
Mettiamo alla prova la competenza digitale con un compito di realtà
Il mondo che ci circonda è un'immensa palestra di competenze
EDUCAZIONE DIGITALE
L’apprendimento è un processo continuo che non si ferma con il suono della campanella e la conclusione delle lezioni. Il mondo che ci circonda è un’immensa palestra in cui allenare e accrescere le competenze (integrando la dimensione analogica con quella digitale). In quest’ottica acquista sempre maggior terreno l’esperienza formativa strutturata intorno a “compiti di realtà”.
Sfatare il mito della competenza digitale e mettersi alla prova
Provare per credere… Avete mai chiesto a vostro figlio/a: “Pensi di essere più competente digitale dei tuoi genitori? E dei tuoi docenti?”. Sembra che i giovanissimi tendano a guardarci con una certa aria di sufficienza quando si parla di competenze digitali. Hanno ragione? O stanno semplicemente confondendo la loro dimestichezza a utilizzare gli strumenti con l’essere competenti? Anche noi stiamo commettendo lo stesso errore?
Il (cittadino) competente digitale utilizza le Tecnologie della Società dell'Informazione con dimestichezza e spirito critico in ogni ambito della vita. È in possesso delle abilità di base nelle Tecnologie dell'Informazione e Comunicazione. (Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio del 18 Dicembre 2006).
Oggi essere competenti vuol dire essere in grado di agire le competenze digitali in modo integrato alle altre competenze. Il digitale è entrato con prepotenza in tutti gli ambiti della nostra vita, influenzandoli. Il mondo in cui viviamo è in continua evoluzione spinto dal progresso tecnologico. Saperi e strumenti diventano velocemente obsoleti e noi tutti dobbiamo mostrare una forte volontà e la capacità di saper mettere a punto un progetto personale per mantenere aggiornate le competenze che integrano analogico e digitale.
Qual è il ruolo della scuola in questo scenario? La scuola è oggi molto diversa dal passato, è principalmente “scuola delle competenze” che forma il cittadino (digitale). Gli allievi della scuola secondaria di primo grado vedono riconosciuto e certificato il proprio livello di competenza attraverso un apposito modello ministeriale (la “Scheda per la certificazione delle competenze al termine del primo ciclo di istruzione”) e sono protagonisti di un processo di apprendimento in cui la realtà fuori e dentro la scuola, analogico e digitale accorciano le distanze. La prassi didattica si orienta a privilegiare i cosiddetti “compiti di realtà”. Non si tratta di una novità assoluta, da anni nelle scuole sono diffusi vari progetti (per esempio laboratori teatrali, attività per la promozione della tutela dell’ambiente o di educazione alla legalità) che possono essere definiti come “percorsi di realtà̀”. La novità è che oggi il compito di realtà non è un’eccezione o un episodio, è prassi. Lo step successivo auspicato è che in esso, e attraverso esso, si realizzi una piena integrazione della dimensione digitale.
La “Scheda per la certificazione delle competenze al termine del primo ciclo di istruzione” fa riferimento alle competenze chiave europee del 2006 (comunicazione nella madrelingua, comunicazione nelle lingue straniere, competenza matematica e competenze di base in scienza e tecnologia, competenza digitale, imparare a imparare, competenze sociali e civiche, spirito di iniziativa e imprenditorialità, consapevolezza ed espressione culturale) e prevede precisi livelli utili ad indicare in che modo l’allievo/a svolge compiti assegnati (avanzato, intermedio, base, iniziale). A fare la differenza è l’autonomia, lo spirito critico, la consapevolezza, la capacità di assumere responsabilità osservabili mettendo alla prova gli studenti con compiti di realtà e ricorrendo ad osservazioni sistematiche e autobiografie cognitive.
Come genitori in che modo possiamo essere partner dell’istituzione nel guidare i nostri figli ad acquisire maggiore consapevolezza su cosa si intenda per “competenza digitale”? Su come questa si integri con le altre competenze chiave? Sul livello di competenza raggiunto? Anche noi possiamo affidare loro un compito prendendo in prestito dall’esperienza scolastica il modello del compito di realtà.
