Prepararsi a essere cittadini digitali
Come possiamo supportare ragazzi e ragazze a crescere cittadini digitali competenti?
GENITORI, FIGLI E SCUOLA
Scuola e famiglia agiscono da partner nell’educazione e formazione anche in ambito digitale. L’educazione a una frequentazione sicura e competente dell’ambiente digitale è un compito che docenti e genitori condividono. L’allargamento della cittadinanza alla dimensione digitale, per essere goduto pienamente, richiede un’acquisizione di consapevolezza circa le opportunità e i rischi che la “rivoluzione digitale” porta con sé.
Il digitale non è una moda
Accedere a internet è un diritto fondamentale della persona. Cresce e si consolida la considerazione di internet come una dimensione essenziale per le società per la crescita, il libero confronto, la produzione e condivisione della conoscenza. Ne è dimostrazione la Dichiarazione dei Diritti in Internet.
“L’accesso ad Internet è diritto fondamentale della persona e condizione per il suo pieno sviluppo individuale e sociale” è quanto si legge nella Dichiarazione dei Diritti in Internet, approvata dalla Commissione e pubblicata il 28 luglio 2015. Per la prima volta in Italia si è istituita in sede parlamentare una Commissione di studio su questi temi.
Gli studenti sempre connessi, dotati di più device e acrobati tra le applicazioni possono essere definiti competenti digitali? Non basta l’accesso, la disponibilità di strumenti digitali e l’abilità a utilizzarli, è necessario saper utilizzare con spirito critico le tecnologie della società dell’informazione. La dimestichezza nell’uso delle TIC (Tecnologie dell’Informazione e Comunicazione) è solo un aspetto della competenza. Oggi la competenza digitale equivale, per importanza, al saper leggere, scrivere e far di conto. È una delle 8 competenze chiave per l’apprendimento permanente indicate nella Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio del 18 dicembre 2006 che sono il cuore della progettazione didattica odierna.
Le 8 competenze chiave per l’apprendimento permanente
- Comunicazione nella madrelingua,
- comunicazione nelle lingue straniere,
- competenza matematica e competenze di base in scienza e tecnologia,
- competenza digitale: consiste nel saper utilizzare con dimestichezza e spirito critico le tecnologie della società dell’informazione per il lavoro, il tempo libero e la comunicazione. Essa implica abilità di base nelle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC): l’uso del computer per reperire, valutare, conservare, produrre, presentare e scambiare informazioni nonché per comunicare e partecipare a reti collaborative tramite Internet,
- imparare a imparare,
- competenze sociali e civiche,
- spirito di iniziativa e imprenditorialità,
- consapevolezza ed espressione culturale.
È utile sapere che i cittadini possono descrivere in modo dettagliato le proprie competenze digitali utilizzando il modello DigComp. Di che si tratta? Il quadro europeo delle competenze digitali è il frutto dall’attività di ricerca condotta dall’Istituto di prospettiva Tecnologica (IPTS), uno dei sette centri di ricerca della Commissione Europea, sotto mandato della Direzione Generale di Educazione e Cultura. DigComp consta di: 5 aree di competenza digitale, 21 competenze, 3 livelli di proficiency (livelli di competenza), esempi di conoscenze, abilità e atteggiamenti, esempi di applicabilità del modello nell’ambito dell’educazione e dell’occupazione. Esso è usato in ambito educativo nella scuola dell’obbligo, per la formazione degli insegnanti e corsi per adulti. Inoltre la struttura del framework è stata usata per creare uno strumento di autovalutazione delle competenze digitali dei cittadini disponibile sul sito Europass del Centro europeo per lo sviluppo della formazione professionale (Cedefop). Serve a indicare nel proprio curriculum il livello di competenza digitale posseduto.
Un esercizio da fare insieme
Un ottimo esercizio da fare insieme genitori e figli, utile a favorire la conoscenza della competenza digitale, è consultare lo spazio virtuale Europass e autovalutare il proprio livello di competenza.
Di che livello è la vostra competenza digitale? Quale strategia avete in mente per superare eventuali gap di competenza?
La scuola laboratorio di innovazione ricerca la collaborazione della famiglia
Tra gli obiettivi formativi individuati come prioritari nella scuola italiana vi è lo sviluppo delle competenze digitali degli studenti, con particolare riguardo al pensiero computazionale, all'utilizzo critico e consapevole dei social network e dei media nonché alla produzione e ai legami con il mondo del lavoro (per saperne di più). Quali risorse la scuola mette in campo per educare al digitale? Il Ministero dell’Istruzione dell’Università e della ricerca ha lanciato il 27 ottobre 2015 il Piano Nazionale Scuola Digitale (PNSD), un documento di indirizzo in cui è descritta la strategia di innovazione della scuola italiana e del suo sistema educativo nell’era digitale. Il PNSD, pilastro fondamentale de La Buona Scuola (legge 107/2015), non guarda solo all’elemento tecnologico ma propone una visione di innovazione che coinvolge in prima persona gli studenti. Il digitale è inteso come “nastro trasportatore” attraverso cui sviluppare e praticare competenze e attitudini. Mentre il possesso delle competenze digitali è inquadrato come condizione essenziale per l’esercizio attivo della cittadinanza.
