L'Alternanza scuola-lavoro

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Un'intervista per inquadrare il tema

LE PAROLE DELLA SCUOLA

L'intervista ad Agostino Miele sul tema dell'Alternanza scuola-lavoro, per capire in cosa consiste, quali sono i vantaggi e fornire utili consigli ai genitori i cui figli si stanno avvicinando a questa esperienza per la prima volta.

di Agostino Miele

Professor Miele, Lei è Dirigente di un grande istituto di Milano frequentato da tantissimi studenti e conosce molto bene il tema dell’alternanza scuola-lavoro. Innanzitutto ci può spiegare in cosa consiste questa alternanza?

Gli istituti di istruzione secondaria superiore con la legge 107/2015 hanno inserito nel proprio Piano Triennale dell’Offerta Formativa, come parte integrante e obbligatoria, percorsi di Alternanza scuola-lavoro, per un totale di 200 ore nei Licei e di 400 ore negli Istituti Tecnici e professionali in tre anni, a partire dal terzo anno di corso.

Gli studenti delle classi terze sono chiamati a completare il proprio percorso di apprendimento anche fuori della scuola, in contesti concreti di lavoro, in aziende e in enti pubblici e privati.

L’alternanza scuola-lavoro è una “nuova visione” della formazione che mira al superamento della separazione tra momento formativo e momento applicativo, è una concezione in cui educazione formale, informale ed esperienza di lavoro si combinano in un unico progetto formativo. L’alternanza scuola-lavoro è una strategia educativa dove l’impresa e l’ente pubblico o privato sono invitati ad assumere un ruolo complementare rispetto all’aula e al laboratorio scolastico nel percorso di istruzione degli studenti in modo da contribuire alla realizzazione di un collegamento organico tra istituzioni scolastiche e formative e il mondo del lavoro.

Diversi sono gli ambiti nei quali si collocano le attività, che consentiranno agli alunni di arricchire il curricolo delle discipline, in coerenza con l’indirizzo di studi. I Vostri figli non stipuleranno certo un “contratto di lavoro” né svolgeranno mansioni produttive, ma saranno impegnati in situazione lavorativa dove potranno acquisire o consolidare competenze ritenute necessarie per il loro futuro scolastico, lavorativo e civile.

Quindi gli studenti che cosa si devono aspettare da questa opportunità, quali sono i vantaggi che derivano da questa esperienza?

Attraverso la conoscenza diretta del mondo del lavoro, delle sue dinamiche, delle competenze che esso richiede, gli studenti sono stimolati a scoprire la propria vocazione personale e a confrontarsi con l’operatività ed un sapere pratico, fondato sull’esperienza, oltre che sulle conoscenze. Sotto questo profilo, l’ambiente del lavoro si offre come naturale luogo di apprendimento di quelle caratteristiche che il lessico aziendale declina in una variegata gamma di soft skills, e che si possono così sintetizzare:

  • competenze chiave dell’apprendere in autonomia (imparare ad imparare, acquisire e interpretare informazioni, individuare collegamenti e relazioni); 
  • competenze chiave dell’interagire in vari contesti (comunicazione interpersonale e team working); 
  • competenze chiave dell’essere imprenditori di se stessi (problem solving, problem posing, problem setting, progettazione, autonomia e responsabilità nelle azioni);
  • capacità di orientamento universitario e/o professionale e di scelta consapevole delle opportunità e degli sbocchi occupazionali, per agevolare la transizione dalla scuola al mondo del lavoro.

Un’ultima domanda, ha qualche consiglio da fornire ai genitori dei ragazzi che si stanno avvicinando a questa esperienza per la prima volta?

È assolutamente indispensabile che i genitori comprendano e condividano da subito gli obiettivi per cui l' alternanza scuola-lavoro viene realizzata: primo, favorire l' orientamento dei ragazzi per valorizzare i loro interessi e le loro attitudini; secondo, far crescere la loro responsabilità, il desiderio di lavorare insieme, la loro intraprendenza e la loro capacità di risolvere problemi in contesti nuovi rispetto a quello scolastico; terzo, arricchire le loro conoscenze aprendo finestre su nuovi mondi che possono aiutare a far riscoprire il valore di quello che si fa a scuola. È assolutamente indispensabile che i genitori accompagnino i loro figli in tutte le fasi del percorso, vivano con loro il fatto che misurarsi quasi “alla pari” con il mondo degli adulti li fa sentire e diventare grandi.

Conclusioni

Voglio concludere questa mia intervista citando Albert Einstein. Quando chiesero ad Einstein quale fosse la velocità del suono, egli rispose: “Non ricordo informazioni del genere a memoria, si possono trovare facilmente sui libri. Lo scopo dell’istruzione non dovrebbe essere ricordare molte cose, bensì insegnare a ragionare”.

Ed io aggiungo: compito della scuola è anche dare agli studenti la possibilità di acquisire quelle “competenze” necessarie per l’inserimento nel mondo del lavoro.

 

Agostino Miele, dirigente Scolastico, formatore su vari temi quali le problematiche per gli alunni con BES, formatore sull’esame di stato negli istituti secondari di secondo grado, formatore per dirigenti scolastici su tematiche relative alla professione, autore di vari testi di matematica, informatica e su tematiche per gli alunni con Bisogni Educativi Speciali, curatore di un testo di preparazione per il concorso a dirigente scolastico.