee da valutare ai fini dell'aggiornamento del RAV (LL. GG. all'autovalutazione del marzo 2017): imparare ad apprendere, competenze digitali, competenze sociali e civiche, spirito di iniziativa e imprenditorialità (o intraprendenza, come giustamente preferisce Franca Da Re).
- Aver introdotto le prove INVALSI obbligatorie in quinta classe, "obbligando" per così dire a rivedere le programmazioni didattiche orientandole a tale finalità (compiti autentici, simulazioni di problemi reali, valutazione di conoscenze ma anche di competenze, etc. etc.).
- Aver suggerito alle Commissioni dell'Esame di Stato di redigere l'Europass per ogni alunno diplomato.
- Aver esteso i percorsi di ASL, dai professionali (la terza area) a tutte le scuole del 2° ciclo, orientando le scuole a valutare i saperi ma anche il saper fare in situazione, ovvero i saperi agiti. Inoltre i percorsi di ASL prevedono una certificazione finale delle competenze sia disciplinari ma anche "applicate", viste cioè in situazione, ovvero competenze chiave di cittadinanza.
- D'altra parte, come testimonia il Rapporto Excelsior 2010, le aziende, gli uffici, gli apparati amministrativi, chiedono ai giovani da assumere innanzi tutto il possesso di competenze di cittadinanza: capacità di lavorare in gruppo, problem solving, padroneggiamento della madrelingua, capacità di lavorare in autonomia.
La linea di tendenza a me appare chiara.
Cosa fare allora?
Personalmente suggerisco un fai-da-te intelligente e premonitore:
- una progettazione didattica che preveda certamente le conoscenze e le abilità suggerite dalle varie LL. GG. come base necessaria e ineludibile di ogni apprendimento e necessariamente da valutare con i criteri e gli strumenti che i Collegi decideranno di adottare; è un compito di importanza fondamentale, in quanto sugli esiti degli apprendimenti si decide la carriera dell'alunno;
- utilizzazione dello "strumento" UDA con corredo di compiti autentici, rubriche e mix di competenze disciplinari e competenze chiave europee, da sperimentare, se non altro ai fini della ASL e delle prove INVALSI ed estensione delle pratiche di didattica laboratoriale;
- una sperimentazione di modelli di certificazione a fine biennio e a fine triennio centrati sulle competenze chiave europee, iniziando a realizzare forme di certificazione dell' ASL.