
13. Esperienze concrete. La musica e l'arte
Il potenziamento della musica e dell'arte, fortemente raccomandato dal MIUR, difficilmente viene messo in atto nelle scuole. Per quali motivi? E quali sono i benefici di queste materie su alunni e studenti, ma anche sugli insegnanti? Ce ne parla Antonella Accili nel capitolo 13 del Piccolo vademecum per dirigenti che incominciano.
Antonella Accili
Valori pedagogici dell'educazione musicale
La musica rappresenta un’alternativa potentissima al linguaggio parlato e scritto. Quando il bambino entra nel mondo della scuola, e in particolare nel grado preparatorio (fascia 3/6 anni), la musica diventa uno strumento necessario e indispensabile: la scuola dell’infanzia è, infatti, luogo di narrazione di forme culturali e di significati, che consente di integrare cultura ed esperienza, concetto e situazione. Tutto parte dal gioco, dalla dimensione ludica: un approccio necessario per rinforzare le capacità di attenzione degli alunni, per creare rapporti basati sull’empatia, per raggiungere, infine, i traguardi di sviluppo immaginati e programmati. Nel progetto didattico l’educazione musicale è un valore aggiunto. Il far musica a scuola, con la voce, con gli strumenti, con i mezzi a disposizione, permette ai bambini di esplorare la propria emotività, di scoprire la dimensione interiore e quindi di sviluppare e affinare la propria affettività. L’ascolto e la riproduzione di suoni, di melodie e canzoni e un approccio adeguato alla musicalità permette al bambino di attivare processi di apprendimento multifunzionali, a vari livelli: dalla risposta senso-motoria, fino al linguaggio simbolico ed astratto, lungo l’intera gamma delle modalità conoscitive.
Competenze che è possibile sviluppare con l'educazione musicale
La musica è una forma comunicativa complessa e “globale”: essa racchiude e veicola una molteplicità di significati perché è strettamente legata all’immaginazione e al pensiero, alla corporeità, alla motricità. Qui risiedono la sua forza e la sua importanza educativa: attraverso l’esperienza musicale si possono infatti sviluppare competenze corporee, motorie e percettive, come la possibilità di conoscere e utilizzare al meglio le proprie capacità sensoriali; competenze affettive e relazionali, come la capacità di maturare sicurezza interiore, di ascoltare e interpretare le emozioni dell’altro, di accettare il diverso, di porsi in relazione con il gruppo, di interiorizzare comportamenti civilmente e socialmente responsabili.
Attraverso la musica si possono sviluppare anche competenze cognitive, come le capacità di analisi e di sintesi, di problematizzare, argomentare, valutare e applicare regole. L’espressione musicale come disciplina scolastica valorizza una fondamentale capacità: quella che consente una maggiore comprensione della realtà che ci circonda e dei vissuti personali.
Musica e arte
La musica è un linguaggio strettamente legato alla soggettività ed è dunque un mezzo espressivo utilissimo per comunicare pensieri, sensazioni ed emozioni, per svolgere attività in comune, per realizzare forme di socializzazione, per assolvere funzioni varie che spaziano dal puro divertimento alla trasmissione di messaggi, anche tra diverse culture, per diventare strumento di tolleranza e comprensione reciproca.
Lo stesso discorso vale per l’arte, in tutti i suoi aspetti e in tutte le sue manifestazioni.
L’arte non solo stimola il pensiero creativo, ma rafforza le competenze e migliora complessivamente le prestazioni scolastiche.
Fare disegno, pittura e scultura in classe aiuta a sviluppare le abilità visuo-spaziali. L’arte rafforza il problem solving e la capacità di pensiero critico. Come esprimo questa sensazione attraverso il ballo? Come devo interpretare questo personaggio? Come esprimo quello che sento in una forma o con dei colori? Imparare a fare scelte e prendere decisioni fa certamente parte della formazione di una persona, può essere applicato in diverse situazioni e rappresenta una preziosa competenza in età adulta.
