Valutazione e didattica a distanza

Norme ed esperienze esemplari

OSSERVATORIO DIDATTICO

Cerchiamo di chiarire i dubbi sulla valutazione a distanza, illustrandone gli aspetti normativi e riportando progetti di didattica a distanza attuati già prima dell’emergenza Covid-19: esperienze di scuola in ospedale e domiciliare, e un corso completamente a distanza per combattere la dispersione scolastica in un Comune distante dalle sedi didattiche.

di Giuseppe Bonelli

In prossimità della conclusione di questo anomalo anno scolastico si sta imponendo il tema della valutazione degli apprendimenti che gli alunni delle nostre scuole hanno maturato nel secondo quadrimestre attraverso le diverse esperienze di didattica a distanza.
Dopo un primo momento di incertezza, il Ministero ha dato indicazione di continuare a dare riscontro agli studenti del lavoro svolto, per segnalare come l’attività scolastica, seppure in emergenza, proseguisse in continuità con il periodo precedente. Ma non tutti i dubbi sono stati fugati, soprattutto in merito alle modalità e alla legittimità di queste forme di valutazione.
Abbiamo chiesto ad alcuni esperti di riflettere con noi sulla situazione.

Impariamo dall’esperienza: la scuola in ospedale

Certo l’epidemia del Covid-19 è un’emergenza, ma nella nostra realtà non manca una riflessione consolidata sui contesti emergenziali, a cui, con le dovute attenzioni alle differenze, può essere utile guardare.
Esistono infatti già da tempo esperienze di valutazione e di didattica a distanza, per esempio nell’ambito della scuola in ospedale e domiciliare. Abbiamo chiesto un contributo su questo a Laura Fiorini, la Dirigente scolastica del Liceo “Maffeo Vegio” di Lodi, che è polo regionale per Scuola in Ospedale e progetti di Istruzione Domiciliare (hshlombardia@gmail.com).

1) Nella sua esperienza di scuola in ospedale e domiciliare quali sono gli elementi che andrebbero privilegiati nella verifica a distanza?

In questo eccezionale momento il docente si trova a fare scuola "oltre" la scuola, non più in un'aula, ma nelle case degli alunni nelle quali entra attraverso uno schermo. La relazione rimane la componente fondamentale: il docente deve porsi in modo rassicurante, accogliente, coinvolgente e saper cogliere i segnali che l'alunno restituisce, instaurando con lui un rapporto di fiducia. La pianificazione didattica ha la finalità di scegliere con cura gli obiettivi e i saperi essenziali da raggiungere e le competenze da sviluppare favorendo la partecipazione attiva dei ragazzi e la loro motivazione ad apprendere. Alla lezione frontale, limitata a pochi minuti, occorre accompagnare risorse web e multimediali; l'attività didattica si sviluppa attraverso momenti sincroni e asincroni durante i quali l'alunno è invitato a produrre testi, presentazioni, immagini, materiali che fanno già parte della verifica che valorizza il processo rielaborativo e, attraverso l'autovalutazione, quello metacognitivo. Una verifica immediata permette di ricalibrare in modo flessibile, ma anche più incisivo, il percorso formativo. Come nella scuola in ospedale e nell'istruzione domiciliare, la verifica avviene grazie a una continua interazione docente-allievo che rende consapevole lo studente di successi ed errori, facendo diventare la valutazione un momento formativo e di crescita. Non dimentichiamo il ruolo della famiglia che, vivendo a stretto contatto con i propri figli, è maggiormente coinvolta e può contribuire al positivo sviluppo dei processi messi in campo dalla scuola.

2) Avete avuto in questi anni situazioni di valutazione a distanza di alunni ricoverati o domiciliati? Come vi siete organizzati o come consiglierebbe di organizzarsi alle scuole vista la sua esperienza?

