Partecipare alla vita della scuola

partecipare alla vita della scuola

Genitori e incarichi all’interno degli organi collegiali scolastici

GENITORI, FIGLI E SCUOLA

Partecipare agli organi collegiali della scuola che prevedono la figura dei genitori al loro interno è una modalità concreta e utile per vivere da vicino la complessa e vitale realtà della scuola e contribuire, con le proprie competenze, a costruire un ambiente dove davvero si realizzi quel patto educativo tra istituzione e famiglie che la normativa auspica e pone a fondamento del percorso educativo di tutti gli alunni.

di Laura Papetti

Con questo contributo vogliamo offrire una breve panoramica sulla natura del ruolo di rappresentante di classe e di rappresentante in consiglio di istituto e soprattutto affidare la parola ad alcuni genitori che hanno assunto questi incarichi e che possono donare la loro testimonianza a vantaggio di chi, per la prima volta, li assume.

Il rappresentante di classe

I Rappresentanti dei genitori nel consiglio di classe sono rispettivamente:

  • 1 alla scuola dell’infanzia;
  • 1 alla scuola primaria;
  • 4 alla scuola secondaria di primo grado.

Il rappresentante dei genitori, eletto annualmente entro il 31 ottobre, ha funzione consultiva e propositiva (D.L. 297/1994), rappresenta la comunità dei genitori della classe, porta avanti le istanze delle famiglie che riguardano la vita scolastica dei figli, fa proposte, vota e si esprime sulla scelta dei libri di testo.
Il consiglio di classe viene convocato periodicamente, con congruo preavviso, in orario non coincidente con le lezioni, alla presenza dei docenti o anche del dirigente.
Il rappresentante di classe ha il delicato compito di fare rete con i genitori della classe, utilizzando i mezzi di comunicazione più opportuni e concordati, in modo da raggiungere, aggiornare e consultare tutti rispetto a decisioni e proposte che riguardano la classe.
Per legge è tenuto a conoscere il Regolamento di Istituto ed il Patto di Corresponsabilità adottato dalla scuola, nonché conoscere i compiti e le funzioni dei vari organi collegiali della scuola.
Le proposte che emergono in ronsiglio di rlasse possono poi essere portate all’attenzione del collegio docenti per approvazione da parte di tutta la scuola.

Il rappresentante di classe non ha il diritto di (né è tenuto a):

  • farsi portavoce delle istanze di singoli genitori riguardo ai propri figli;
  • entrare nel merito di temi di competenza esclusiva di altri organi collegiali (ad esempio il metodo di insegnamento e la didattica).

Infine, il rappresentante non è tenuto a:

  • fare collette per la scuola;
  • gestire il fondo-cassa;
  • acquistare beni per la scuola.

Sentiamo ora la diretta testimonianza di chi ricopre questo ruolo, attraverso le parole di due rappresentanti di classe, Laura Brambilla e Daniela Faso:

Quali sono le motivazioni che l’hanno portata a candidarsi / accettare il ruolo di rappresentante di classe?
LAURA: In realtà mi sono ritrovata ad esserlo, causa dimissioni della rappresentate in carica. Io avevo indicato il mio nome per formalità nelle votazioni.
DANIELA: La voglia di sentirmi parte attiva nella scuola mi ha portato a candidarmi, la possibilità di seguire da vicino le dinamiche scolastiche, di poter essere un aiuto per i genitori "indaffarati" mi ha spinto a fare questa scelta.

Quali pensa siano le maggiori competenze che un rappresentante deve saper mettere in gioco?
LAURA: Capacità di intermediazione e pazienza, molta pazienza.
Bisogna ascoltare le diverse voci in causa (insegnanti e mediamente almeno 20 genitori) e farli incontrare senza perdere tempo in chiacchere.
DANIELA: Secondo me un buon rappresentante deve possedere una buona capacità d'ascolto in quanto si fa portavoce delle esigenze/necessità dell'intera classe. Deve saper distinguere, separare le questioni personali da quelle collettive. Compito principale del rappresentante è quello di fare da tramite tra il corpo insegnati e i genitori.

