Prove INVALSI e cultura valutativa
Una riflessione sul tema
PROVE INVALSI
Proponiamo una riflessione generale sulla natura e sul senso delle prove Invalsi, cui molti docenti, prima ancora dei propri alunni, si accostano con “il mal di pancia”.
All’interno della scuola è piuttosto diffusa la sensazione che le prove Invalsi siano uno strumento di controllo e valutazione degli insegnanti. Uno strumento che sentono inadeguato, che pretende di “misurare” gli apprendimenti quando questi sono processi articolati, in evoluzione, fortemente ancorati al vissuto dei bambini e al coinvolgimento degli stessi nelle attività cui partecipano. Possiamo concordare certamente con questa affermazione.
Se però ripensiamo alla nascita dell’Istituto Invalsi e al suo significato (Istituto Nazionale per la Valutazione del sistema Educativo di Istruzione e Formazione), lo sguardo diventa necessariamente più ampio e va a considerare l’intera cultura valutativa della scuola.
In quest’ottica, se ieri valutare era un’operazione di tipo selettivo e corrispondeva a identificare gli allievi che rispondevano positivamente agli stimoli trasmessi, oggi la sfida dei sistemi scolastici è offrire a tutti gli alunni esperienze di qualità, utili in misura diversa a tutti e a ciascuno, mantenendo, al tempo stesso, dei livelli standard di profitto all’interno del sistema.
Certamente la complessità degli apprendimenti (e tantomeno le competenze, cui la scuola odierna deve puntare) non si misura né si registra con una “istantanea” come può essere una prova Invalsi. Tuttavia riteniamo utile riflettere sul merito che hanno avuto le prove Invalsi nel promuovere un atteggiamento meno addestrativo e più progettuale nella didattica quotidiana, confutando l’utilità di vecchie prassi didattiche consolidate secondo le quali, solo per fare un esempio, la comprensione di un testo si valuterebbe chiedendo agli alunni di applicare metodicamente la sottolineatura di parole-chiave e la formulazione di un riassunto a partire dalle parole sottolineate. Le prove Invalsi, invece, testano anche la comprensione degli impliciti di un testo, cioè di ciò che il testo non dice ma suggerisce. Vanno insomma a testare in profondità i processi cognitivi implicati nella comprensione testuale.
Se si esce dalla logica del controllo, le prove Invalsi assumono allora una funzione autoregolativa per l’intero processo didattico e orientano i soggetti interessati verso una valorizzazione del progetto realizzato e la promozione di linee di miglioramento (Indicazioni Nazionali per il Curricolo, 2012).
Attraverso le prove, momenti formalizzati e finalizzati all’accertamento di alcuni (lo ricordiamo, solo alcuni) apprendimenti che rientrano negli obiettivi dell’offerta formativa, si ottengono informazioni che concorrono a tracciare un profilo della qualità complessiva dell’offerta formativa delle istituzioni di istruzione e si promuove la ricerca strategica di linee migliorative per l’intero sistema scolastico.