In Scuola in Ospedale e Istruzione Domiciliare le lezioni, le verifiche e la valutazione passano spesso attraverso la tecnologia, che contribuisce ad attivare metodologie che auspico verranno utilizzate anche quando si tornerà alla normalità.
Alcune pratiche:

  • annotare sul registro elettronico le attività svolte per rendere maggiormente consapevole lo studente del percorso sviluppato e dei livelli di apprendimento che deve raggiungere;
  • integrare la videolezione rivolta a tutta la classe con incontri a piccoli gruppi omogenei per livello al fine di favorire e valutare il recupero o il potenziamento di competenze;
  • prevedere piccoli di peer education tra studenti con livelli eterogenei la cui ricaduta va a rinforzare quanto fatto con il docente;
  • seguire lo sviluppo della maturazione e dell’apprendimento dello studente attraverso, per esempio, il diario di bordo, favorendo la costruzione e il consolidamento di un atteggiamento di autoanalisi e di autovalutazione.
3) Il contesto psicologico di uno studente ospedalizzato o domiciliato è in qualche modo assimilabile a quello di uno studente nell'attuale situazione? Quanto può pesare questa condizione nella valutazione, soprattutto laddove si volesse o dovesse valorizzare l'impegno dello studente?

Lo stato emotivo degli studenti costretti in casa a causa dell'emergenza Covid-19 può essere, in parte, paragonato a quello di un compagno ricoverato in struttura sanitaria per ricevere terapie o in istruzione domiciliare. Cosa li accomuna? La preoccupazione, l'isolamento, lo stravolgimento della routine quotidiana, il sentire ripetutamente parlare di malattia, l’essere consapevoli della morte, realtà solitamente molto lontane dal vissuto dei bambini e dei ragazzi. L'attività didattica può restituire normalità. Che cosa invece rende ancora più difficile, a volte insostenibile, la situazione del ragazzo malato? Il fatto che provi dolore fisico ed emotivo e che nella classe solo lui si trovi in una condizione anomala, a causa della malattia; i compagni, invece, continuano a fare la loro vita e a frequentare gli amici. Quando tornerà a scuola, magari debilitato e cambiato nell'aspetto per la terapia, dovrà riallacciare legami e affetti, cercando di recuperare il tempo trascorso in un altro luogo e dimensione. Ma i compagni vorranno riaccoglierlo?
Invece, quando noi torneremo a scuola saremo in qualche modo cambiati perché avremo vissuto tutti la stessa situazione e la scuola avrà contribuito a mantenere vivi i rapporti, a non spezzare quel filo fatto di racconti quotidiani, confidenze, battute.
La famiglia del ragazzo malato, inoltre, vive un'ansia maggiore perché si trova davanti all'incognita della malattia che è reale e non solo una minaccia che potrebbe materializzarsi.

Dagli Appennini alla pianura: un progetto di scuola a distanza

In questa seconda parte vogliamo dare conto di un progetto specifico, che già prima dell’emergenza era stato attivato da una scuola lombarda con un Comune dell’entroterra ligure per sviluppare una formazione a distanza in un territorio particolarmente complesso per la mobilità studentesca. Il Comune di Sassello, situato negli Appennini savonesi, ha un indice altissimo di dispersione scolastica: una buona parte di studenti lascia il percorso scolastico a causa delle difficoltà di trasporto e dei lunghi tempi di percorrenza per raggiungere le sedi scolastiche della riviera.
Lo scorso anno il Comune ha chiesto all’IIS “Don Milani” di Montichiari (BS) di sperimentare un corso di studi completamente a distanza per una decina di studenti adulti di un’età compresa tra i 20 e i 55 anni. Il progetto prevede che gli studenti di Sassello seguano le lezioni collegati in videoconferenza con la terza classe dell’AFM serale di Montichiari, composta da 20 alunni. Gli studenti liguri sono supportati in presenza da tre tutor – grazie al finanziamento del Comune di Sassello – che seguono le lezioni online insieme agli studenti e li aiutano nello studio, e da un docente di Economia Aziendale, dato in organico dal CPIA di Savona. Le videoconferenze avvengono su Meet e gli studenti utilizzano la piattaforma di Google Classroom per i materiali didattici.
Il protocollo siglato tra UST di Savona, UST di Brescia, CPIA di Savona, Comune di Sassello, IC di Sassello (che dà i locali) e IIS “Don Milani” di Montichiari prevede che gli alunni di Sassello risultino regolarmente iscritti all’IIS di Montichiari.
Per gli aspetti tecnologici, didattici e valutativi i docenti di Montichiari e i tutor di Sassello sono stati supportati dal CREMIT (Centro di Ricerca sull’Educazione ai Media e all’Informazione e alla Tecnologia dell’Università Cattolica di Milano) grazie a un percorso formativo che si è svolto tra ottobre e dicembre 2019.
Abbiamo parlato di questo progetto con Claudia Covri, la Dirigente scolastica dell’IIS “Don Milani” di Montichiari.

