Uno sguardo al “nuovo” PEI

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Riferimenti normativi e proposte operative in vista dell'a.s. 2022/2023

Nell'articolo, pubblicato a fine luglio 2022, tratteggiamo gli elementi salienti del Piano Educativo Individualizzato (PEI), il documento cardine per la progettazione scolastica inclusiva, e forniamo una proposta didattica operativa per la stesura degli obiettivi.

Damiano Meo - collaboratore di CeDisMa

Il Piano Educativo Individualizzato (PEI) è il documento cardine per la progettazione scolastica inclusiva. Negli ultimi anni, tale strumento, è stato oggetto di un ampio dibattito che ha coinvolto tribunali, famiglie e istituzioni formative. Nel ciclone di tale querelle, spesso è stato difficile far luce in maniera univoca su prassi, tempistiche, finalità e modalità efficaci di cooperazione tra tutte le figure coinvolte nel progetto. L’intento di questo breve testo è quello di tratteggiare gli elementi salienti dell’argomento in questione e fornire una proposta didattica operativa per la stesura degli obiettivi.

Il “vecchio” PEI

L’inclusione è un processo dinamico che affonda i propri costrutti pedagogici in un cinquantennio di intuizioni, sperimentazioni e ridefinizioni. Già l’articolo 2 della Legge 517/77 dichiarava: «[…] al fine di agevolare l'attuazione del diritto allo studio e la promozione della piena formazione della personalità degli alunni, la programmazione educativa può comprendere attività scolastiche integrative […] allo scopo di realizzare interventi individualizzati in relazione alle esigenze dei singoli alunni» (p. 6031).

La Legge-quadro 104/92, all’articolo 12, ribadisce il bisogno di una didattica senza barriere con le seguenti parole: «l'esercizio del diritto all'educazione non può essere impedito da difficoltà di apprendimento né da altre difficoltà derivanti dalle disabilità» (p. 10).

Il Decreto del Presidente della Repubblica del 24/02/1994, all’articolo 5, fornisce una definizione inequivocabile ed attuale del documento sopracitato: «Il Piano educativo individualizzato […], è il documento nel quale vengono descritti gli interventi integrati ed equilibrati tra di loro, predisposti per l'alunno […], in un determinato periodo di tempo, ai fini della realizzazione del diritto all'educazione e all'istruzione […]. Il P.E.I. tiene presenti i progetti didattico-educativi, riabilitativi e di socializzazione individualizzati, nonché le forme di integrazione tra attività scolastiche ed extrascolastiche […]» (p. 5).

Il “nuovo” PEI

Il dettato della Legge 104/92 è stato in parte modificato dal Decreto Legislativo n. 66, del 13 aprile 2017, e dalle disposizioni correttive e integrative, contenute nel D. Lgs. 96/2019. Il D. Lgs. 66/2017, all’articolo 5, specifica che un’unità di valutazione multidisciplinare dell’ASL, in fase di accertamento, è chiamata a redigere il «Profilo di funzionamento [...] che ricomprende la diagnosi funzionale e il profilo dinamico-funzionale» (p. 141). Tale documento, propedeutico sia per il PEI che per il Progetto Individuale, deve essere redatto in relazione al modello bio-psico-sociale ICF. All’articolo 7 dello stesso decreto viene esplicitato: «Il PEI […] è elaborato e approvato dai docenti contitolari o dal consiglio di classe, con la partecipazione dei genitori o dei soggetti che ne esercitano la responsabilità, delle figure professionali specifiche interne ed esterne all’istituzione scolastica che interagiscono con […] lo studente con disabilità nonché con il supporto dell’unità di valutazione multidisciplinare». Esso «tiene conto della certificazione di disabilità e del Profilo di funzionamento; individua strumenti, strategie e modalità per realizzare un ambiente di apprendimento nelle dimensioni della relazione, della socializzazione, della comunicazione, dell’interazione, dell’orientamento e delle autonomie; esplicita le modalità didattiche e di valutazione in relazione alla programmazione individualizzata» (D. Lgs. 66/2017, p. 142).

Il PEI, inoltre, «è redatto all’inizio di ogni anno scolastico di riferimento, a partire dalla scuola dell’infanzia, ed è aggiornato in presenza di nuove e sopravvenute condizioni di funzionamento della persona». Il Piano Educativo Individualizzato, come sottolineato dalla normativa, deve essere verificato periodicamente, al fine di valutare gli obiettivi raggiunti e le migliorie da apportare alla proposta didattica. Questo “nuovo” documento è diventato operativo con il Decreto interministeriale n. 182 del 29 dicembre 2020. Il Tar del Lazio, però, l’ha reputato illegittimo il 14 settembre 2021. Il Miur, appellandosi con ricorso al Consiglio di Stato, ha ottenuto, con la sentenza del 26 aprile 2022, la “rilegittimazione” di tale strumento di progettazione inclusiva.

Un PEI su base ICF: cosa significa?

Il “nuovo” PEI, accogliendo la prospettiva ICF, deve tener conto del rapporto tra facilitatori e barriere. L’acronimo ICF sta per Classificazione Internazionale del Funzionamento, della disabilità e della salute dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Questo modello descrive la persona come un’entità in stretta relazione con il contesto socio-ambientale-affettivo nel quale vive. Da tale prospettiva la disabilità non è più considerata una dimensione statica e totalizzante, bensì il risultato dell’interazione tra condizione di salute, fattori personali ed elementi ambientali. In un ambiente facilitante, infatti, sia la partecipazione che le performance del soggetto sono promosse e valorizzate. Al contrario, in un contesto minato da barriere, le possibilità di una persona vengono limitate e le performance inficiate.
Le barriere possono essere di vario tipo, le più comuni sono (Curatola 2019, pp. 42-47):

  • architettoniche: limitazioni alla deambulazione;
  • percettive: assenza di indizi tattili o sonori;
  • socio-culturali: presenza di pregiudizi e stereotipi;
  • comunicative: approcci relazionali inidonei e giudicanti.

