
I Dirigenti ci raccontano la ripresa della scuola
Uno sguardo alla progettazione didattica e al recupero degli apprendimenti
Con la ripresa dell’anno scolastico dopo un lungo periodo di didattica a distanza si rende necessaria una revisione complessiva della programmazione didattica. Abbiamo rivolto alcune domande a chi ha già iniziato una riflessione in questo senso: i due Dirigenti Giorgio Galanti, del Liceo Tito Livio di Milano, e Mino Bersini, dell’IIS Vincenzo Dandolo di Cozano (Bs), ci raccontano la programmazione dei corsi quadriennali promossi nelle loro scuole, mentre la Dirigente Simonetta Cimento, dell’IC della Bassa Valle Scrivia, ci descrive la ripresa del suo istituto in seguito al lockdown.
a cura di Giuseppe Bonelli
In questa ripresa scolastica i riflettori sono giustamente puntati sulla sicurezza e sulle procedure di gestione dei casi di contagio, ma una delle criticità che i nostri istituti dovranno affrontare nel corso di questo secondo anno di convivenza con la pandemia sarà quello della programmazione disciplinare. Le norme straordinarie che hanno infatti regolato la conclusione dello scorso anno andranno ulteriormente integrate per la gestione delle carriere scolastiche degli alunni.
Innanzitutto, dovranno essere definite le modalità del recupero individuale degli apprendimenti per gli studenti promossi in presenza di voti insufficienti; in secondo luogo andrà gestita l’integrazione dell’attuale programmazione annuale con gli obiettivi delle Indicazioni nazionali e delle Linee guida eventualmente non raggiunti lo scorso anno a causa del lockdown. In pratica i PIA e i PAI continueranno a incidere sulla didattica del 2020/2021.
Tra buone pratiche sperimentali e situazioni territoriali significative
Abbiamo individuato alcune esperienze che hanno già fatto i conti con una revisione complessiva della programmazione o che hanno già iniziato una riflessione in questo senso.
Ancora una volta il ricco panorama della progettazione didattica delle nostre scuole ci può essere d’aiuto: la sperimentazione del curriculum quadriennale nelle Scuole secondarie di secondo grado ha infatti già previsto una ristrutturazione su diversa scansione temporale degli obiettivi di apprendimento. Abbiamo quindi chiesto a due Dirigenti di istituzioni statali che portano avanti questa innovazione di aiutarci nella riflessione. Si tratta di Giorgio Galanti, del Liceo Tito Livio di Milano, che prevede un corso quadriennale di Liceo coreutico, e di Mino Bersini, dell’IIS Vincenzo Dandolo di Cozano (Bs), che ha un percorso quadriennale nell’indirizzo agrario.
Per quanto riguarda invece il primo ciclo abbiamo coinvolto Simonetta Cimento, Dirigente scolastica dell’IC della Bassa Valle Scrivia, una delle scuole che hanno dovuto confrontarsi duramente con il virus anche se lontano dai riflettori mediatici, ma che ha ripreso con forza e determinazione il percorso scolastico, per guardare avanti e trarne occasione di miglioramento della propria offerta formativa.
Scuola secondaria di secondo grado: l’esperienza dei corsi quadriennali
Partiamo dai quadriennali, cercando di recuperare questa esperienza nel nuovo contesto della programmazione disciplinare di questo anno scolastico.
Le norme straordinarie per l’emergenza Covid-19 hanno previsto una revisione complessiva della programmazione didattica: la scelta sembra essere tra argomenti più o meno imprescindibili per la preparazione finale dello studente, ma ora la progettazione è per competenze più che per contenuti. A Suo parere, anche considerando la sperimentazione quadriennale in atto nel vostro istituto, è possibile raggiungere comunque gli obiettivi previsti dalle Indicazioni nazionali (o dalle Linee guida per il tecnico)?