1) Come avete affrontato il nodo della valutazione nel vostro progetto?

La valutazione dei processi di apprendimento, sia in presenza sia in e-learning, ha seguito un approccio misto: gli strumenti e i dati di natura quantitativa (somministrazione di questionari, verifiche sommative, analisi di dati statistici) vengono integrati con quelli di natura qualitativa (interviste, focus group, dibattiti, osservazione della didattica, analisi dei materiali online, analisi della messaggistica), al fine di raccogliere elementi utili a una corretta interpretazione dei dati quantitativi e di fornire valore aggiunto al processo. I tutor nella classe di Sassello fanno da garanti della regolarità di svolgimento delle prove e del rispetto dei tempi; le verifiche scritte vengono inviate in tempo reale in versione PDF al docente di Montichiari.

2) Come avete definito un percorso di formazione preventiva dei docenti anche in tema di valutazione e come questi ultimi hanno adeguato la propria programmazione all'esigenza di valutare su una formazione a distanza?

I docenti di Montichiari hanno fatto un percorso di formazione di quindici ore con due sessioni di osservazioni in aula sulla costruzione dell’ambiente di apprendimento da remoto, lo stile di comunicazione, la progettazione e la valutazione delle attività. La progettazione in Unità Didattiche di Apprendimento prevista nel corso serale ha decisamente facilitato l’organizzazione del lavoro a docenti, tutor e studenti, strutturando attività di recupero per gli studenti di Sassello con il supporto dei tutor, in base al PianoFormativo Individualizzato di ognuno. A mio parere, il lavoro per UDA già avviato nel serale e nel professionale costituirebbe una buona risposta alla ri-progettazione didattica necessaria per la DAD per tutti gli indirizzi di studio.
A livello metodologico, le lezioni più efficaci risultano le lezioni dialogate seguite da esercitazioni per mantenere vivo il coinvolgimento degli alunni, favorire la collaborazione tra i due gruppi e recuperare l’attenzione soprattutto per gli studenti da remoto. Oltre al prodotto degli apprendimenti, è emersa l’importanza di rilevare la qualità dei processi implementati con l’ausilio di rubriche valutative (comunicazione, partecipazione, capacità di negoziazione, metodo di lavoro ecc.). Per l’anno prossimo è previsto l’utilizzo di un Diario osservativo da compilare da parte dei docenti di Montichiari e dei tutor di Sassello. La stessa valutazione biennale prevista nell’ordinamento del serale consente a ogni studente l’allineamento ai traguardi previsti con maggiore flessibilità e rispetto dei tempi individuali.

3) A vostro parere la valutazione a distanza, in prospettiva, può davvero rendere meno problematico l'approccio dello studente a questa attività? Se chi valuta non è presente si riduce o aumenta lo stress prestazionale?