Setting degli obiettivi

In didattica speciale non esistono obiettivi standard, ovvero in grado di soddisfare i bisogni educativi di tutti. Ogni alunno, infatti, ha necessità formative individuali, legate alle conoscenze pregresse, alle competenze linguistiche, allo sviluppo cognitivo e alla capacità di gestire le proprie emozioni e i propri comportamenti (D’Alonzo, Meo 2019, p. 78). Stilare obiettivi efficaci è complesso. Occorre conoscere l’alunno, i suoi interessi e i punti di forza. Una strategia per guidare il processo di stesura degli obiettivi è SMART. Tale acronimo, molto utilizzato sia nel marketing che nel coaching, sta per “Specific, Measurable, Accountable, Realistic, Time Phased”, ovvero “Specifico, Misurabile, Comprensibile, Realistico e Cadenzato nel tempo” (Whitmore 2016, p. 105).

Per fini didattici, in questa sede, si propone un’alternativa. La sigla STIMA descrive le seguenti dimensioni (Meo 2020, pp. 29-30):

  • Specificità: definire materiali, strumenti, luoghi, tempi e metodologie;
  • Temporaneità: aggiornare e verificare costantemente il raggiungimento delle mete;
  • Info pregresse+1: progettare a partire dalle conoscenze pregresse dell’alunno;
  • Misurabilità: costruire indicatori per la valutazione che siano semplici e trasparenti;
  • Attuabilità: valutare globalmente i punti di forza, di debolezza, le barriere e i facilitatori.

Conclusioni

Il PEI ha una lunga storia pedagogico-didattica. Esso potrebbe essere paragonato a una “road map”, cioè a una “mappa di viaggio” che indica la rotta, le soste, le tappe e le priorità da perseguire al fine di guidare l’alunno verso le autonomie e le competenze. In tale “cammino” le tre regole da tenere ben presenti sono (Meo 2021, p. 208):

  1. differenziare le richieste in base alle peculiarità dell’alunno;
  2. organizzare spazi, gruppi e strumenti per abbattere le barriere;
  3. costruire un clima collaborativo teso a supportare le diversità.

Come scrisse Proust in La ricerca del tempo perduto, un vero percorso di scoperta non consiste nel vedere nuovi luoghi, ma nell’avere nuove prospettive. E ci vogliono proprio “nuovi occhi” per guardare le potenzialità nascoste di ciascuno studente e accoglierle, comprenderle, valorizzarle.

Bibliografia

Curatola A., Barriere, in d’Alonzo L. (a cura di), Dizionario di Pedagogia Speciale, Editrice Morcelliana, Brescia, 2019.

D’Alonzo L., Meo D., Far scrivere in linea con una didattica inclusiva, in “Quaderni di didattica della scrittura”, Cafagna, Barletta, n. 32/2019.

D.P.R. 24 febbraio 1994, Atto di indirizzo e coordinamento relativo ai compiti delle unità sanitarie locali in materia di alunni portatori di handicap, in GU Serie Generale n. 79 del 06-04-1994.

D. Lgs. 13 aprile 2017, n. 66, Norme per la promozione dell'inclusione scolastica degli studenti con disabilità, a norma dell'articolo 1, commi 180 e 181, lettera c), della legge 13 luglio 2015, n. 107, in GU Serie Generale n. 112 del 16-05-2017 - Suppl. Ordinario n. 23.

D. Lgs. 7 agosto 2019 n. 96, Disposizioni integrative e correttive al decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 66, recante: Norme per la promozione dell'inclusione scolastica degli studenti con disabilità, a norma dell'articolo 1, commi 180 e 181, lettera c), della legge 13 luglio 2015, n. 107, in GU Serie Generale n. 201 del 28-08-2019.

Legge 4 agosto 1977 n. 517, Norme sulla valutazione degli alunni e sull'abolizione degli esami di riparazione nonché altre norme di modifica dell'ordinamento scolastico, in GU Serie Generale n. 224 del 18-08-1977.

Legge 5 febbraio 1992 n. 104, Legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate, in GU Serie Generale n. 39 del 17-02-1992 - Suppl. Ordinario n. 30.

Meo D, Come Pianificare un PEI efficace, in Shannon K et al., L’inclusione in classe, Special Needs Resources, De Agostini Scuola, Novara 2020.

Meo D., La storia ci insegna, in d’Alonzo L. (a cura di), Vite reali. La disabilità tra destino e destinazione, Pearson, Milano 2021.

Whitmore J., Coaching, Alessio Roberti Editore, Urgnano 2016, p. 105.

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Damiano Meo è docente e autore. Collabora con CeDisMa dell’Università Cattolica di Milano e si occupa di pedagogia speciale, glottodidattica e progettazione inclusiva. È del 2016 Storie di semola e semplicità (Fondazione Migrantes) con cui ha vinto il premio Books for Peace 2017 ed è stato menzionato dalla giuria del concorso Mario Luzi. Con la Jaca Book, nel 2011, ha realizzato l’allegato fotografico di Ai confini dell’impero: 5000 km in Polonia, Romania, Bulgaria, Ungheria e Repubblica Ceca. Nello stesso anno ha documentato gli sbarchi a Lampedusa. Ha partecipato a progetti culturali e formativi a Bruxelles, York, Nizza e Tripoli.