Cooperazione e responsabilizzazione
Molti lavori artistici richiedono agli alunni di lavorare insieme. Essi devono condividere la responsabilità e il compromesso per raggiungere il loro obiettivo comune. In questo modo imparano che il loro contributo al gruppo è parte integrante del proprio successo, anche se non ricoprono un ruolo fondamentale all’interno del gruppo stesso.
Proprio come avviene con la collaborazione, gli studenti grazie all’arte imparano che sono responsabili per il loro contributo all’interno del gruppo. Se fanno un errore, si rendono conto di quanto sia importante assumersi la responsabilità di ciò che è stato fatto. Gli errori sono una parte della vita, ed imparare ad accettarli, correggerli e andare avanti servirà i bambini per la loro crescita.
Un'esperienza nella primaria...
Nonostante tutti questi presupposti, il potenziamento della musica e dell’arte, fortemente raccomandato anche dal MIUR in tante note e circolari, difficilmente viene messo in atto dalle scuole, per vari motivi:
- mancanza di spazi e strumenti;
- mancanza di fondi per remunerare ore extracurricolari ai docenti in misura adeguata;
- mancanza di personale qualificato.
Eppure queste modalità espressive sono importantissime per bambini e ragazzi di tutte le età.
Attualmente le due scuole da me dirette hanno attivato due indirizzi sperimentali pomeridiani: la scuola di titolarità ha un indirizzo musicale e coreutico, la scuola a reggenza un indirizzo artistico.
Vediamo prima come funziona l’indirizzo musicale e coreutico. La scuola, con l’aiuto dei Comuni del bacino di utenza, ha acquistato una certa quantità di strumenti musicali. Ha inoltre acquistato a proprie spese un pianoforte a coda e un set di batteria. In seguito è stata stipulata una convenzione con due scuole musicali del territorio urbinate che mandano docenti specializzati nei vari strumenti a tenere corsi specifici agli alunni dietro modico compenso da parte delle famiglie: ogni lezione dura un’ora e prevede interventi su piccoli gruppi (da uno a quattro alunni). Alla fine della primaria ogni alunno sa suonare lo strumento ricevuto in comodato d’uso dalla scuola. In questo modo la scuola ha ottenuto il riconoscimento del MIUR quale istituto abilitato al potenziamento della musica nella Scuola primaria secondo il D.M. 8/11.
...e una nella secondaria di primo grado
Passando alla Scuola secondaria di primo grado, gli alunni possono proseguire nello studio di questi strumenti o accedere a corsi nuovi come tecnologie musicali, batteria e canto, gestiti da parte di docenti interni professionisti (vedete come è utile recensire competenze e capacità dei vari docenti dell’istituto?). A tutto questo si affianca un corso di danza contemporanea e movimento scenico che porta gli studenti a esibirsi in un musical alla fine dell’anno scolastico: il musical lega musica, canto, recitazione, danza, movimento scenico. Parallelamente all’allestimento dello spettacolo, i docenti con attitudini o competenze artistiche fanno partire un laboratorio di scenografia.
Nell’istituto a reggenza, sfruttando il potenziamento di arte, abbiamo attivato un rientro pomeridiano settimanale di due ore con un indirizzo sperimentale artistico, dove i ragazzi affrontano l’arte sia dal punto di vista più tradizionale (disegno, pittura, scultura…) sia da un punto di vista più moderno e innovativo (fotografia, video, moda, recitazione…), il tutto secondo un filo conduttore annuale: per questo anno scolastico il tema è il silenzio, oltre a un proseguimento dello studio dei siti archeologici della zona.
Impiegare bene le risorse a disposizione
Impiegando in modo razionale ed efficace i talenti e le competenze dei docenti interni, dei docenti di potenziamento, la flessibilità oraria e le possibilità offerte dall’autonomia scolastica, si possono ottenere risultati significativi. Gli studenti scoprono in se stessi talenti che neppure immaginavano di possedere, vedono crescere la loro autostima e la fiducia in se stessi e di conseguenza la loro affettività e motivazione verso la scuola. Inoltre la scuola crea percorsi che possono garantire anche un’attività o un secondo lavoro nel futuro.
Non dimentichiamoci poi che se ciò che insegniamo non passa attraverso le mani, viene presto dimenticato (principi di Munari).