In questo scenario qual è il ruolo della famiglia? Collaborare con la scuola affinché, anche fuori dall’aula, strumenti e ambienti digitali siano valorizzati ed esplorati in sicurezza e con spirito critico. I genitori hanno il compito di continuare e sostenere il processo di apprendimento che inizia, ma non termina a scuola. Perché il processo di innovazione in atto nella scuola possa realmente svilupparsi, è la famiglia che deve riconoscerlo come priorità.
La cittadinanza digitale si studia a scuola?
A breve l’offerta formativa della scuola si arricchirà con nuovi moduli formativi su pensiero computazionale, creatività digitale e competenze di “cittadinanza digitale” finanziati dal Fondo Sociale Europeo. Alle scuole secondarie di primo grado e alle istituzioni scolastiche del secondo ciclo di istruzione sono rivolti prioritariamente i percorsi di “cittadinanza digitale”. Quali saranno i temi al centro di queste nuove esperienze di apprendimento? Al centro dell’esperienza saranno: consapevolezza, educazione, creatività. Entreranno in classe lo studio dei “Diritti della Rete” e l’educazione all’uso positivo e consapevole dei media e di internet per contrastare l’utilizzo di linguaggi violenti, la diffusione del cyberbullismo e discriminazioni. Saranno attivati percorsi di information litercy (valutazione della qualità e della integrità delle informazioni), di lettura, scrittura e collaborazione in ambienti digitali. Inoltre sarà dato spazio alla comprensione e uso dei dati facendo rifermento all’open government, al monitoraggio civico e al data journalism. Sono temi che, in alcuni casi, potranno risultare poco noti anche ai genitori e che dunque rappresentano un’opportunità in più per l’intera famiglia di condividere un’occasione di informazione/formazione.
E per la creatività? Saranno realizzate azioni formative per stimolare la creatività e la produzione digitale, l’educazione all’uso dei nuovi linguaggi del digitale, ai nuovi modelli di lavoro e produzione, alle potenzialità del making (da utente digitale a progettista), della robotica e dell’Internet delle cose. Una palestra per la cittadinanza e il mercato del lavoro del futuro.
Saper cogliere le tendenze: un genitore deve saper fare anche questo. Incoraggiare i propri figli a sperimentare percorsi di apprendimento (nuovi nei contenuti e nelle modalità). La famiglia deve essere partner delle istituzioni scolastiche guidando i giovani studenti a dare il giusto valore a esperienze formative innovative ed educandoli a diventare responsabili del proprio apprendimento continuo.
Si continua ad innovare
Siamo pronti per portare in classe questi temi? Incontreranno l’interesse degli studenti? Esperienze didattiche su temi quali open data (dati liberamente accessibili a tutti), open government (pubblica amministrazione aperta ai cittadini in termini di trasparenza e partecipazione diretta al processo decisionale) e partecipazione civica con le TIC sono attive nelle scuole italiane già da qualche anno.
A Scuola di OpenCoesione [ASOC] è un percorso di didattica interdisciplinare rivolto alle scuole secondarie. Il primo ciclo di sperimentazione si è svolto nell’anno 2013/2014 coinvolgendo 7 istituti di istruzione su tutto il territorio nazionale. Il progetto ha registrato un significativo livello di gradimento ed è cresciuto in modo esponenziale il numero degli studenti partecipanti. In cosa consiste? L’esperienza di apprendimento “promuove principi di cittadinanza consapevole, sviluppando attività di monitoraggio civico dei finanziamenti pubblici attraverso l’impiego di tecnologie di informazione e comunicazione e mediante l’uso dei dati in formato aperto (open data) per aiutare gli studenti a conoscere e comunicare in modo innovativo come le politiche di coesione, e quindi gli investimenti pubblici, intervengono nei luoghi dove vivono”. Gli allievi sono stimolati ad acquisire conoscenze di educazione civica, ad agire competenze digitali a maturare senso critico, capacità di problem-solving e team working, abilità interpersonali e comunicative.
Anche in questo caso la famiglia può essere partner della scuola stimolando nel quotidiano i più giovani ad analizzare in modo critico le informazioni che assumono dai media e incoraggiandoli a forme di partecipazione civica attraverso l’utilizzo delle tecnologie digitali e della rete.
Competenze e consapevolezza
La rivoluzione digitale non ha modificato solo l’ambito della comunicazione e della relazione. Anche lo scenario del mercato del lavoro è cambiato. Per essere inclusi occorrono nuove competenze. Nel prossimo futuro saremo impegnati a svolgere lavori che oggi non esistono ancora. La parola d’ordine per genitori, studenti e docenti è proattività. Non aspettiamo che il futuro ci cada addosso. Rimaniamo costantemente informati, orientiamoci al cambiamento, definiamo oggi nuove strategie per il domani, rendiamoci disponibili a realizzare esperienze di apprendimento innovative.
Il digitale ci consente di accedere con straordinaria facilità alle informazioni. Impariamo a porre le domande giuste perché queste informazioni possano essere messe in relazione e divenire per noi risorsa. Educare al “perché?” “in che relazione?” “con quale prospettiva?” è il supporto più prezioso che possiamo offrire ai giovanissimi e alle giovanissime che stanno crescendo in una società “fluida”. Mettiamo punti fissi nella loro capacità di agire autonomamente e di assumersi responsabilità (dalla Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio).