
L’organizzazione in funzione delle sedute di logopedia e dei compiti
Logopedia: organizzarsi è possibile
BES E INCLUSIONE
La diagnosi è infine arrivata: sappiamo che nostro figlio ha un Disturbo Specifico dell’Apprendimento. Per certi versi è un sollievo. Alcune delle difficoltà che si erano presentate nei mesi e negli anni precedenti, soprattutto a scuola, hanno finalmente una spiegazione. Se la diagnosi è stata completata nei primi anni della Scuola primaria, gli specialisti danno anche indicazioni sul trattamento di logopedia. Vediamo quali conseguenze pratiche ha questa prescrizione e come organizzarsi.
di Antonella Olivieri
Diagnosi tempestiva o tardiva?
Quando la diagnosi si ha entro la 3^ o 4^ classe della Scuola primaria, le prospettive per una compensazione del disturbo con l’intervento della logopedia sono buone. Il disturbo è permanente, non è quindi prevista la “guarigione”, anche perché non si tratta di una malattia, però il o la logopedista aiuta a superare gli ostacoli più importanti alla lettura e alla scrittura e aiuta il bambino a trovare le strategie giuste per non farsi penalizzare dal disturbo.
Quando la diagnosi arriva alla fine della Scuola primaria, o addirittura nella secondaria, soprattutto di secondo grado, si parla di diagnosi tardiva. Inutile cercare “i colpevoli” del ritardo nell’individuazione del disturbo: le resistenze familiari, l’osservazione tardiva da parte degli insegnanti, la modesta rilevanza del disturbo. La logopedia a quel punto ha comunque un’efficacia scarsa o nulla ed è più consigliabile orientarsi a far acquisire buone competenze nell’uso degli strumenti compensativi: PC, calcolatrice, ecc.
L’organizzazione familiare
Concentriamoci invece sull’organizzazione familiare nei casi in cui la logopedia è consigliabile e, con buone probabilità, efficace. L’inizio delle sedute scombussola certamente la vita del bambino e dell’intera famiglia.
Il bambino si trova a dover rinunciare a momenti di libertà e di gioco, in alcuni casi a uscire da scuola in anticipo o entrarci in ritardo secondo gli orari fissati per le sedute di logopedia. Qualche membro dell’équipe che ha svolto gli esami per la diagnosi dovrebbe incontrare il bambino e spiegargli che i DSA non sono una malattia e che la logopedia potrà portare miglioramenti. È importante che queste spiegazioni e gli incoraggiamenti connessi vengano da uno specialista, con la sua autorevolezza. Periodicamente la stessa funzione di incoraggiamento verrà svolta dalla logopedista durante le sedute.
Le sedute settimanali possono essere una o più di una, in relazione alle caratteristiche del disturbo, e rendono necessario accompagnare il bambino: la famiglia si deve organizzare. Se entrambi i genitori lavorano, è inevitabile ricorrere a nonni, fratelli maggiori, babysitter. Si può comunque far ricorso alle facilitazioni concesse dalla normativa.
La legge 170/10, Art. 6, comma 1 riconosce ai “familiari fino al primo grado di studenti del primo ciclo dell'istruzione con DSA impegnati nell'assistenza alle attività scolastiche a casa hanno diritto di usufruire di orari di lavoro flessibili”, eventualmente anche al part-time. Al comma 2 precisa che per “ Le modalità di esercizio del diritto di cui al comma 1” occorre fare riferimento ai “contratti collettivi nazionali di lavoro perché non ci possono essere nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica”. Non è necessaria la certificazione di disabilità ex legge 104/92.
Darsi aspettative corrette
All’uscita dalle sedute del bambino è opportuno chiedere com’è andata, senza pressione e toni inquisitori, ma dimostrandogli l’interesse che abbiamo per lui, per le sue emozioni, i suoi dubbi e la sua fatica. Gli interventi di logopedia hanno spesso una dimensione ludica che li rendono meno pesanti per i più piccoli. Per un’efficacia ancora maggiore, eventualmente, sarà il o la logopedista a suggerire qualcuno dei programmi informatici proposti ormai da diverse case editrici specializzate che potremo proporre al bambino a casa. Sarà anche l’occasione per cominciare a familiarizzare con un PC, supporto utile, anzi necessario per i bambini con DSA, che dovrebbero imparare a usarlo il prima possibile.
È necessario inserire le sedute nella routine settimanale, parlandone sistematicamente con il bambino, in modo che la sua consapevolezza aumenti: la logopedia non deve essere qualcosa imposto dall’alto che scombussola le aspettative e i progetti autonomi.
Nei primi anni della Scuola primaria, soprattutto se a tempo pieno, i compiti probabilmente non saranno molti, in genere concentrati nel week end e quindi il tempo libero per il bambino non dovrebbe diminuire troppo. Negli ultimi due anni i compiti e lo studio in genere aumentano e sarà necessaria maggiore attenzione perché il bambino non trascuri i compiti e non viva con fastidio la logopedia.
Il figlio va seguito senza spazientirsi, senza fretta di veder arrivare i risultati della logopedia e senza pressarlo per i compiti. Si può approfittare per osservarlo, mentre studia ed esegue esercizi e testi assegnati dagli insegnanti. Anche in questo caso i consigli degli insegnanti e della logopedista aiuteranno il bambino a trovare strategie adatte a non perdere tempo.
Va chiarito con gli specialisti quando sarà necessario aggiornare la diagnosi: i DSA sono permanenti, e altrettanto permanente è la diagnosi. Gli interventi compensativi però possono cambiare almeno in parte le prestazioni. Molte scuole medie e superiori apprezzano una diagnosi aggiornata, anche se non è più richiesto in base alla normativa vigente.