Una buona pratica nell’incerto percorso di Alternanza scuola-lavoro
Come procedere con i progetti di Alternanza scuola-lavoro
ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO
Le ultime disposizioni legislative riguardo l’Alternanza scuola-lavoro non sono ancora del tutto chiare, da un lato si chiede che l’attività di Alternanza sia coerente con il percorso scolastico, dall’altro si propone un monte-ore globale più che dimezzato. In ogni caso l’attività di Alternanza rimane comunque un’esperienza formativa ed educativa importante, in quanto vuol rendere partecipe lo studente della vita reale nelle sue varie sfaccettature.
di Francesco Valente
Il percorso legislativo dell’Alternanza scuola-lavoro, sin dalla sua genesi, è sempre stato ed è tuttora piuttosto “agitato”. Tralasciando gli albori e lo sviluppo successivo mi soffermo sulle ultime disposizioni legislative che lasciano, ancora una volta, nel limbo l’evoluzione e gli orizzonti del percorso. L’art. 12 comma 2 del D.lgs. 62/2017, tra i requisiti d’ammissione all’Esame di Stato, aveva introdotto l’Alternanza scuola-lavoro sostenendo che “in relazione al profilo educativo, culturale e professionale specifico di ogni indirizzo di studi, l'Esame di Stato tiene conto anche della partecipazione alle attività di Alternanza scuola-lavoro, dello sviluppo delle competenze digitali e del percorso dello studente di cui all'articolo 1, comma 28, della legge 13 luglio 2015 n. 107”. La Legge 21 settembre 2018, n. 108 “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 luglio 2018, n. 91, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative” all’art. 6 comma 3-octies ha reso cogente la misura ma solo dall’a. s. 2019/2020 “nelle more della revisione della disciplina dei percorsi di Alternanza scuola-lavoro, il termine di entrata in vigore dell'articolo 13, comma 2, lettera c), nonché dell'articolo 14, comma 3, sesto periodo, limitatamente alle attività assimilabili all'Alternanza scuola-lavoro, del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 62, è differito dal 1° settembre 2018 al 1° settembre 2019”.
Gli ultimi Ministri dell’Istruzione sono stati, non poche volte, incalzati ad interloquire con platee che in ragione di personali convincimenti hanno richiesto il potenziamento o l’abolizione del percorso di Alternanza. In una recente question time il Ministro Bussetti ha affermato che “il numero di ore obbligatorie sarà ridotto in maniera differenziata nei vari istituti. Le scuole possono poi decidere se aumentare il monte ore minimo”, rimandando al DEF l’intervento normativo sull’istituto dell’Alternanza. Intanto è in corso un ulteriore cambio di passo che ipotizza la totale esclusione delle attività di Alternanza scuola-lavoro dagli Esami di Stato.
Si suole pensare che quando il bandolo della matassa è molto ingarbugliato la verità è quasi sempre nel mezzo ma, nello specifico, la ridefinizione delle attività di Alternanza non è del tutto chiara, da un lato si chiede che l’attività di Alternanza sia coerente con il percorso scolastico, dall’altro si propone un monte-ore globale più che dimezzato. Si ipotizza un forte ridimensionamento nei licei passando dalle attuali 200 ore a 90 e le 400 ore dei tecnici e dei professionali ridotte rispettivamente a 150 e 180.
Nel rispetto di tutte le opinioni e orientamenti, i miei abbondanti otto lustri di vita trascorsi nella scuola mi spingono a dire che solo con il buon senso e l’ascolto attivo dei diretti interessati è possibile una corretta legiferazione o una coerente integrazione delle norme correnti. Ho lavorato in varie scuole caratterizzate da visioni differenti e con bisogni diversi. Per certi versi non sono paragonabili i bisogni di un liceo con quelli di un istituto tecnico o professionale. Non sempre una unica taglia di vestiario calza alla perfezione su corpi di statura e pesi differenti. Ciò vale anche per alcune norme tra cui quelle relative all’Alternanza scuola-lavoro.
L’attività di Alternanza nasce con i giusti presupposti, vuol rendere partecipe lo studente della vita reale, nelle sue varie sfaccettature, far accrescere e consolidare le soft skills e character skills utili all’inserimento nel mondo del lavoro. Ciò che ha irritato molti attori scolastici è stata l’imposizione tout court e per tutti gli indirizzi di studio di una attività che, quand’anche giusta nei suoi fondamenti e strategica nell’apprendimento orientato al lavoro, non può trovare eguale applicazione in scuole diverse. Appare evidente che il progetto di Alternanza scuola-lavoro nasce con dei buoni propositi e che lo stesso è attuato in molti istituti tecnici e professionali da tempi immemorabili, sicuramente molto prima del suo riconoscimento legislativo risalente alla legge Moratti del 2004. Dati statici evidenziano che da molti anni il 43,5% utilizzava l’attività di Alternanza pur non fruendo di specifici fondi aggiuntivi. A tal riguardo penso che dai 100 milioni annui stanziati dalla Legge 107 del 2015 si passerà proporzionalmente ad un importo legato alla riduzione delle attività.
In tanti stati europei e non l’esperienza lavorativa degli studenti è normata e fortemente strutturata.
La Germania, per esempio, ha un percorso duale invidiabile e ben contestualizzato. Anche in Italia sono presenti tante buone pratiche che andrebbero meglio pubblicizzate. È noto che tra coloro che hanno mal digerito l’imposizione dell’attività di Alternanza vi sono alcuni indirizzi liceali, nonostante la maggioranza dei licei abbiano implementato buone pratiche. Nella scuola dell’autonomia l’imposizione è mal digerita, bisognerebbe informare e ben formare gli attori scolastici prima di avventurarsi in un cammino che potrebbe risultare irto per coloro che ne ignorano il percorso. Volendo essere positivo, mi piace ricordare una attività di Alternanza che il liceo Cairoli di Vigevano ha implementato e sta portando avanti con successo. Il progetto, collocato nell’ambito dei Project Work, apre allo studio del territorio per poi affrontare gli aspetti della antropizzazione del territorio, le ricadute economiche e le implicazioni artistico-culturali collegate alle peculiarità naturali del territorio stesso. Attraverso il confronto tra aree geografiche diverse, il progetto ha consentito a studenti delle classi quarte di approfondire in modo consapevole la conoscenza della propria terra e di acquisire gli strumenti per decodificare le peculiarità di un qualsiasi territorio. Esso ha preso avvio dalle cause, strettamente legate alla presenza dell’acqua dolce che spinsero i Cistercensi a far nascere un’abbazia proprio a Morimondo, lo studio si è esteso poi anche al territorio vigevanese. Ho avuto modo di incontrare e dialogare lungamente con i diretti fruitori ed attori del progetto proprio a Morimondo. Sono rimasto piacevolmente sorpreso dal fatto che, in un progetto legato al rapporto tra il territorio e l’acqua, gli studenti conoscessero perfettamente anche le caratteristiche degli edifici e la loro architettura, i materiali usati per la costruzione in relazione alla conformazione del territorio e le peculiarità e differenze della flora e della fauna. Durante il percorso di Alternanza gli studenti hanno inoltre confrontato la realtà territoriale pavese con un territorio completamente diverso, cioè quello forgiato dall’acqua di mare del Parco Nazionale delle Cinque Terre, da Levanto a Monterosso, caratterizzato da terrazzamenti, ruscelli e fondali marini. Hanno dimostrato di aver acquisito una enorme consapevolezza del significato culturale del territorio nella sua componente naturale e antropica, l’importanza culturale e l’unicità del patrimonio archeologico, architettonico e artistico italiano, apprezzandone la rilevanza economica fondamentale e la conseguente necessità di proteggere tale territorio e tale patrimonio artistico attraverso strumenti di tutela e di conservazione.
In un territorio non particolarmente industrializzato quale la Lomellina degli studenti liceali sono stati messi nelle condizioni di approfondire alcune tematiche delle discipline curricolari, in particolare Italiano, Latino, Storia, Inglese, Scienze, Fisica, Storia dell’Arte, senza sconvolgere l’ordinaria didattica.
Comprendo le perplessità di quanti hanno incontrato delle difficoltà nell’implementazione di progetti di Alternanza ma credo che talune competenze possano essere acquisite solo immergendosi nelle realtà specifiche del territorio. Non siamo la realtà tedesca ma con l’italica inventiva tante difficoltà possono essere superate e con piccole o grandi iniziative far maturare le necessarie competenze agli studenti.