Bersini: Ritengo che la revisione della programmazione debba essere estesa necessariamente anche alle programmazioni dei corsi ordinari (non quadriennali). In particolare, nella programmazione sperimentale quadriennale sono state eliminate parti che non influiscono sull'apprendimento delle conoscenze e dei principi fondamentali delle discipline. Nella nostra programmazione è inoltre già prevista una didattica innovativa, con utilizzo della tecnologia multimediale e laboratoriale a supporto della didattica classica (alcuni laboratori sono stati tuttavia rinviati causa Covid). Per la nostra esperienza la ristrutturazione degli obiettivi di apprendimento porterà, lo speriamo, anche a un recupero di molti contenuti dei percorsi tradizionali.
Galanti: Per la mia esperienza si tratta di due contesti non assimilabili e quindi ritengo poco utile proporre una replica dell’esperienza del quadriennale nel percorso quinquennale: di fatto la sperimentazione del quadriennale propone la medesima programmazione del quinquennale in quattro anni con orario ampliato, senza che vi sia una significativa riduzione dei contenuti o una totale ristrutturazione dell’impianto formativo.
Nella vostra esperienza di progettazione quadriennale avete già dovuto rivedere la programmazione didattica complessiva: a vostro giudizio questa revisione può essere di aiuto per affrontare la nuova situazione che si è creata? Potete indicare un elemento particolarmente significativo a riguardo?
Bersini: Sono state adottate strategie potenziate per arrivare ai medesimi obiettivi delle programmazioni quinquennali e ogni disciplina ha scelto la propria. Per esempio, in Letteratura alla lezione frontale si affianca la visione di serie televisive in nesso con gli argomenti via via affrontati: così l’Epica è stata abbinata alla visione – con relativo dibattito – dello sceneggiato televisivo dell’Odissea, che ha anche permesso di introdurre e di spiegare la storia antica con buoni risultati. Per Matematica i numeri, argomenti di geometria piana e le equazioni sono stati introdotti mediante la visione di documentari di storia della matematica che hanno stimolato attenzione e partecipazione attiva da parte di tutte le studentesse e gli studenti. Per quanto riguarda la Chimica degli alimenti, i ragazzi hanno potuto apprendere alcuni principi della caseificazione sfruttando il nuovo laboratorio in dotazione alla scuola (analisi del latte, dei batteri nei vari formaggi ecc.).
Galanti: Probabilmente potrebbe essere utile il meccanismo, ma l’adattamento della programmazione quinquennale a quella quadriennale non contemplava la didattica a distanza, che invece ora modifica ulteriormente i tempi e i modi della didattica e impone una riflessione importante sull’impianto formativo della scuola superiore nel suo complesso.
Considerando i vostri studenti attuali, avete notato delle differenze, anche in termini di valutazione finale dello scorso anno, tra quanti seguono il percorso quadriennale e quelli che seguono quello tradizionale? Hanno avuto meno, maggiore o pari difficoltà gli studenti del corso sperimentale ad adeguarsi alla nuova programmazione?
Bersini: Sì, le differenze si sono notate. Gli alunni del corso quadriennale sono più collaborativi e desiderosi di apprendere, hanno seguito le lezioni in DDI in modo puntuale e si sono adeguati alla nuova programmazione e alla nuova didattica a distanza molto prima di tutti gli altri studenti dell'istituto. Ci sono state chiaramente delle difficoltà iniziali in molti casi dovute alle connessioni lente. Altre difficoltà (ma poche) sono arrivate dall’impegno individuale dei ragazzi, che per alcuni in DDI si è ridotto.
