Gli studenti con DSA e la gestione del tempo

Un ragazzo fa i compiti

Un tema da non sottovalutare

BES E INCLUSIONE | SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO

Come affrontare il tema della gestione del tempo durante lo studio a casa e le attività didattica in classe di un bambino con un Disturbo Specifico di Apprendimento?

adattamento da Bianca Maria Carrescia "Nessuno escluso", Pearson 2013

La gestione del tempo è un tema cruciale e a cui prestare particolare attenzione all’interno del percorso di apprendimento degli studenti con disturbo specifico. Il tempo è infatti un “anello debole della catena”, ovvero uno di quei fattori che maggiormente differenzia gli alunni con DSA da quelli che non hanno disturbi specifici; il tempo in più che gli alunni con DSA richiedono per portare a termine i compiti assegnati a scuola o a casa non è però tempo richiesto per via di lentezza cognitiva, ma piuttosto tempo che necessariamente richiede il processo di decodifica o codifica dei testi con cui i soggetti con DSA si relazionano. Mancando loro l’aspetto dell’automatizzazione della lettura o della scrittura, oppure quello del calcolo, gran parte delle loro energie e del loro tempo va “dissipato” nel tentativo di comprendere o organizzare catene di parole o numeri che per altri sono comprensibili “a colpo d’occhio”.

Di frequente quindi nei piani didattici personalizzati si richiede che al soggetto con DSA venga concesso più tempo per la consegna dei compiti e delle verifiche. Se questo accorgimento è relativamente facile da mettere in atto, quello che generalmente risulta più difficile è la programmazione fra colleghi circa le tipologie e le tempistiche delle richieste da fare all’alunno rispetto alla routine quotidiana. Calibrare i carichi di lavoro e una corretta differenziazione delle tipologie di attività che l’allievo con disturbo specifico si trova ad affrontare ogni giorno richiede un lavoro di rete molto fitto e scrupoloso che non sempre gli insegnanti riescono a garantire. Sarebbe infatti auspicabile che i docenti si accordassero quotidianamente sulla programmazione delle attività da assegnare e delle interrogazioni relative alle varie materie per evitare la sovrapposizione di verifiche o la richiesta di realizzazioni ed elaborati impegnativi, soprattutto nei momenti dell’anno scolastico che precedono le valutazioni quadrimestrali.

Un altro aspetto su cui le famiglie possono lavorare in rete con i docenti è la gestione che l’allievo con Disturbo Specifico dell’Apprendimento fa del proprio tempo extrascolastico. Molto spesso si tratta di un soggetto che “si perde” perché presta attenzione ai particolari, ai dettagli, trascurando la visione globale del prodotto.

L’allievo presto inizia a vivere con frustrazione i tempi eccessivamente lunghi di lavoro che le attività, per altri non troppo impegnative, gli richiedono, e imparerà che non gli è concesso il proprio “tempo naturale” di apprendimento, quindi automaticamente sarà portato a pensarsi meno intelligente degli altri, oltre che ad affrettare il proprio lavoro nel tentativo di non essere sollecitato o rimproverato. Questo meccanismo però genererà ansia e parte dell’impegno che dovrebbe essere profuso nello svolgere il compito assegnato, verrà consumato dall’ansia di giungere alla fine del lavoro a tutti i costi. Naturalmente questo è causa di errori di registrazione, di mancata cura grafica del compito, di dimenticanze e sviste.

Pertanto quando nel PDP si esplicita una misura in riferimento alle tempistiche di apprendimento dello studente con Disturbo Specifico di Apprendimento, i docenti e le famiglie possono insieme insegnare al bambino a prendersi il tempo necessario per poter svolgere il suo compito. Si tratta di un salto di paradigma rispetto al “concedere più tempo” all'allievo: è semmai prima l’allievo che deve imparare a conoscere i propri tempi e a sapere perché gli servono tempi più distesi!

 

Bianca Maria Carrescia è formatrice, consulente didattica e docente con funzione strumentale sul disagio scolastico. Nella gestione dei ragazzi con DSA si pone come facilitatrice mediando le proprie conoscenze specifiche con la professionalità del counsellor scolastico e relazionale a indirizzo sistemico-costruzionista. È autrice e consulente editoriale presso i settori primaria e secondaria di primo grado per Pearson Italia.