Una svolta importante: l’Esame di Stato

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Legge, scuola e famiglia: un’alleanza vincente

BES E INCLUSIONE

Pochi mesi dividono gli studenti dalla prova più temuta dell’intero percorso scolastico: l’Esame di Stato, alla fine della Scuola secondaria di 2° grado o “esame di maturità” come ancora molti lo chiamano.
Cosa possono fare i genitori per aiutare ragazze e ragazzi con DSA ad affrontare senza ansie devastanti questa prova? Ci sono operazioni che spettano alla scuola e ai docenti su cui occorre informarsi e vigilare e c’è l’affiancamento da garantire ai figli in casa.

di Antonella Olivieri

La Normativa

L’Esame di Stato verifica i livelli raggiunti dallo studente per quel che riguarda conoscenze, abilità e competenze in relazione a quanto previsto nel Profilo (PECUP) dell’indirizzo di scuola frequentato.
Per l’ammissione all’Esame di Stato sono necessari alcuni requisiti:

  • frequenza dei ¾ del monte ore annuale (attenzione quindi alle assenze dei nostri figli);
  • partecipazione alle attività di Alternanza scuola-lavoro;
  • votazione non inferiore ai 6/10 in ciascuna disciplina e nel comportamento (tranne che il Consiglio di Classe deliberi con adeguata motivazione l’ammissione anche in caso di insufficienza).

Durante lo scrutinio finale il Consiglio di Classe attribuisce a ciascun allievo i crediti maturati nel corso del secondo biennio e dell’ultimo anno. Si recupera così, con criteri stabiliti in apposite tabelle, la carriera scolastica dello studente: può essere un aiuto, perché evita che una prova finale modesta a causa dell’emozione penalizzi lo studente. Può però essere anche un fattore negativo se la carriera scolastica è stata difficile.
La Commissione d’esame è composta da tre commissari interni, tre commissari esterni e un Presidente.

Le prove

L’Esame di Stato comprende due prove a carattere nazionale e un colloquio.

  • La prima prova (20 giugno 2018) consisterà nella stesura di un testo su diverse tipologie di tracce: analisi del testo; saggio breve o articolo di giornale; tema storico; tema di attualità. L’analisi del testo può comportare difficoltà per chi ha un DSA perché implica la lettura di testi più o meno lunghi. Indispensabile la presenza nel PC di programmi lettura con sintesi vocale.
  • La seconda prova (21 giugno 2018) mira ad accertare conoscenze, abilità e competenze attese nel profilo dell’indirizzo frequentato, in riferimento a una o più discipline caratterizzanti, che il MIUR ha comunicato a fine gennaio (MIUR, materie della seconda prova). Potrà essere una prova scritta, grafica, pratica, musicale, coreutica.
  • È prevista, ancora per quest’anno, anche una terza prova (25 giugno 2018) predisposta dalla scuola. Può consistere in questionari a risposta breve, quesiti a risposta multipla, domande a risposta libera, analisi di un caso, sviluppo di un progetto. Lo scopo è verificare la preparazione complessiva dello studente.
    Gli studenti con DSA hanno diritto agli strumenti compensativi e alle misure dispensative usate nel corso dell’anno e a tempo aggiuntivo (attenzione, però, sono prove già molto lunghe).
    Nel caso che le lingua straniera sia indicata dal MIUR tra le materie d’esame, gli studenti la cui certificazione di DSA preveda la dispensa dalla prova scritta di lingua straniera hanno diritto ad una prova orale sostitutiva della prova scritta. La commissione stabilirà modalità e contenuti di tale prova.
  • Il colloquio è interdisciplinare e mira a verificare le capacità comunicative e critiche del candidato. Si basa su una tesina preparata nei mesi finali dell’anno scolastico, eventualmente anche sulle esperienze di Alternanza scuola-lavoro e i progetti di Cittadinanza e Costituzione. Lo studente o la studentessa potranno portare al colloquio anche un elaborato multimediale, particolarmente utile a chi ha un DSA.

La legge, la scuola e la famiglia

Il Consiglio di Classe dovrebbe incontrare i genitori per spiegare i criteri di attribuzione dei crediti, le date delle prove d’esame per il 2018, le modalità di svolgimento e valutazione delle prove, le simulazioni programmate, i docenti che faranno parte della commissione d’esame. È importante partecipare a questi incontri per raccogliere elementi che permettano di tranquillizzare i figli.
I genitori dovrebbero poi rileggersi il PDP (Piano Didattico Personalizzato), che i docenti hanno redatto all’inizio dell’anno, per verificare strumenti compensativi e modalità di verifica adottati, perché saranno validi anche in sede d’esame.
È utile anche un colloquio con il coordinatore di classe, o uno dei docenti commissari d’esame, a cui chiedere la conferma che tutte le misure inserite nel PDP saranno riportate nel documento che i docenti devono stilare entro il 15 maggio. Tale documento servirà a informare i docenti esterni.
È indispensabile incontrare anche gli insegnanti delle discipline in cui ci sono state insufficienze per concordare una strategia di recupero e conoscere le intenzioni del docente per il voto di ammissione.
I docenti sono tenuti a fornire agli studenti copia dei programmi d’esame. Gli studenti con DSA ne hanno bisogno con anticipo per programmare i ripassi.

L’affiancamento a casa

La prima forma di aiuto è garantire una vita tranquilla nei mesi che precedono l’esame: ritmi di sonno regolari, alimentazione nutriente e leggera, spazi adeguati. Il supporto psicologico è importante: placare le ansie, rinforzare l’autostima e la fiducia nelle proprie capacità.
Durante gli anni di scuola secondaria ragazzi e ragazze dovrebbero aver costruito un metodo di studio efficace e consolidato: alla vigilia della “maturità” proprio il metodo diventa l’elemento decisivo, soprattutto per quel che riguarda la programmazione dei ripassi e il recupero dei materiali accumulati durante i mesi di studio (mappe, riassunti, schemi).
Si possono quindi aiutare i figli a suddividere in modo equilibrato i ripassi, raccogliere ordinatamente mappe e riassunti e registrare le sintesi, in modo da poterle riascoltare.
È bene suggerire di non smettere di studiare storia, anche se la materia non è tra quelle previste per l’esame, perché molti argomenti di attualità che possono diventare oggetto della prima prova richiedono una conoscenza, almeno in linea di massima, della storia di ‘800 e ‘900 per poter argomentare in modo non banale o errato. Allo stesso scopo può servire seguire i telegiornali e altri programmi culturali e discuterne in famiglia.

 

Antonella Olivieri: docente di lettere e dirigente scolastica, attualmente è formatrice sui DSA.