Il compito di realtà fuori dall’aula
Cos'è un compito di realtà? Come si struttura? Come può rappresentare un'occasione di consolidamento delle competenze digitali per genitori e figli in continuità con il progetto che li vede protagonisti nel contesto scolastico? Il compito di realtà è una richiesta di una soluzione a una situazione problematica.
Ai soggetti viene proposta una situazione nuova e complessa a cui devono far fronte utilizzando le conoscenze e abilità in loro possesso. Prevede la produzione di un prodotto concreto che renda “tangibile” le competenze agite.
Per garantire il coinvolgimento e la motivazione, è necessario individuare con attenzione un argomento che faccia breccia, che appassioni. È fondamentale, per attività in famiglia, strutturare un compito che non sia percepito come un ulteriore carico di impegno da sopportare, come obbligo o, peggio, connesso a temi di poco interesse per il nostro giovane target. Pensiamo a qualcosa di piacevole! Vogliamo provare a parlare di vacanze? Vogliamo provare a lavorare sulle competenze (digitali e non) pensando al tempo del relax così amato da piccoli e grandi? Crescendo ragazzi e ragazze maturano interessi e hobby che, soprattutto nelle pause dall’attività scolastica, desiderano mettere al centro della loro esperienza quotidiana. Mettiamo insieme il loro bisogno di descrivere e definire un loro spazio personale e la competenza digitale in un task.
Da teenager a teenager: una guida per le vacanze
Siamo pronti per avventuraci nel nostro compito di realtà? Il titolo potrebbe essere “Da teenager a teenager: una guida per le vacanze”. In cosa consiste? Chiederemo ai nostri figli di utilizzare gli strumenti digitali e la rete internet per ricercare, selezionare, elaborare e condividere informazioni su attività di interesse e luoghi da visitare (a misura di adolescente) prendendo a riferimento la regione italiana nella quale risiedono.
L’obiettivo è utilizzare risorse, strumenti, ambienti digitali per uno scopo preciso, in modo creativo, consapevole e critico. Il prodotto da realizzare è una guida che deve contenere:
- una presentazione sintetica dell’area geografica elaborata in modo personale attingendo alle informazioni disponibili online (senza dimenticare di citare ogni fonte consultata!),
- una selezione di tre luoghi di interesse storico/artistico/culturale/paesaggistico nella regione che è d’obbligo visitare per un teenager, presentandoli in modo che i coetanei ne rimangano affascinati,
- una selezione di attività che è possibile svolgere in loco (percorsi in canoa, passeggiate a cavallo, laboratori musicali o simili).
Perché si possa parlare di “guida” naturalmente non potranno mancare informazioni in dettaglio su orari, prenotazioni e costi, selezionando e indicando siti web affidabili. Il compito ipotizzato offre l’occasione per considerare l’importanza di verificare la reputazione digitale dell’autore di una fonte (sia che si tratti di un singolo soggetto che di una organizzazione). Attenzione! Un sito non aggiornato può essere causa di grandi e piccoli disguidi per l’accesso e/o la fruizione di un servizio. Un autore non qualificato su un contenuto, un autore burlone o mosso da interessi personali può indurci in errore.
“Posso fidarmi?” Tutto si gioca su questo passaggio indispensabile per proteggere la nostra sicurezza e non cadere vittime di informazioni non corrette o, nel peggiore dei casi, di manipolazioni e truffe.
Cosa si intende per siti affidabili? Come si valutano? La capacità di valutare criticamente l’informazione online è una parte essenziale della competenza digitale.
Attraverso “il fare” possiamo guidare i nostri figli a superare il loro sentirsi competenti guardando solo alla dimestichezza con strumenti e ambienti.
Detto tra noi… la progettazione con orientamento “user friendly” (pensata per facilitare l’utente), ormai capillarmente diffusa per strumenti e ambienti, ha reso agevole il recupero di eventuali gap e decisamente meno “straordinaria” la capacità di cavarsela come utenti.
