16. Esperienze concrete. Le sperimentazioni

Il Dirigente scolastico deve avere chiaro nella sua vision se portare avanti un modello statico o innovativo, considerando che, con l'autonomia, ogni scuola può decidere liberamente se avviare una sperimentazione. Antonella Accili nel capitolo 16 del Piccolo vademecum per dirigenti che incominciano racconta le esperienze di successo condotte nel suo Istituto.

Antonella Accili

La scelta dello status quo...

Nella sua vision un dirigente scolastico deve anche avere ben chiaro se vuole una scuola statica, oppure innovativa o addirittura proiettata verso l’esplorazione di nuovi orizzonti, aperta a percorrere nuove strade.
Se si sceglie la prima impostazione, non bisogna fare altro che riconfermare ogni anno lo status quo: è la strada più semplice, la meno conflittuale, perché – come anche molti docenti ripetono spesso – “noi abbiamo sempre fatto così”. Insomma, vince la routine consolidata, che a lungo andare però porta alla demotivazione, all’appiattimento culturale, alla noia.

...quella dell'innovazione parziale...

Una via di mezzo è promuovere alcuni processi tipici di una scuola innovativa: si scelgono alcune nuove tecnologie e alcune nuove metodologie, si chiamano formatori a formare i docenti, e a questo punto chi se la sente cambia qualcosa nella propria classe. Se il dirigente è abbastanza grintoso, può riuscire a fare in modo che i docenti applichino con una certa costanza quello in cui sono stati formati. In questo caso abbiamo dei cambiamenti, in cui però la scuola si appropria di tecnologie e metodologie inventate da altri, magari non sempre ottimali per il contesto di quella scuola.

...e quella di valorizzare davvero l'autonomia

Il vero “salto in avanti” nella didattica avviene quando il dirigente riesce a fare “corpo unico” con i docenti e insieme decidono di sperimentare. Ricordiamoci che fino alla legge sull’autonomia scolastica, per sperimentare bisognava avere il benestare dell’USP o addirittura dell’USR. Con l’autonomia, ogni scuola può decidere liberamente se avviare una sperimentazione. Il motore propulsivo delle sperimentazioni è sempre il dirigente scolastico, che dimostra in questo modo di essere in grado di indicare nuovi percorsi, motivando e guidando i docenti e le famiglie degli studenti verso nuovi orizzonti. Presupposti di una sperimentazione sono la coesione e la condivisione tra dirigente e docenti: prima vanno creati questi presupposti, poi si può parlare di avviare un percorso sperimentale.
Introdurre queste nuove direzioni nella scuola non è facile: alcuni vi sosterranno subito, altri avranno resistenze più o meno lunghe. Sta a voi convincere, affascinare, motivare, coinvolgere. In parole semplici, la strada della sperimentazione è percorribile solo da quel dirigente che è riuscito prima a farsi riconoscere competenze, carisma, autorevolezza. L’immagine che un dirigente sa costruire di sé fin dai primi approcci con la nuova scuola è fondamentale per il futuro.
A titolo di esempio, vi illustrerò brevemente i quattro percorsi sperimentali in atto nella mia scuola, a Piandimeleto.

“In volo con le fiabe”

Iniziata tre anni fa, questa sperimentazione coinvolge l’ultimo anno della Scuola dell’infanzia e i primi due anni della Scuola Primaria, tappe fondamentali per avviare e consolidare l’apprendimento della letto-scrittura e padroneggiare tutti i caratteri della scrittura, corsivo compreso. La sperimentazione è tesa a verificare se, potenziando la manualità fine per la scrittura anche in corsivo, il patrimonio lessicale, le abilità comunicative e le competenze relazionali e sociali, diminuisca la percentuale di insorgenza del fenomeno DSA. Si è partiti dal presupposto che un buon numero di alunni certificati come DSA avrebbero potuto evitare l’insorgenza di certe difficoltà simili a quelle dei DSA attraverso opportuni accorgimenti e adeguate strategie a livello di pregrafismo, affinamento della manualità, arricchimento lessicale, capacità di strutturare frasi di senso compiuto, abilità comunicative.

“La didattica distesa”

Anche questa sperimentazione ha ormai tre anni di vita e riguarda una bambina, N., di quasi 8 anni, affetta da una grave tetraparesi spastica, sorda, con difficoltà respiratorie e nutrita tramite sondino. N. non parlava né si ottenevano risultati usando con lei le normali tessere con i simboli del linguaggio aumentativo alternativo (CAA). Nella scuola, dopo aver considerato varie soluzioni, abbiamo allestito un’aula – quaderno operativo, con pareti e soffitto magnetizzati, pavimento morbido, varie attrezzature ortopediche e sanitarie, e tessere giganti del CAA personalizzate sul vissuto della bambina. N. sta imparando a comunicare, meravigliando l’équipe medica che la segue. Inoltre i genitori di N. hanno libero accesso all’aula sperimentale con la figlia e il docente di sostegno. I compagni di classe e le altre docenti di N. stanno imparando le stesse modalità comunicative. Inoltre, quando N. è malata, il docente di sostegno va a casa di N., e lo stesso accade durante lunghi periodi di vacanza come quello natalizio o quello estivo, Questo docente è sempre disponibile per N. o a scuola o a casa della bambina: i ritmi di apprendimento non vanno alterati o fermati. Vedremo quali traguardi raggiungeremo.

