Valutare i percorsi di Alternanza scuola-lavoro

Valutare i percorsi di Alternanza

Tra la verifica delle competenze, l'entusiasmo dei ragazzi e la relazione del tutor

ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO

Negli ultimi anni l’attenzione del valutatore si è fortemente riposizionata. Dall’attenzione alle sole conoscenze e abilità acquisite si è focalizzata una nuova e più completa attenzione verso la capacità di valorizzarle in compiti e problemi che abbiano qualche carattere di complessità. ossia su ciò che lo studente sa fare consapevolmente. Come si valutano, quindi, alla luce di tali affermazioni, i percorsi di Alternanza scuola-lavoro?

di Francesco Valente

La necessità di valutare i percorsi di Alternanza scuola-lavoro viene chiarita dalla Guida operativa del 2015 che a pagina 11 dice:

“Il potenziamento dell’offerta formativa in Alternanza scuola-lavoro trova puntuale riscontro nella legge 13 luglio 2015, n.107, recante “Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti”, che ha inserito organicamente questa strategia didattica nell’offerta formativa di tutti gli indirizzi di studio della Scuola secondaria di secondo grado come parte integrante dei percorsi di istruzione. Il ruolo dell’Alternanza scuola-lavoro nel sistema di istruzione ne esce decisamente rafforzato. Rispetto al corso di studi prescelto, la legge 107/2015 stabilisce un monte ore obbligatorio per attivare le esperienze di Alternanza che dal corrente anno scolastico 2015/16 coinvolgeranno, a partire dalle classi terze, tutti gli studenti del secondo ciclo di istruzione. Con queste nuove modalità di attivazione, le caratteristiche intrinseche dell’Alternanza scuola lavoro delineate dalle norme in precedenza emanate cambiano radicalmente: quella metodologia didattica che le istituzioni scolastiche avevano il compito di attivare in risposta ad una domanda individuale di formazione da parte dell’allievo, ora si innesta all’interno del curricolo scolastico e diventa componente strutturale della formazione “al fine di incrementare le opportunità di lavoro e le capacità di orientamento degli studenti”. Per evidenziare la portata dei cambiamenti, si ritiene utile proporre alle scuole una “rilettura” organica delle norme sull’Alternanza, che richiede ai docenti e ai dirigenti scolastici una piena consapevolezza della propulsione innovativa che può efficacemente imprimere sulla didattica e sulla qualità della formazione dei nostri studenti.”

Secondo la legge 53 e 107, richiamate nella Guida operativa, l’Alternanza scuola-lavoro è stata proposta come metodologia didattica avente lo scopo di:

  • attuare modalità di apprendimento flessibili ed equivalenti sotto il profilo culturale ed educativo, rispetto agli esiti dei percorsi del secondo ciclo, che colleghino sistematicamente la formazione in aula con l’esperienza pratica;
  • arricchire la formazione acquisita nei percorsi scolastici e formativi con l’acquisizione di competenze spendibili anche nel mercato del lavoro;
  • favorire l’orientamento dei giovani per valorizzarne le vocazioni personali, gli interessi e gli stili di apprendimento individuali;
  • realizzare un organico collegamento delle istituzioni scolastiche e formative con il mondo del lavoro e la società civile, che consenta la partecipazione attiva dei soggetti di cui all’articolo 1, comma 2, nei processi formativi;
  • correlare l’offerta formativa allo sviluppo culturale, sociale ed economico del territorio.»

La valutazione è quindi una attribuzione di valore, giudizio, considerazione, apprezzamento di meriti personali o professionali.
L’art. 1 del Regolamento n°122 del 2009 enuncia che la valutazione è espressione dell’autonomia professionale propria della funzione docente, nella sua dimensione sia individuale sia collegiale: essa ha per oggetto il processo di apprendimento, il comportamento e il rendimento scolastico complessivo degli alunni.
Le istituzioni scolastiche hanno il compito di:

  • accompagnare la crescita di ogni persona da bambino a giovane adulto 
  • favorire lo sviluppo di sentimenti ed emozioni 
  • far acquisire le categorie di giudizio fondamentali: il vero, il buono, il bello...
  • formare il futuro cittadino nella relazione con gli altri, nel sistema di diritti e di doveri, nella conoscenza dei limiti sociali alla libertà individuale 
  • preparare alla vita attiva attraverso l’acquisizione di conoscenze e saperi e attraverso lo sviluppo di competenze

La valutazione per competenze

La valutazione per competenze ha ridisegnato le prospettive valutative a scuola. Negli ultimi anni l’attenzione del valutatore si è fortemente riposizionata. Dall’attenzione alle sole conoscenze e abilità acquisite si è focalizzata una nuova e più completa attenzione verso la capacità di valorizzarle in compiti e problemi che abbiano qualche carattere di complessità. Parafrasando Wiggins si può affermare che l’attenzione si è spostata su ciò che lo studente sa fare consapevolmente.
Sotto l’aspetto pedagogico si potrebbe affermare che la scuola tende a innestare nella società giovani in grado di affrontare le varie sfide con la consapevolezza che esse si protrarranno lungo tutto l’arco della vita.
La scuola ha l’arduo compito di valutare e a riguardo Wiggins propone che la “valutazione autentica” risponda a delle specifiche caratteristiche:

  • sia realistica,
  • sia basata sulla soluzione di problemi non strutturati, che potrebbero avere più di una risposta giusta, 
  • faccia incontrare, attraversare e possedere le procedure che sono all’interno delle discipline,
  • si realizzi in contesti specifici che presentano particolari restrizioni, usando in modo efficace e reale il repertorio delle conoscenze per negoziare compiti complessi e perfezionare le prestazioni.

