
7. Le scelte. Come impostare i rapporti con le famiglie
Le famiglie sono un termometro significativo per capire come viene vista la scuola fuori dalle sue mura: fare dei genitori degli alleati è fondamentale per creare un clima positivo, dentro e fuori dall'edificio scolastico.
Antonella Accili
I problemi non vanno evitati, vanno affrontati
Ci sono dirigenti che preferiscono limitare allo stretto indispensabile i rapporti con le famiglie. Spesso un genitore che chiede un appuntamento col dirigente, o peggio ancora pretende di essere ricevuto subito, è sinonimo di problemi da gestire. Alcuni dirigenti temporeggiano e rinviano l’appuntamento, sperando che intanto il problema si risolva da sé o che il genitore rinunci a venire o se ne dimentichi. Ma se c’è davvero un problema, con questa strategia può accadere esattamente il contrario: il problema resta o addirittura si ingigantisce perché il genitore ne parla con altri e viene gettata benzina sul fuoco. Proviamo invece a prevenire. Prevenire è meglio che curare.
Incontrare le famiglie, ascoltare, condividere
Appena arrivati nella nuova scuola, fate un incontro a cui invitate i genitori per presentarvi. Sarà molto apprezzato. Inoltre, concludendo l’incontro, dite loro che la vostra porta sarà sempre aperta, che sull’uscio e sul sito non c’è un orario di ricevimento del dirigente, che vi troveranno praticamente sempre. I primi tempi ci sarà una vera e propria processione verso il vostro ufficio: chi verrà semplicemente per salutarvi e darvi il benvenuto, chi verrà per dirvi cosa si aspetta da voi, chi troverà una scusa banale solo per soddisfare la sua curiosità. Ma la maggior parte dei genitori verrà a raccontare il vissuto a scuola dei propri figli, le esperienze positive e negative, la loro percezione della scuola, che cosa funziona e soprattutto cosa non funziona. Ascoltate tutti con calma e disponibilità: i genitori sono un termometro significativo per capire come viene vista la scuola al di fuori delle sue mura. Non promettete rivoluzioni o drastici interventi: ringraziate del colloquio e dite loro che prendete atto di quello che hanno portato alla vostra attenzione. Per i genitori è importante essere ascoltati: vi daranno in questo modo la loro fiducia, si ricorderanno della vostra disponibilità al momento del bisogno, vi crederanno, collaboreranno con voi.
Fare dei genitori degli alleati
Allo stesso modo, fate riunioni con i genitori ogni volta che dovrete introdurre un cambiamento o trovare le adesioni per un progetto o una attività promossi dalla scuola: non è tempo sprecato, anche se dovrete sfruttare le ore serali o il sabato mattina per permettere loro di essere presenti. I genitori danno fiducia alla scuola solo quando capiscono cosa si fa a scuola, quando si sentono attori e non spettatori passivi. Il mondo è cambiato e non ci sono più le quattro autorità indiscusse del paese, ovvero il sindaco, il farmacista, il maresciallo e il direttore didattico (o in sua assenza il maestro).
Un atteggiamento empatico
Anche quando dovrete convincere un genitore a procedere a una valutazione specialistica del proprio figlio, per DSA o altro, non fatelo sentire di fronte a un aut-aut: o lo facciamo valutare e vediamo se è vero o no che ha un problema, oppure continuerà ad avere esiti negativi sul piano dell’apprendimento con conseguente perdita di autostima ed eventuali ripetenze: questa è la strategia perdente, perché il genitore si sente ricattato e minacciato. Fate invece sentire a questo genitore che siete dalla sua parte, che lo capite e condividete il problema, che la scuola sarà sempre accanto a lui e a suo figlio: dimostrate la vostra umanità anche a costo di parlare di situazioni personali o comunque nella vostra esperienza. Nella maggior parte dei casi avrete la collaborazione e la disponibilità. Il tutto sempre nell’interesse dei bambini e dei ragazzi.
Una questione delicata
Se vi accorgete che ci sono situazioni preoccupanti, dove bambini o ragazzi sono abbandonati a se stessi o anche peggio, una volta raccolte più informazioni possibili sulla famiglia, inoltrate una segnalazione a chi di dovere: servizi sociali, autorità locali e, se necessario, anche ai Carabinieri. Mettersi i paraocchi e i paraorecchie per non vedere e non sentire, pensando di evitare i problemi, non ci esime dalle nostre responsabilità qualora dovesse succedere qualcosa. Eluderemmo il nostro compito di educatori, di responsabili di minori. E neppure saremmo a posto con la nostra coscienza. Agite con prudenza e discernimento, sulla base di informazioni verificate, ricordando che il vostro tempestivo intervento potrebbe evitare problemi più seri a una famiglia o a uno studente.
I rapporti con USP E USR
Purtroppo succede sempre più spesso che dei docenti o dei genitori, ai quali il dirigente scolastico non dà ragione in seguito a una loro contestazione o non dà soddisfazione in merito a qualche loro richiesta particolare, facciano una telefonata o inviino una lettera all’USP. E per un dirigente è alquanto imbarazzante, se non addirittura spiacevole, ricevere una chiamata o una mail dal Direttore generale dell’USP che chiede delucidazioni in merito.
Come abbiamo detto, prevenire è meglio che curare. Perciò consiglio che, ogni qualvolta sorgano problemi di una certa entità (che siano tali o che possano essere presentati come tali dai querelanti) con genitori o docenti, sia il dirigente scolastico a informare per primo il Direttore generale dell’USP o almeno il responsabile dell’ufficio dell’USP che sia di riferimento per il problema da gestire. In questo modo dimostrerete di essere trasparenti e aperti alla collaborazione. Non fate mai la parte dei dirigenti che comunicano solo le cose che vanno bene: sembrerebbe che si voglia far vedere solo il positivo e si vogliano tacere i problemi.