Indirizzo sperimentale musicale o coreutico

Questa sperimentazione è partita in questo anno scolastico, sia per ovviare i problemi e i tempi lunghi per ottenere – per altro solo sulla carta – un indirizzo musicale, sia per far partire anche percorsi coreutici, che non esistono nella Scuola secondaria di primo grado ma solo in pochi licei di indirizzo. Questo indirizzo sperimentale è scaturito spontaneamente della numerose attività propedeutiche o collegate inserite nel PTOF.
Nella scuola che ho a reggenza da tre anni è invece partito un indirizzo sperimentale artistico.

Sperimentazione MODi e MOF

Partita ufficialmente in quest’anno scolastico, questa sperimentazione ha avuto una lunga fase preparatoria e di formazione dei docenti. È nata grazie anche al contributo del dott. Raffaele Ciambrone della Direzione Generale dello Studente del MIUR e riguarda l’applicazione del metodo didattico finlandese nella scuola italiana, conciliando la ricchezza di contenuti e le normative italiane con le metodologie didattiche applicate in Finlandia, che si trova sempre ai vertici delle classifiche OCSE-PISA. I risultati che stiamo ottenendo sono veramente soddisfacenti. Per promuovere questo percorso sperimentale ho creato una rete a cui hanno aderito già venticinque scuole, dall’infanzia alla primaria alla secondaria di primo e secondo grado fino all’università. E con grande soddisfazione posso dire che il numero di aderenti all’accordo di rete è sempre in crescita.
Tutti questi percorsi sperimentali hanno permesso alla nostra scuola di acquisire una certa notorietà e anche di ricevere riconoscimenti a livello nazionale, cose che alla fine tornano sempre utili e che danno inoltre continui input motivazionali ai docenti, grandi soddisfazioni agli enti territoriali e anche alle famiglie degli studenti.

Attenzione ai mass media!

Un'ultima notazione. La comunicazione è importante: se la scuola che dirigete diventa innovativa, sperimentale, eccellente in qualcosa, oppure fa delle proposte originali… fatelo sapere. Quindi non trascurate di mantenere contatti con quotidiani ed emittenti locali. Si parte dal piccolo per arrivare al grande.
Per esempio, la nostra sperimentazione MODi e MOF è stata pubblicizzata su quotidiani locali. Da lì è arrivata prima su Orizzonte Scuola, poi sul Fatto Quotidiano, sulla Tecnica della Scuola e infine su Focus Scuola.
Al di là della soddisfazione per questi successi, i docenti e le famiglie e gli Enti locali ricevono da questa diffusione mediatica un’ulteriore spinta motivazionale. Addirittura diventa più facile trovare sponsor economici per la scuola.
Poiché mettere foto con i volti sgranati degli alunni non è molto bello, senza contare che i genitori posso considerare gratificante avere le immagini riconoscibili dei propri figli sui mass media, suggerisco, ad inizio di ogni anno scolastico, di far firmare a entrambi i genitori una liberatoria (inserita nel diario scolastico oppure data in foglio a parte alla scuola dell’Infanzia) con cui autorizzano la pubblicazione o trasmissione di foto e video dei loro figli, in servizi legati all’attività della scuola.

Coinvolgere USP e USR

Se prendete un'iniziativa o realizzate un progetto che può suscitare attenzione e interesse, come cominciare una sperimentazione o una ricerca-azione o un progetto particolarmente importante e significativo, oppure se la scuola vince un premio di una certa rilevanza, comunicatelo all’USP o all’USR o meglio ancora a tutti e due.
Se vi avventurate in una sperimentazione o in una ricerca-azione, relazionate a scadenze fisse a entrambi gli US di pertinenza: anche il tempo che dedicate a queste relazioni non è affatto tempo sprecato.
 

 

Antonella Accili è Dirigente scolastico titolare a Piandimeleto e reggente a S. Angelo in Vado. È articolista e saggista, membro del Comitato Scientifico dell'Università Poliarte di Ancona e, inoltre, vicepresidente del Centro Studi Ricerca Sperimentazione per BES e DSA di cui è fondatrice insieme a Franco Marini e a Benito Michelizza.

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