Premessa la forte soggettività con cui gli alunni affrontano qualunque tipo di prova, forse per gli studenti sensibili, particolarmente emotivi o con ansia da performance, poter interagire con il docente attraverso un dispositivo abbassa la tensione rispetto alla classica interrogazione in presenza davanti a tutta la classe. Molti miei docenti riportano un impegno maggiore e buoni risultati con la DAD a vantaggio di una tipologia di studenti che durante le lezioni in presenza erano molto più esposti a distrazione o disturbo. Le verifiche orali con modalità sincrona, individuali o per piccoli gruppi, sono quelle più utilizzate dai miei docenti, perché ritenute più autentiche, forse perché più vicine alle lezioni in presenza. La DAD, così come ha costretto i docenti ad acquisire in tempi record nuove competenze tecnologiche, ci spingerà a comprendere fino in fondo che valutare significa “dare valore”, ossia valorizzare i progressi dello studente, verificando i livelli di competenza raggiunti, senza punire o mortificare con l’arma dei voti (realtà ancora molto presente nella secondaria di II grado). Forte e urgente è la necessità di formazione strutturata di tutti i docenti per poter capire e sostenere questo radicale cambio di paradigma.

Aspetti normativi: legittimità e valore della valutazione a distanza

Concludiamo con un’intervista a Franco Gallo, Dirigente tecnico e coordinatore del servizio ispettivo dell’Ufficio scolastico regionale della Lombardia.

1) Secondo Lei è possibile una valutazione a distanza che abbia una valenza formale anche in termini di eventuale contenzioso?

Sul tema vanno definiti, sostanzialmente, due aspetti.
Il primo è che la norma approvata in sede di conversione del decreto legge 18/2020 (legge 27 del 24 aprile 2020) scrive esplicitamente, all'art. 87, c. 3-ter, che «La valutazione degli apprendimenti, periodica e finale, oggetto dell’attività didattica svolta in presenza o svolta a distanza a seguito dell’emergenza da Covid-19 e fino alla data di cessazione dello stato di emergenza deliberato dal Consiglio dei ministri il 31 gennaio 2020, e comunque per l’anno scolastico 2019/2020, produce gli stessi effetti delle attività previste per le istituzioni scolastiche del primo ciclo dal decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 62, e per le istituzioni scolastiche del secondo ciclo dall’articolo 4 del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 giugno 2009, n. 122, e dal decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 62». Pertanto è definito a livello normativo, come punto di riferimento per il comportamento delle istituzioni scolastiche, che gli apprendimenti risultanti dall'attività didattica a distanza siano valutati e che il loro apprezzamento converga come elemento quanto meno paritetico ai fini della formulazione del giudizio conclusivo di scrutinio. Questa indicazione è più volte ripresa dalle Ordinanze ministeriali emanate lo scorso 16 maggio dal Ministro Azzolina – disponibili in allegato –, in particolare la n. 11 sulle valutazioni nelle classi intermedie dei due cicli di istruzione. L’Ordinanza invita docenti e scuole, all’art. 2, a rivedere le proprie programmazioni e i propri criteri di valutazione alla luce «delle intervenute modalità di didattica a distanza» e invita, nella valutazione finale, a non tenere conto di problematica tecniche che abbiano eventualmente ostacolato la frequenza a distanza delle lezioni da parte degli studenti (art. 6). La valutazione a distanza deve pertanto essere sempre un ausilio e non un ostacolo al processo formativo.
Il secondo aspetto da tener presente è che, proprio per la particolare situazione determinatasi nel nostro sistema scolastico, tutta la valutazione si sposta prioritariamente verso la dimensione formativa, per cui gli studenti saranno ammessi al successivo anno del corso frequentato nella prospettiva che al rientro a scuola si possa definitivamente completare il processo di apprendimento. Per quanto qualcuno tema che le valutazioni assegnate possano essere oggetto di impugnazioni, esse sono legittimate per le scuole dalla norma menzionata; il compito dei collegi dei docenti è semmai di fissarne i parametri di effettuazione (tipologie di prove, elementi di osservazione e loro peso ecc.) nell'ambito dell'esercizio consapevole della libertà didattica.

2) Da un punto vista formale una valutazione negativa assegnata nell'ambito della verifica di un programma svolto a distanza può avere la stessa valenza di una valutazione negativa assegnata per un lavoro svolto in classe?

