La rete nazionale delle scuole Biotech

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Un’esperienza didattica di eccellenza nell’area STEM

OSSERVATORIO DIDATTICO

Conosciamo l'esperienza della Rete Nazionale delle scuole Biotech, gli Istituti Tecnici di Biotecnologie Sanitarie e Ambientali, un network di più di 30 istituti distribuiti sul territorio nazionale, sempre più all'avanguardia nell'insegnamento delle discipline così dette STEM (Science, Tecnology, Engineering & Math).

la Redazione

Tra le realtà innovative che abbiamo incontrato in questi anni c’è senz’altro la rete nazionale delle scuole Biotech, un network di più di 30 istituti distribuiti sul territorio nazionale che portano avanti un’esperienza di rilievo nel campo della didattica delle biotecnologie sanitarie.

Abbiamo conosciuto i referenti della rete Biotech in occasione del convegno annuale degli istituti che si è tenuto questa primavera a Jesi (AN), presso l’IIS G. Galilei, che fa parte della rete e ne ha ospitato l’iniziativa.
A Jesi abbiamo parlato con la professoressa Lucia Zoppis, referente della scuola capofila della rete – l’I.T.S. Maria Letizia Cassata di Gubbio (PG) – e le abbiamo chiesto anzitutto di ricostruire con noi la storia e gli obiettivi principali che hanno portato alla nascita e allo sviluppo di quest’iniziativa.

La rete Biotech è una realtà italiana nata nel Centro-Nord del Paese, che si è poi diffusa capillarmente a livello nazionale” racconta la professoressa Zoppis, che nel 2012 è stata protagonista insieme al dirigente scolastico Carlo Chianelli del suo stesso istituto della costituzione della rete stessa. “La rete è nata in risposta alle difficoltà e alle criticità ravvisate dalla messa a regime del nuovo indirizzo BIOTECNOLOGIE secondo il riordinamento degli istituti tecnici (DPR n.88 del 15 marzo 2010). Superata la fase delle criticità, oggi ci si confronta e si discute su vari temi come le attività di laboratorio specifiche dell'indirizzo, le scelte di argomenti, le metodologie e l’innovazione didattica per competenze e, naturalmente, la valutazione”.

Le finalità della Rete, che riportiamo puntualmente come da sito di riferimento (Rete Nazionale Istituti Tecnici Biotecnologie Sanitarie e Ambientali), sono le seguenti:

  • valorizzare il corso di studi di biotecnologie sanitarie e ambientali in termini di competenze certificabili contestualizzandolo al proprio territorio, per la spendibilità del corrispondente diploma in campo lavorativo, arricchendolo di esperienze professionali a respiro nazionale ed internazionale;
  • sviluppare attività laboratoriali di ricerca didattica finalizzata alla messa in campo di nuovi e stimolanti contesti di apprendimento;
  • monitorare e valutare i livelli di competenza mediante definiti modelli di verifica e valutazione;
  • documentare per la più ampia circolazione, anche attraverso rete telematica, ricerche, esperienze, informazioni.

Il convegno nazionale di quest’anno – il VI dalla nascita della rete – ha raccolto grande soddisfazione da parte dei docenti partecipanti ed è stato un’opportunità per incontrare le varie realtà che da territori diversi partecipano a questa esperienza didattica.
Pearson ha partecipato in particolare come uditore e relatore alla giornata del 9 marzo, che ha previsto un intervento della dottoressa Elena Gaudio del MIUR sulla nuova piattaforma del Ministero dedicata all’Alternanza scuola-lavoro, cui è seguita una relazione di Mila Valsecchi, VP Sales & Marketing di Pearson Italia, che ha proposto una riflessione sul futuro dell’educazione centrata sulle principali evidenze oggi disponibili sullo sviluppo delle competenze nei nuovi scenari nazionali e globali.

L’esperienza della rete di istituti BIOTECH” commenta Mila Valsecchi “si inserisce pienamente nell’obiettivo di potenziamento nell’insegnamento delle discipline così dette STEM – dall’acronimo inglese Science, Technology, Engineering & Math - che è oggi uno degli obiettivi principali per il sistema scolastico sia a livello italiano sia internazionale. Le discipline STEM sono infatti al centro di un dibattito che ne sottolinea l’importanza per lo sviluppo delle competenze chiave degli studenti che dovranno vivere e lavorare nella società del futuro”.

Rita Palloni dell’IIS G. Galilei, che con la collega L. Zoppis è stata una delle referenti organizzative del convegno di quest’anno, commenta l’importanza di un approccio didattico orientato al futuro: “Organizzare un convegno per docenti in rete, a livello nazionale, richiede grande coordinamento e, soprattutto, capacità di saper interpretare i bisogni degli attori della rete e di riuscire ad armonizzarle con le opportunità innovative presenti sullo scenario nazionale ed europeo. Si opera per migliorare l'offerta formativa delle scuole della rete, che sono situate in vari contesti socio-culturali”.

Le prime due giornate del convegno, sono state invece occasione di aggiornamento professionale, rappresentando un appuntamento di avanguardia: “Il corso di formazione, tenutosi nelle prime due giornate del convegno, dalle docenti dell'ADI, Prof.ssa Silvia Faggioli e Prof.ssa Manuela Martino, è stato in assoluto il corso prototipo in Italia sull'applicazione concreta della metodologia ENTRECOMP- ECVET alla progettazione per le IFS dell'indirizzo Biotecnologie degli istituti tecnici” raccontano le professoresse Zoppis e Palloni.

In occasione dell’incontro di Jesi, Pearson ha avviato una prima raccolta dei numerosi progetti didattici attivati dalle scuole della rete. Nei prossimi appuntamenti della newsletter Dirigere la scuola, presenteremo di volta in volta un progetto della rete Biotech, sperando di dare così un ulteriore contributo alla diffusione di esperienze didattiche innovative nell’area STEM.