Come abbiamo indagato nell’articolo “Come costruire un progetto di Alternanza scuola-lavoro”, prima di passare alla domanda: «Qual è l’incidenza delle attività di Alternanza scuola-lavoro sulla valutazione complessiva dello studente?», è necessario delineare, all’interno del Consiglio di classe, quali competenze, alla luce delle capacità personali dello studente, si intendano raggiungere e quali siano le materie preminenti intorno alle quali ruota l’attività ASL.

Un primo momento valutativo può scaturire dalla disponibilità, dall’entusiasmo e dalla partecipazione dello studente. Uno studente consapevole di ciò a cui va incontro, che apprezza lo sforzo teso all’accrescimento delle sue competenze, merita la massima considerazione. A differenza degli studenti che comprendono subito il valore formativo delle attività di Alternanza, altri si lasciano trasportare e affrontano le loro responsabilità con molto meno interesse.

Spetterà ai tutor designati, interno e aziendale, valorizzare la partecipazione degli studenti. I monitoraggi in itinere consentiranno al docente designato e al tutor aziendale di delineare il profilo degli studenti in Alternanza. L’approccio costruttivo, la presenza costante, l’impegno profuso, l’apertura al mondo sono tra gli elementi di valutazione da tenere in considerazione.

Il secondo momento valutativo deve scaturire dai docenti le cui materie sono preminenti nello sviluppo dell’attività di Alternanza. La verifica delle competenze acquisite alla luce, anche, delle abilità soggettive e delle conoscenze date sono da tenere in forte considerazione e, oltre a incidere sulla singola materia, dovrà essere oggetto di approfondimento nell’ambito dell’intero consiglio di classe.

Un ulteriore momento che può entrare a pieno titolo nella valutazione dello studente è dato dalla fase di restituzione. Non basta andare in Alternanza, è importante anche restituire ciò che si è appreso, anche in termini di dinamiche organizzative. La qualità dell’esposizione, intesa come la corretta formulazione delle dinamiche delle attività svolte e la coscienza di ciò che si è appreso, hanno un peso determinante nella valutazione complessiva.

Una parte della valutazione spetta anche al singolo studente. L’autovalutazione in un ragazzo che tende alla maturità può far capire la qualità di ciò che si è posto in atto ed eventualmente generare una riflessione sulle opportune modifiche da apportare all’impianto progettuale.

Dalla Valutazione alla certificazione

Qualche volta il docente dimentica che lo studente si aspetta, anzi, desidera essere valutato per accertarsi che la sua applicazione sia coerente con le aspettative. L’atto valutativo è quindi di capitale importanza tanto per gli studenti quanto per le rispettive famiglie: va anche assicurata tempestiva e trasparente informazione agli studenti e alle loro famiglie sui criteri di valutazione oltre che sugli esiti acquisiti durante il percorso scolastico. Lo studente valutato generalmente compara la sua valutazione con la valutazione ottenuta dal resto della classe. Molte volte il lavoro dello studente non viene apprezzato completamente dal docente; può anche capitare che lo studente abbia delle aspettative superiori alla prestazione offerta, nel qual caso nasce ed è strisciante una certa insoddisfazione che non giova né allo studente né alle dinamiche di classe.

Ecco perché è necessario sviluppare negli alunni la capacità di auto-valutare il proprio apprendimento. È facile enunciarlo ma difficilmente si riesce a portare lo studente a un grado di maturità tale da poter serenamente e oggettivamente auto valutarsi, comunque è sempre utile provare, perché obiettivo della valutazione è che ogni studente acquisisca una coscienza del suo valore, delle sue capacità e competenze come dei suoi limiti, delle difficoltà incontrate e degli errori commessi.

Le indicazioni, riprendendo altre disposizioni normative (decreto ingiuntivo 297/94 d.p.r. 275/99 d.p.r. 122/09), attribuiscono la responsabilità della valutazione e della cura della documentazione del processo di apprendimento agli insegnanti, che operano nel rispetto dei criteri generali fissati dagli Organi Collegiali.

Per attribuire una valutazione che porti a raggiungere una matura autovalutazione è decisivo che il docente sia coerente nelle sue valutazioni. La coerenza delle valutazioni implica che le verifiche intermedie e le valutazioni periodiche finali devono essere coerenti con gli obiettivi traguardi previsti dalle indicazioni e declinati nel curricolo.

È importante che gli apprendimenti degli allievi siano puntualmente osservati, sempre in una prospettiva di promozione delle potenzialità di ciascuno, la comunità professionale deve essere impegnata costantemente nell'autovalutazione come momento di riflessione metacognitiva sui compiti e sulle azioni dall'istituzione scolastica (SNV, RAV). Un buon punto di partenza per comprendere come agire è dato dall’ampia letteratura esistente sullo sviluppo delle unità di apprendimento e delle conseguenti rubriche valutative. Moltissimi istituti hanno postato sul proprio sito internet i loro lavori sulla valutazione di competenza e le relative prospettive valutative. È possibile, inoltre, approfondire l’argomento digitando “le rubriche valutative – for docenti – Indire” o “Obiettivo 2020 – giovani competenti crescono” per trovare diversi contributi utili all’avvio del nostro lavoro.

 

Francesco Valente, ex dirigente scolastico, è esperto di tematiche relative all'Alternanza scuola lavoro. Collabora con Pearson Italia per l'aggiornamento professionale dei dirigenti scolastici e dei docenti.