Se entrambe le forme di svolgimento della didattica concorrono in forma paritetica a promuovere apprendimenti che devono essere oggetto di valutazione, non si ravvisano impedimenti in tal senso. Rimane logico considerare come, probabilmente, attraverso la didattica a distanza vengano soprattutto promosse alcune dimensioni dell'apprendimento rispetto ad altre più stimolate dalla didattica in presenza, e che queste ultime potranno quindi essere utilmente verificate, per tutti, nel prossimo anno scolastico (o apprezzate negli esami, dove peraltro gli studenti arrivano dopo anni di valutazioni per così dire tradizionali, quindi perfettamente noti ai loro esaminatori, che saranno pressoché o del tutto i loro stessi docenti). Il prossimo anno scolastico sarà necessariamente per tutti (più o meno profittevoli) di riallineamento rispetto a quei tipi di abilità e di esercizio che i docenti non avranno potuto testare negli attuali frangenti. Sembra comunque fuorviante ragionare sulla negatività in termini amministrativi e sanzionatori; una valutazione negativa, in qualsiasi contesto venga formulata, ha un'utilità essenziale per indirizzare il percorso di apprendimento e, come feedback autoriflessivo, anche per l'insegnante. La valutazione negativa, fatto salvo il momento strutturale di frustrazione che porta con sé, sarà centrale anche sugli apprendimenti a distanza se gli studenti sapranno riconoscere la fondatezza del giudizio rispetto a parametri loro resi noti e da loro interiorizzati, che individuano aspetti riconoscibili delle loro prestazioni. Inoltre considerare una valutazione su un compito assegnato ed eseguito a distanza come intrinsecamente diversa da quella per una prestazione avvenuta in presenza, sottintendendo in ciò un disvalore o una diminutio, deriva da una rappresentazione superata della scuola, sempre che sia chiaro che le funzioni valutate possono essere diverse e che il compito del docente è analizzare la complessità della fisionomia di apprendimento e non solo sue settoriali caratteristiche.

3) Guardando in prospettiva, quali elementi in futuro andranno inseriti nella programmazione didattica per poi essere oggetto di una efficace valutazione a distanza?

Ci sono dimensioni dell'apprendimento che richiedono necessariamente di essere sviluppate mediante l'esecuzione – a livello individuale e diacronicamente ampio – di compiti complessi non soggetti a procedure algoritmiche. Ci sono altresì compiti di carattere più strettamente applicativo che possono essere assegnati anche a distanza (scrittura, analisi, sintesi su materiali specifici assegnati, routine di esercitazione) e che possono essere valutati, senza particolari difficoltà, assegnando un tempo dato allo studente perché li elabori e li restituisca. Molto più aleatorio, nel quadro concreto dell'effettiva tecnologia di connessione disponibile, è far svolgere quel tipo di esercizio guidato (lettura e commento, traduzione estemporanea, interazione orale estemporanea, esercizi alla lavagna ecc.) che è utilissimo per capire non tanto quanto lo studente sappia in termini di bagaglio di nozioni, quanto quali strategie funzionali adoperi con confidenza ed entro quali limiti. I due campi dovranno pertanto integrarsi nelle strategie docimologiche.

 

Come abbiamo visto, nella prassi già consolidata delle nostre scuole e nelle competenze tecniche di cui dispone l’Amministrazione scolastica esistono esperienze e modelli capaci di fornire gli strumenti adeguati per affrontare anche questa emergenza, che può trasformarsi in un’opportunità di sviluppo per la nostra offerta formativa.
 

Leggi le ordinanze ministeriali pubblicate dal MIUR:

Giuseppe Bonelli: Dirigente scolastico, ha ricoperto diversi incarichi presso il Miur e l’Ufficio scolastico regionale, dove in particolare, ha svolto incarichi ispettivi e, tra il 2013 e il 2015, ha assunto la dirigenza dell’Ufficio Ordinamenti scolastici ed Esami di Stato. Attualmente dirige l’ufficio scolastico provinciale di Brescia. Si è sempre occupato di politica scolastica e ha avuto incarichi di diretta collaborazione con i ministri De Mauro e Fioroni

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