Una didattica inclusiva non penalizza la classe

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Un modo diverso di apprendere è una ricchezza per tutti

BES E INCLUSIONE

La presenza di bambini con DSA spesso fa nascere perplessità sia tra i loro genitori, sia tra i genitori di tutti gli altri bambini. Ma non bisogna dimenticare che una didattica inclusiva non penalizza la classe e che un approccio equilibrato a queste perplessità può garantire la crescita di relazioni positive tra i bambini e gli adulti.

di Antonella Olivieri

La presenza di un bambino o una bambina con DSA in classe fa spesso nascere perplessità tra i genitori degli altri bambini che temono un rallentamento dei programmi e la riduzione dei contenuti culturali nelle lezioni. Anche nei genitori dei bambini con DSA crescono diverse preoccupazioni: sulla disponibilità dei docenti, sulle relazioni nella classe e l’ostilità verso la presenza del proprio figlio. Un approccio equilibrato a questi problemi può garantire la reale inclusione e la crescita di relazioni positive tra i bambini e gli adulti.

Livelli di apprendimento e didattica

La preoccupazione che il livello di apprendimento si riduca in una classe in cui siano presenti bambini con DSA è del tutto infondata. L’intelligenza di un bambino con DSA è normale, cambia solo il modo di apprendere: le spiegazioni in più che i docenti dovranno dare su come si esegue un compito o una procedura saranno sicuramente utili a tutta la classe. Nei primi anni gli insegnanti propongono percorsi di recupero e consolidamento dell’acquisizione della letto-scrittura e del calcolo. Tali percorsi sono indispensabili per i bambini con difficoltà in queste attività e sono la premessa necessaria ad un eventuale avvio alla diagnosi. Le attività di consolidamento sono comunque utili anche agli altri perché consentono di acquisire maggiore sicurezza.
Negli anni successivi tutte le integrazioni didattiche utili per i bambini con DSA (uso di mappe, tabelle e schemi, proiezione di video, ricorso a disegni e foto, ecc.) sono efficaci per tutti. Quando s’inizia a studiare storia, geografia e scienze gli insegnanti, proprio per aiutare chi ha DSA e BES, introducono spesso attività di esplorazione del territorio, coltivazione di piccoli orti, drammatizzazione, lavori di gruppo, ecc. Anche queste attività sono utili e stimolanti per tutta la classe, così come le dettagliate spiegazioni del linguaggio e dei termini meno consueti, necessarie per i bambini con difficoltà di accesso lessicale (uno dei DSA) e per gli stranieri.
Occorre certamente che i genitori di un bambino con DSA siano attenti alle scelte didattiche dei docenti e, nel caso le ritengano poco inclusive, si consultino con il docente Referente sui DSA della scuola per verificare se ci sono già stati interventi di formazione sui DSA per i docenti o se un intervento di questo tipo può essere proposto in Consiglio d’Istituto.

Buone relazioni fra gli allievi e i docenti: garanzia di benessere

Stare bene a scuola è la migliore garanzia della possibilità di acquisire non solo conoscenze utili e interessanti, ma anche competenze e abilità. Star bene è possibile se ci sono relazioni serene, di collaborazione e aiuto reciproco. Occorre essere attenti se i figli raccontano di essere stati presi in giro per le loro difficoltà, di essere stati oggetto di bullismo.
Episodi di questo tipo sono a volte solo la manifestazione di un’accentuata rivalità tra i bambini. Possono però derivare da discorsi e atteggiamenti di ostilità emersi in famiglia.
È importante concordare con gli insegnanti un intervento, durante un Consiglio di classe o di interclasse aperto ai genitori, che spieghi a tutti le caratteristiche dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento, le strategie didattiche necessarie per includere i bambini con DSA. Durante l’intervento non è necessario che sia fatto esplicitamente in nome dei bambini dislessici, ma è indispensabile spigare che le strategie didattiche necessarie non danneggiano gli altri bambini e le misure dispensative adottate durante le verifiche non sono privilegi per i bambini con un DSA, ma garanzia di parità con i compagni.
Molti esperti suggeriscono ai genitori dei bambini con DSA di non aprire, se possibile, aspri contrasti con gli insegnanti, ricorrendo invece alla mediazione del Referente DSA o del Dirigente della scuola in caso di malintesi, pratiche didattiche e valutazioni non adeguate. È altrettanto necessario evitare contrapposizioni polemiche con gli altri genitori, perché rischiano di peggiorare i rapporti tra bambini generando isolamento e diffidenza. Anche per le famiglie si può organizzare nella scuola un incontro con specialisti che spieghino in termini oggettivi i DSA. I rappresentanti di classe e il Consiglio d’istituto sono il canale istituzionale a cui ricorrere per iniziative di questo tipo.
Un altro terreno in cui si può agire per garantire un clima di serenità ai figli è quello delle relazioni amicali, coinvolgendo in festicciole, uscite per un film, una gita in bicicletta, una pizza, ecc. i compagni più disponibili e le loro famiglie.

 

Antonella Olivieri è docente di lettere e dirigente scolastica, attualmente è formatrice sui DSA.