Cosa impariamo producendo la “guida per le vacanze”?
Nel compito di realtà proposto la richiesta di realizzare un prodotto concreto ci aiuta a declinare la competenza digitale anche in termini di comunicazione intesa come competenza specifica di “condividere informazioni e contenuti”. Siamo competenti digitali se siamo in grado di condividere con altri localizzazione e contenuto delle informazioni reperite; siamo disponibili e in grado di condividere conoscenze, contenuti e risorse; agiamo come mediatori, siamo proattivi nella distribuzione di notizie, contenuti e risorse; sappiamo correttamente citare le fonti e integrare nuove informazioni all’interno di conoscenze già possedute (per saperne di più >>).
La produzione ipotizzata della “guida per le vacanze” è, inoltre, finalizzata a mettere in condizione i soggetti che apprendono di agire competenze digitali specifiche come “sviluppare contenuto”, “integrare e rielaborare” e “copyright e licenze”:
- creare contenuti in diversi formati inclusi i multimedia; editare e perfezionare contenuti prodotti in prima persona o da altri; esprimersi in modo creativo attraverso i media digitali e le tecnologie;
- modificare, selezionare ed integrare risorse esistenti per creare conoscenza e contenuti nuovi, originali e rilevanti;
- comprendere come si applicano le norme relative al diritto d’autore e licenze alle informazioni e contenuti (per saperne di più >>).
Condividiamo?
La guida può essere condivisa attraverso il profilo su un social network di un genitore o di un altro soggetto (insegnante, formatore, conoscente…) in possesso dei requisiti minimi di età (13 anni o secondo le condizioni di utilizzo dei diversi servizi) per la creazione di un’identità digitale.
Seguendo gli stessi accorgimenti, è possibile creare un programma in formato digitale di un percorso di viaggio per le vacanze e metterlo in rete attraverso un sistema di messaggistica istantanea in un gruppo creato per l'occasione, composto esclusivamente da familiari e/o amici che si vorrebbe coinvolgere. A questo è possibile abbinare un sondaggio per verificare chi degli amici e familiari è interessato a partecipare.
Imparare insieme
Il compito suggerito non è pensato per essere affidato in modo esclusivo ai ragazzi e, naturalmente, costituisce un modello sintetico che è possibile modificare e articolare in maggiore dettaglio secondo esigenze specifiche. I genitori devono essere partner dei figli nell’esperienza di apprendimento guidandoli a valutare le fonti selezionate, rispettare le norme in materia di diritto d’autore, a selezionare la licenza di rilascio del prodotto, a condividere quanto creato (senza barare sull’età utile per accedere a piattaforme di social network o servizi di messaggistica istantanea), a riflettere su difficoltà, punti di forza e punti di miglioramento dell’attività realizzata e, infine, a ripensare criticamente all’uso degli strumenti e delle risorse digitali.
I genitori, al termine di questo percorso di lavoro comune, potranno vantare un allenamento agli strumenti digitali realizzato con “coach” (i figli) che curano il proprio aggiornamento quotidianamente (a loro dire). I ragazzi potranno accrescere, attraverso la guida diretta della famiglia, il proprio bagaglio di competenze (importanza del rispetto delle regole, creazione e condivisione competente di contenuti in formato digitale, riflessione critica sulle risorse disponibili in rete).
Dopo il compito, come valutare?
Genitori e figli, come gruppo di lavoro, dopo aver portato a termine il task si auto-valuteranno. Descriveranno se e come il compito ha favorito (o non ha favorito) il consolidamento delle loro competenze digitali integrate alle altre competenze chiave. Condivideranno riflessioni su cosa ciascuno ha imparato e qual è la “lezione” più importante appresa. La risposta che ci auspichiamo sia più diffusa è: saper essere gruppo che apprende in cui ciascun membro mette a servizio degli altri i propri talenti, le proprie conoscenze, le proprie competenze, la propria preziosa esperienza tra analogico e digitale.