L'apprendimento cooperativo

Lavori cooperativi in classe

Lavori di gruppo e lavori cooperativi: due modalità didattiche a confronto

LE PAROLE DELLA SCUOLA

Si è parlato e si parla da molto tempo di “apprendimento cooperativo”, eppure ancora oggi spesso questo termine è assimilato all’idea del lavoro di gruppo in classe. Nel presente contributo proviamo a chiarire che cosa caratterizza una didattica cooperativa e che cosa la differenzia dal semplice lavoro di gruppo.

di Laura Papetti

Nella didattica cooperativa gli allievi:

  • imparano collaborando (ma attenzione, non tutte le forme di lavoro a gruppi o collaborative sono cooperative!) rigorosamente suddivisi in gruppi eterogenei (cioè con elementi diversi tra loro per livello, caratteristiche, modi di apprendere preferenziali*…);
  • affrontano ogni compito proposto suddividendosi il lavoro e mantenendo tra loro “interdipendenza positiva” (cioè ognuno ha un ruolo specifico e deve dare un suo specifico contributo al gruppo, necessario per la buona riuscita del progetto);
  • mettono in gioco competenze sociali (es. acquisire informazioni dal compagno, saper valutare i diversi punti di vista, arrivare a una mediazione che soddisfi tutti prima di prendere una decisione, sfruttare le diverse capacità del gruppo in modo efficace) come parte integrante del compito;
  • lavorano in autonomia, cioè, una volta acquisite le informazioni necessarie per comprendere il compito e le modalità di lavoro richieste, sanno organizzarsi autonomamente.

Nella didattica cooperativa, il compito dell’insegnante non è quello di attore principale in scena ma piuttosto quello di regista, che organizza e predispone la scena, ma poi si toglie e lascia che il lavoro sia portato avanti dagli allievi.
La metodologia cooperativa è stata efficacemente sintetizzata con l’espressione “affondiamo o nuotiamo insieme” (Johnson & Johnson). Anche se certamente non esaustiva, questa espressione traccia alcuni aspetti fondamentali del lavoro cooperativo a scuola e ci può aiutare anche a comprendere come mai oggi si ritiene che una didattica di questo tipo sia particolarmente efficace anche in classi complesse e difficili, multilivello e con alunni con BES (Bisogni Educativi Speciali).

Un’attività cooperativa si differenzia da una semplice attività di gruppo per alcuni presupposti-chiave:

  1. nell’attività cooperativa la leadership è condivisa, mentre nelle attività di gruppo tradizionali l’insegnante generalmente sceglie uno studente leader per tutto il lavoro, oppure non lo sceglie e lascia che le dinamiche relazionali prendano naturalmente piede;
  2. nell’attività cooperativa si crede che l’eterogeneità nel gruppo porti beneficio perché si ha modo di scambiare diversi punti di vista, perché si mettono in gioco più capacità di negoziazione, mentre nel lavoro di gruppo tradizionale si preferisce l’omogeneità come criterio per avere un gruppo coeso e che arriva linearmente alla meta.
  3. se l’attività è cooperativa anche la valutazione deve essere cooperativa, cioè si valuteranno sia l’individuo, nel contributo individuale che è chiamato a dare, sia il gruppo, con criteri che riguarderanno sia il risultato atteso, sia le modalità con cui i compagni hanno collaborato.

Proviamo a fare un piccolo esempio di una semplice attività di matematica in classe prima, descrivendo uno svolgimento di gruppo, non cooperative, e poi uno svolgimento di gruppo con modalità cooperative.

 

Attività di gruppo (non cooperativa)

  • L’insegnante dà istruzioni alla classe, indica il da farsi e il tempo dell’attività. I gruppi ricevono un problema da risolvere.
  • I gruppi (possibilmente omogenei) discutono come meglio credono e devono arrivare a una soluzione condivisa del problema proposto.

Caratteristiche: partecipazione non equamente distribuita; probabile silenzio di qualcuno, e probabile conduzione (e onere di lavoro) dei più estroversi e intraprendenti. Mancanza di responsabilità individuale (i leader leggono il problema, impongono le proprie ipotesi, lavorano anche per gli altri e arrivano all’obiettivo senza il contributo di tutti). Vi sono studenti annoiati, che disinvestono sulle attività di gruppo perché non hanno avuto il tempo o lo spazio per contribuire, e studenti affaticati, o delusi perché non hanno ricevuto il contributo dei compagni e potranno essere valutati a livello di gruppo a proprio discapito, nonostante il grande sforzo fatto.

 

Attività di gruppo (cooperativa)

  • Gli allievi devono necessariamente individuare nel gruppo: 1. un lettore, che si occupa di leggere una prima volta e poi rileggere, quando serve, il problema assegnato; 2. un segretario, che prende nota dei dati estrapolati insieme ai compagni, valuta se c’è qualche dato inutile, ricorda al gruppo le informazioni principali che possono servire per risolvere il problema; 3. un moderatore della discussione, che ha il compito di assicurarsi che tutti esprimano la propria opinione durante il lavoro; 4. un responsabile del del tempo, responsabile del monitoraggio del tempo a disposizione per arrivare alla soluzione; 5. un relatore, che riepiloga i ragionamenti fatti, il procedimento risolutivo scelto e comunica all’intero gruppo classe la soluzione trovata.
  • L’attività si svolge prima con i compagni di squadra (la classe è divisa in 5 gruppi) e poi con la classe, attraverso il portavoce, per una condivisione finale del procedimento e della soluzione trovata.
  • L’insegnante, che durante il lavoro è osservatore, valuta sia il singolo (partecipazione, qualità del contributo dato, capacità comunicativa, esposizione, ascolto dei compagni, …) sia il gruppo (capacità di lavorare insieme, gestione del tempo, capacità di ascolto, organizzazione del report finale esposto dal portavoce, validità della soluzione proposta…)

Caratteristiche: equo tempo a disposizione di ciascuno per partecipare ed esprimersi, senza il timore di essere esposti all’intero gruppo classe; ruolo ben definito per ciascun partecipante, perciò nessuno può esimersi dal collaborare (ognuno è chiamato a dare il proprio specifico contributo). Riflessività condivisa, con gli eventuali inerventi correttivi tra pari e moderati dal docente di classe a fine attività.

 

Laura Papetti è progettista editoriale, ha insegnato inglese in scuole di vario ordine e grado, ha lavorato come docente di sostegno e attualmente insegna alla scuola primaria nella provincia di Monza e della Brianza. È coautrice insieme a Donatella Santandrea della nuova guida di Pearson Italia dedicata ai docenti di scuola primaria Let's start CLIL.