Si lavora con ragazze e ragazzi che hanno una motivazione forte nel finire prima il percorso scolastico per poi attuare il loro sogno di vita, universitario o lavorativo. Noi siamo contenti del corso quadriennale perché lo riteniamo un'alternativa innovativa ai classici corsi quinquennali. Ricordiamo che, come abbiamo detto sopra, quest'anno abbiamo lavorato in emergenza, e nonostante questo abbiamo ottenuto ottimi risultati. In programmazione per quest'anno c'era il PCTO, impostato per l'estero (Francia e Spagna in primo piano). Chiaramente, sempre per il Covid, non sarà possibile mandare all'estero i nostri ragazzi e in alternativa cercheremo aziende “a km zero”. Siamo dispiaciuti di non aver avuto la possibilità di aprire una classe prima: sarebbe stata piccola, ma in un momento come questo sarebbe stata la classe ideale per mettere in atto nuove tipologie di didattica sperimentale in presenza.
Galanti: Il nostro specifico caso rappresenta un unicum e, perciò, risulta poco confrontabile, per alcuni fattori: l’unicità della classe quadriennale (non abbiamo, infatti, ricevuto iscrizioni nei due anni successivi all’avvio della sperimentazione), il numero basso di studenti (che garantisce la costanza della presenza) e la particolarità degli alunni che per la gran parte non frequentano accademie esterne di danza, come invece accade per la maggior parte degli studenti quinquennali.
Come si può notare il quadro si presenta in chiaroscuro: se da un lato la sperimentazione ha certamente aumentato la capacità progettuale delle scuole, rendendole quindi più flessibili anche nella situazione emergenziale odierna, l’impressione è che in generale questa soluzione non abbia impattato in modo decisivo sull’offerta formativa, anche per la limitazione posta dal Ministero che ha previsto una sola sezione quadriennale per ciascuna scuola coinvolta. Certamente si tratta dell’ennesimo esempio di come spingendo con maggiore decisione dal centro verso l’autonomia delle scuole si potrebbero ottenere migliori risultati anche in situazioni problematiche come quella che stiamo affrontando.
Primo ciclo di istruzione: la ripartenza dopo un periodo difficile
Nel primo ciclo, più che le diverse prospettive ordinamentali, saranno inevitabilmente le peculiari condizioni territoriali a incidere sulle modalità di progettazione didattica, per questo ci siamo rivolti a chi, come Simonetta Cimento, Dirigente dell’IC della Bassa Valle Scrivia, riparte dopo un periodo non semplice.
Le norme straordinarie per l’emergenza Covid-19 hanno previsto una revisione complessiva della programmazione didattica: la scelta sembra essere tra argomenti più o meno imprescindibili per la preparazione finale degli alunni, ma ora la progettazione è per competenze più che per contenuti. A Suo parere è possibile raggiungere comunque gli obiettivi previsti dalle Indicazioni nazionali?
Nella Scuola secondaria di primo grado, la DaD ha inevitabilmente determinato una contrazione dei contenuti, per la riduzione forzata delle ore di lezione e una conseguente concentrazione sui nuclei fondanti, ma ha anche permesso di sviluppare alcune competenze che l'attività in presenza non sempre permetteva.
Gli alunni sono stati guidati ad acquisire e sviluppare competenze digitali per poter partecipare attivamente alla DaD. Hanno dovuto imparare a imparare, in quanto la necessità di utilizzare le nuove piattaforme, di eseguire compiti e di condividerli online li ha motivati nella ricerca di strategie nuove ed efficaci. Infine, gli alunni hanno scambiato informazioni e indicazioni operative e hanno lavorato, anche a distanza, per un apprendimento cooperativo.
È di pura evidenza che l'apprendimento a distanza, in un ambiente didattico virtuale, non può essere sovrapponibile alla didattica in presenza, caratterizzata da un rapporto diretto interpersonale e da dinamiche del tutto diverse, tuttavia, se gli strumenti essenziali di apprendimento sono stati acquisiti durante la DaD, laddove i PAI e i PIA saranno attivati, ne potrà conseguire un recupero sufficiente o delle conoscenze, finalizzate alla costruzione delle competenze o, comunque, degli strumenti per acquisirle. Si può ipotizzare, pertanto, il raggiungimento sostanziale degli obiettivi previsti. Solo al termine dell'anno scolastico, tuttavia, si potrà valutare concretamente un'esperienza del tutto nuova che presenta ancora incognite.
Nella Scuola primaria e dell’infanzia la situazione ha evidenziato numerose criticità, soprattutto nelle classi iniziali della primaria: per i bambini alle prese con i primi rudimenti di lettura e scrittura il passaggio alla didattica a distanza è stato particolarmente difficile. Le attività asincrone non hanno offerto a tutti la possibilità di proseguire fattivamente un discorso iniziato in presenza e ciò ha influenzato pesantemente l’apprendimento. Tuttavia, con l’impegno adeguato di tutte le componenti, in un’ottica di comunità educante, ci sono buone opportunità per tutti di raggiungere gli obiettivi stabiliti. Stessa situazione nella Scuola dell’infanzia dove il rapporto diretto con i bambini appare insostituibile, stante le difficoltà oggettive di comunicare con i piccoli tramite pc e di mantenere un rapporto costante.
In quale ordine di scuola la progettazione si presta meglio a sostenere la revisione della programmazione? Verrebbe da dire la Scuola dell’infanzia, che non è obbligatoria, ma è veramente così? Quali sono le difficoltà maggiori che avete incontrato in questo lavoro? La presenza nello stesso istituto di tre diversi ordini di scuola è un ostacolo o un vantaggio per affrontare questo lavoro? Può indicare un elemento particolarmente significativo a riguardo?
Essere parte di un istituto comprensivo consente il costante e continuo confronto tra i vari ordini di scuola e la possibilità di provare a costruire un curricolo verticale verificandone l'efficacia durante il percorso scolastico dall'infanzia alla secondaria e, quindi, rappresenta sicuramente un vantaggio. Un elemento fondamentale sono gli incontri di continuità, tra infanzia e primaria e tra quest’ultima e la secondaria, che consentono di condividere esperienze e rilevare criticità e possono favorire un monitoraggio in itinere. Le difficoltà maggiori riguardano sicuramente la condivisione delle scelte contenutistiche e dei nuclei essenziali su cui lavorare in quanto è necessario concordare modalità e applicazione.
Dal punto di vista degli studenti, come stanno vivendo in questi primi giorni il recupero di una frequenza scolastica completa? È davvero possibile riprendere le fila del discorso didattico-pedagogico recuperando in itinere quanto si è perso nel secondo quadrimestre dello scorso anno?
Questi primi giorni sono vissuti dagli studenti come un ritorno a una forma nuova di normalità, sono contenti di ritrovarsi insieme in un'aula scolastica e, per ora, quasi tutti rispettano le indicazioni. Nel complesso si sono adeguati alle modalità stabilite per la riduzione del contagio e appaiono consapevoli di dover fare la propria parte. Il percorso è ripartito regolarmente e, come a ogni inizio d’anno, si riprendono gli argomenti già trattati in precedenza, si valuta il livello di apprendimento delle classi iniziali dedicando il primo periodo dell’anno soprattutto al ripasso e al consolidamento.
L’anno scorso, nel secondo quadrimestre, l’intenso lavoro dei docenti in DaD ha consentito di ridurre al minimo le “perdite” pertanto, soprattutto nella secondaria, le lacune accumulate riguardano prevalentemente alunni poco motivati e poco partecipi. In presenza si cercherà di coinvolgere maggiormente chi deve recuperare e di monitorarne il percorso. Con il concorso di tutti sarà possibile superare le criticità.
Nel complesso emerge dunque la grande capacità di adattamento e di resilienza delle nostre istituzioni scolastiche, ma certamente anche la necessità che ci sia un più costante e attento accompagnamento anche sotto il profilo normativo e contrattuale di questo anno scolastico, senza deprimere la capacità progettuale delle scuole ma dando riferimenti certi ai Dirigenti, al personale e all’utenza.
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