Rispetto a quando ha assunto l’incarico, ha trovato aspetti del ruolo che non aveva previsto, incarichi che non aveva contemplato e che hanno reso difficile o troppo gravoso questo impegno?
LAURA: Forse la parte che mi pesa di più è la gestione del fondo cassa perché ho sempre timore di commettere errori nell'utilizzarlo, e magari di rimetterci del denaro mio.
Molto impegnative sono le attività collaterali, come le feste di fine anno, di Natale o i banchetti di vendita.
Le famiglie vedono solo "il risultato finale" ma ci sono mesi di preparativi, incontri, telefonate e lavori da parte dei rappresentati.
DANIELA: La realtà che ho vissuto in questi due anni da rappresentante mi ha portato spesso ad agire in prima persona in numerose iniziative di raccolta fondi per la scuola. Lavorando non è stato semplice conciliare tutte queste attività che non rientrano di fatto nei compiti del rappresentante, ma che poi nella realtà quotidiana diventano un suo impegno.

Che cosa suggerirebbe a un genitore che per la prima volta valuta l’ipotesi di candidarsi come rappresentante di classe?
LAURA: Di considerare che per farlo bene bisogna essere disponibile a investirci del tempo.
In termini pratici suggerirei di tenere un’agenda dedicata a questo impegno dove annotarsi tutto.
DANIELA: Il mio consiglio è quello di vivere questa esperienza serenamente; è un'occasione per sentirsi attivi nella scuola.

Ci racconta un’occasione in cui ha potuto davvero essere di aiuto alla scuola o alle famiglie nel ruolo di rappresentante di classe e si è sentita particolarmente utile in questo incarico?
LAURA: Sicuramente per me è stato quando lo scorso luglio, dopo mesi di attesa, domande, appuntamenti e telefonate, sono riuscita per conto della classe che rappresento e di altre due, ad avere autorizzazione a imbiancare le aule, con colori da me indicati e con la collaborazione di altri genitori.
Vedendo il lavoro completato e ricevendo i complimenti sia per come ho organizzato sia per il risultato dalla dirigenza scolastica, dal comune e dai genitori, mi sono sentita fiera del mio ruolo.
DANIELA: In questi anni ho partecipato a numerose iniziative per raccolte fondi e per la realizzazione di spettacoli di Natale.
A livello economico tutte queste attività hanno permesso alla nostra scuola di poter acquistare nuove attrezzature e questo mi ha resa fiera del lavoro svolto da noi rappresentanti.
Realizzare spettacoli/giochi per i nostri bambini mi ha invece emozionato nel vedere i loro sguardi felici e contenti. Tutte esperienze da ripetere e da divulgare.

Il rappresentante in consiglio di istituto

Il consiglio d'istituto (CdI) è l’organo collegiale (D.P.R. 416/1974) formato dalle varie componenti interne alla scuola e si occupa della gestione e dell'amministrazione trasparente degli istituti scolastici pubblici e parificati statali italiani.

"Ai sensi dell’art. 6 dell’O.M. 215 del 15 luglio 1991 e dell’art. 8 del Decreto Legislativo 16 aprile 1994, n. 297 il consiglio di circolo o d’istituto:
nelle scuole con popolazione scolastica fino a 500 alunni, è costituito da 14 membri, così suddivisi:

  1. N. 6 rappresentanti del personale insegnante;
  2. N. 6 rappresentanti dei genitori degli alunni;
  3. N. 1 rappresentante del personale amministrativo, tecnico ed ausiliario;
  4. il Dirigente scolastico.

nelle scuole con popolazione scolastica superiore a 500 alunni è costituito da 19 membri, così suddivisi:

  1. N. 8 rappresentanti del personale insegnante;
  2. N. 8 rappresentanti dei genitori degli alunni;
  3. N. 2 rappresentanti del personale amministrativo, tecnico ed ausiliario;
  4. il Dirigente scolastico.

I rappresentanti del personale docente sono eletti dal collegio dei docenti nel proprio seno; quelli del personale amministrativo, tecnico e ausiliario dal corrispondente personale di ruolo o non di ruolo in servizio nel circolo o nell’istituto; quelli dei genitori degli alunni sono eletti dai genitori stessi o da chi ne fa legalmente le veci; quelli degli studenti, ove previsti, dagli studenti dell’istituto.
Possono essere chiamati a partecipare alle riunioni del consiglio di circolo o di istituto, a titolo consultivo, gli specialisti che operano in modo continuativo nella scuola con compiti medico, psicopedagogici e di orientamento.
Il consiglio di circolo o di istituto è presieduto da uno dei membri, eletto a maggioranza assoluta dei suoi componenti, tra i rappresentanti dei genitori degli alunni. Qualora non si raggiunga detta maggioranza nella prima votazione, il presidente è eletto a maggioranza relativa dei votanti. Può essere eletto anche un vice presidente.
Le riunioni del consiglio hanno luogo in ore non coincidenti con l’orario di lezione. Le funzioni di segretario del consiglio di circolo o di istituto sono affidate dal presidente a un membro del consiglio stesso.
Il consiglio di circolo o di istituto nella sua prima seduta, elegge, tra i suoi membri, una giunta esecutiva:

  1. Composta da un docente, da un impiegato amministrativo o tecnico o ausiliario e da due genitori.
  2. Della giunta fanno parte di diritto il Dirigente scolastico, che la presiede e ha la rappresentanza del circolo o dell’istituto, e il capo dei servizi di segreteria (DSGA) che svolge anche funzioni di segretario della giunta stessa.
  3. Negli istituti di istruzione secondaria superiore la rappresentanza dei genitori è ridotta di una unità; in tal caso è chiamato a far parte della giunta esecutiva un rappresentante eletto dagli studenti.
  4. I consigli di circolo o di istituto e la giunta esecutiva durano in carica per tre anni scolastici. Coloro che nel corso del triennio perdono i requisiti per essere eletti in consiglio vengono sostituiti dai primi dei non eletti nelle rispettive liste. La rappresentanza studentesca viene rinnovata annualmente." [fonte: Orizzonte Scuola]

Ecco la testimonianza di Marco Martelli, rappresentante dei genitori in Consiglio di Istituto:

Quali pensa siano le maggiori competenze che un rappresentante nel CdI deve saper mettere in gioco?
MARCO: Le maggiori competenze da mettere in gioco sono la propria professionalità, il saper lavorare in gruppo; gli anglofoni lo definiscono teamworking. Sono necessarie anche tenacia e passione.
Le competenze maturate nella propria professione possono essere utili nelle discussioni che avvengono all'interno del consiglio, al fine di analizzare e trattare i vari argomenti per giungere a deliberare i vari punti.
La tenacia perché bisogna saper mantenere la propria posizione sia come singolo che come gruppo in varie situazioni, oppure essere tenaci nel proporre un cambiamento.
La passione, secondo il mio punto di vista, è la qualità che aiuta a superare le difficoltà, a sostenere le frustrazioni e ad andare avanti per raggiungere nuovi obbiettivi.

Rispetto a quando ha assunto l’incarico, ha trovato aspetti del ruolo che non aveva previsto, incarichi che non aveva contemplato e che hanno reso difficile o troppo gravoso questo impegno?
MARCO: Sì, ad esempio quest'anno è stata costituita la Commissione Visite e Viaggi con lo scopo di redigere un regolamento che disciplini le visite e i viaggi d'istruzione. Si tratta di una novità introdotta quest'anno, frutto di un lavoro e di dibattiti degli scorsi cinque anni, ma preventivarla non sarebbe stato possibile.
Ma non direi che si tratta di un compito gravoso, se si affronta con serietà e passione questo incarico le difficoltà si possono superare e non si è da soli.

Che cosa suggerirebbe a un genitore che per la prima volta valuta l’ipotesi di candidarsi come rappresentante dei genitori nel CdI?
MARCO: Occorre precisare che qualche ora del proprio tempo va preventivata se si vuole accettare questo ruolo, si tratta di una piccola rinuncia, ma ne vale la pena.
Suggerirei che questa è un’opportunità per aiutare la nostra scuola, possiamo vedere questo come un investimento sul futuro dei nostri figli, contribuire a migliorare, con il nostro aiuto, quell’ambiente che si può considerare la "palestra dei futuri uomini".

Perché secondo lei è una bella opportunità quella di far parte del CdI e vale la pena candidarsi?
MARCO: secondo me è una bella opportunità, se si vuole fare un viaggio nel mondo dove i nostri figli si formano, studiano e vivono parte della loro socialità: noi in questo modo possiamo essere al loro fianco.
Come genitori, siamo al loro fianco per ascoltarli, consigliarli siamo parte anche noi del lungo viaggio che è la scuola, senza invadere i loro spazi ma partecipando alla costruzione di un ambiente che sia davvero formativo.

 

Laura Papetti è autrice e consulente editoriale per Pearson Italia. Attualmente insegna alla scuola primaria nella provincia di Monza e della Brianza. Ha insegnato per diversi anni inglese in scuole di diverso ordine e grado. È coautrice, insieme a Donatella Santandrea, della nuova guida di Pearson Italia dedicata ai docenti di scuola primaria Let's start CLIL.