
Una nuova alleanza tra scuola e famiglia
Un patto condiviso per la crescita di figli e studenti
GENITORI, FIGLI E SCUOLA
Oggi più che mai sono aumentati i modelli di riferimento che influenzano la crescita degli adolescenti, modelli che spesso però si rivelano pericolosi. Per questo motivo è di vitale importanza che scuola e famiglia collaborino insieme nell’educazione, scommettendo su una alleanza a sostegno dei ragazzi.
di Matteo Lancini
È colpa della scuola? È colpa della famiglia? È la scuola che è arretrata e non sa adattarsi ai cambiamenti degli studenti adolescenti o è colpa della famiglia che difende sempre i figli e svaluta ogni intervento degli insegnanti? Queste domande, e le infinite variazioni sul tema, caratterizzano quotidianamente il dibattito giornalistico televisivo e sulla carta stampata da diversi anni. Soprattutto in occasioni drammatiche in cui un adolescente o un gruppo di giovani commette azioni scellerate, autolesive o di violenza verso gli altri, la scena massmediatica è invasa da questo quesito di fondo: è stata la famiglia o la scuola?
E se la domanda fosse sbagliata o, quantomeno, troppo semplificata? I comportamenti e le azioni degli adolescenti odierni, nati e cresciuti all’interno di una società complessa, governata dall’influenza di nuovi e vecchi media, fortemente caratterizzata dal narcisismo e dall’individualismo, meritano forse una lettura più articolata. Negli ultimi anni sono aumentati i modelli e le agenzie che influenzano la costruzione del sistema dei valori degli adolescenti. Sin dall’infanzia, l’individuo nato e cresciuto nel nuovo millennio è immerso in relazioni e ambienti iperstimolanti che inevitabilmente divengono modelli identificatori per le nuove generazioni. Gli adolescenti odierni hanno subito, in modo più significativo che in passato, l’influenza del gruppo dei coetanei frequentati a partire dalla primissima infanzia, di cartoni animati e programmi televisivi a loro dedicati e trasmessi su canali monotematici attivi ventiquattro ore al giorno, di internet, ma anche l’influenza del marketing che, come è noto, ha spostato la propria attenzione su target di riferimento sempre più giovani. Si tratta solo di alcune delle più importanti novità che hanno promosso una complessa modalità di costruire l’identità in età evolutiva.
La famiglia e la scuola mantengono ovviamente il primato educativo, così come madri, padri e insegnanti rappresentano ancora oggi le più importanti figure di riferimento e di identificazione per bambini e adolescenti. Tuttavia, è importante non sottovalutare come molte altre agenzie, prive di un mandato educativo, presidino in modo significativo lo spazio quotidiano di crescita dei nostri figli. Tenendo in considerazione questo aspetto, è probabilmente ancora più importante che in passato sostenere la centralità dell’alleanza educativa tra scuola e famiglia. Oggi più che mai, le due principali agenzie educative italiane dovrebbero costituire un patto condiviso a sostegno della crescita di figli e studenti, capace di contrastare la sottocultura di alcune avance massmediatiche e le derive di proposte volte a valorizzare il successo a tutti i costi, al di là delle competenze acquisite e delle capacità personali. Invece, come è noto, tutto questo non accade, soprattutto nella fase dello sviluppo dei figli e degli studenti, dove sarebbe più necessaria: l’adolescenza. Infatti, il conflitto tra scuola e famiglia, aumenta con la crescita, se è vero che alla scuola primaria e dell’infanzia, prevale, in moltissimi casi, un clima collaborativo, la condivisione del progetto educativo e saluti calorosi, se non abbracci, tra madri ed educatrici o maestre al momento del saluto prima delle vacanze estive. Vicende del tutto assenti dallo scenario della scuola secondaria, quando la “seconda nascita” dell’adolescente promuove, prevalentemente, dissapori, conflitti e un disperato tentativo, in occasione del fallimento scolastico o di un agito drammatico, di liberarsi dall’angoscia e dal senso di colpa individuando nell’altra agenzia educativa il vero responsabile. Ecco che, allora, ogni avvenimento finisce per dissolversi nella ricerca di chi abbia ragione o del colpevole; che si tratti di un genitore che decide di non far eseguire i compiti estivi al figlio, di un dirigente scolastico che vieta l’ingresso a scuola con i jeans strappati, piuttosto che di un atto di bullismo o di un tentativo di suicidio. Oggi, più che mai, è fondamentale andare oltre.
Qualsiasi avvenimento tra quelli citati, e tra i molti altri che accadono quotidianamente intorno all’esperienza scolastica di preadolescenti e adolescenti, dovrebbe rappresentare l’avvio di un percorso di alleanza educativa tra scuola e famiglia. Qualunque evento si configuri come una crisi dovrebbe incontrare ruoli genitoriali e docenti che tentino di trasformarlo in un’occasione di crescita per la comunità scolastica ed educativa di appartenenza. Spetta all’autonomia di ogni scuola e alla cultura affettiva di ogni collegio docente e componente genitoriale individuare le iniziative più adeguate per rispondere a quell’accadimento, all’interno di quella singola realtà istituzionale. Qualsiasi cosa si tratti, va bene, purché rappresenti l’avvio e il consolidarsi di un percorso di costruzione di una nuova alleanza tra scuola e famiglia. Un laboratorio educativo, pomeridiano o serale, reale o virtuale, dove scuola e famiglia celebrino l’incontro tra le due principali istituzioni educative, a contrasto del crescente potere di tutte le altre agenzie e della loro suadente offerta rivolta alla fragilità narcisistica dell’adolescente odierno.