L’Alternanza scuola-lavoro: che cos’è? Ve la racconto io!
Un primo sguardo sul mondo del lavoro
ALETRNANZA SCUOLA-LAVORO
Nell'ambito delle numerose esperienze di Alternanza scuola-lavoro svolte in Pearson, abbiamo chiesto a Fabio La Viola, studente dell'dall'Istituto Tecnico Pareto, di raccontare a tutti voi studenti cos'è veramente l'Alternanza scuola-lavoro.
di Fabio La Viola
Arrivati in terza superiore oltre al grande numero di volte in cui si inizia a sentire la parola “maturità”, c’è ne è una nuova, che è molto importante quanto misteriosa: Alternanza scuola-lavoro. Scopriamo insieme che cos'è.
In cosa consiste precisamente questa esperienza?
Nella maniera più semplice, l’esperienza di Alternanza scuola-lavoro è un periodo di qualche giorno (nota bene, i giorni svolti durante l’anno sono decisi dalla scuola) nel quale voi sarete veri e propri lavoratori. Questo percorso dura 400 ore totali (circa 2 mesi) per gli istituti tecnici e i professionali, mentre per i licei dura 200 ore complessive (circa 1 mese) ripartite nel corso dell’ultimo triennio.
Le aziende durante questo percorso vi seguiranno e vi valuteranno in base alle vostre capacità, conoscenze e voglia di intraprendenza (fattore fondamentale nel corso dell’esperienza).
Come ci dobbiamo comportare?
Quello che principalmente si chiedono gli studenti che devono svolgere questa esperienza è: quali sono i nostri doveri?
Ecco una breve lista di ciò che viene richiesto (solitamente) agli studenti dalle aziende:
- rispettare le richieste fatte;
- rispettare i colleghi di lavoro;
- rispettare l’ambiente di lavoro;
- rispettare gli orari imposti;
- rispettare la privacy (non divulgare documenti e/o fatti dei vari colleghi/azienda);
- vestirsi in modo consono al posto di lavoro.
Oltre a queste note evidenti e concrete, gli studenti sono tenuti ad applicare tutte le conoscenze e capacità per far sì che l’azienda si accorga delle proprie voglie e delle potenzialità che si hanno da offrire. È consigliato anche mostrare la voglia nell’intraprendere questo percorso e la fame di conoscenza lasciando un ulteriore buona impressione alla vostra azienda. Tra le richieste base, vi sono le soft skills (autonomia, flessibilità, problem solving ecc…) che sono tra le conoscenze più importanti di ogni lavoratore.
Le richieste fatte dalla scuola agli studenti sono quelle di compilare una relazione a fine esperienza che, sarà utilizzata durante l’Esame di Stato (per scrivere al meglio la relazione vi consiglio di creare un vostro diario personale nel quale potete raccogliere i vostri incarichi giornalieri) e la compilazione dei documenti personali (da consegnare al tutor di lavoro).
Se vengo bocciato posso non fare nuovamente l’esperienza?
Assolutamente no. L’Alternanza scuola-lavoro non ha un massimo di ore totali, quindi se si viene bocciati pur avendo fatto già una prima volta questa esperienza le ore vengono azzerate per la classe corrente (nota bene se si è in quarta o quinta le ore fatte negli anni precedenti non si annullano); è molto ricorrente da parte degli alunni delle classi che svolgono l’Alternanza scuola-lavoro durante l’estate abbandonarla perché si sa già di non essere ammessi alla classe successiva. L’Alternanza è obbligatoria e abbandonarla o non presentarsi sul posto di lavoro porta ad una brutta figura non solo per la scuola (che molto probabilmente perderà il contatto con la vostra azienda), ma anche voi che la svolgerete (l’esperienza rientra sia nel Curriculum dello Studente che in quello Vitae).
Metto in nota anche che, non svolgere l’Alternanza (a meno che non ci siano motivi specifici) e/o, abbandonarla anche solo se ci sono motivi non specificati comporta la bocciatura immediata (e/o non ammissione agli Esami di Stato) ed eventuali sanzioni. Nel caso la vostra assenza venga giustificata sarà la scuola insieme all’azienda a trovare il periodo per farvi recuperare le ore che non avete svolto.
A cosa mi può servire l’Alternanza scuola-lavoro?
Oltre all’accesso all’Esame di Stato, svolgere l’esperienza di Alternanza scuola-lavoro vi lascerà:
- un primo sguardo sul mondo del lavoro;
- la motivazione di voler studiare di più per conseguire il vostro obiettivo;
- un orientamento sul vostro futuro lavorativo;
- delle nozioni spendibili al lavoro;
- la possibilità di segnare questa esperienza nel vostro Curriculum Vitae personale.
Vorrei ricordare che l’Alternanza si pone come obiettivi principali quelli non solo di lavorare come dei veri dipendenti, ma di garantire un apprendimento di conoscenze e di nozioni importanti per il futuro dei ragazzi e l’utilizzo delle proprie capacità mettendo alla prova per la prima volta lo studente in un ambiente diverso da quello che è la scuola.
Un consiglio da amico
Da studente quale sono vi consiglio di:
- ascoltare accuratamente quello che vi viene detto durante il percorso e vi consiglio vivamente di prendere appunti su ciò che visionerete, conoscerete e scoprirete col tempo, perché queste informazioni potranno esservi utili non solo in futuro, ma anche a scuola;
- ricordate di essere sempre voi stessi e di non temere di avere dubbi e di chiedere informazioni ai vostri colleghi che cercheranno sempre di aiutarvi per poter lavorare e vivere al meglio questa esperienza;
- nel caso vi siano problemi al posto di lavoro parlatene con il tutor aziendale, la scuola e per ultimi i genitori (che non sono tenuti a bloccare la vostra Alternanza e/o importunare voi e l’azienda).
Nota bene che:
- l’azienda non è tenuta a retribuirvi perché non siete dipendenti con contratto a titolo definitivo ed oneroso e che le disponibilità liquide (es. buoni pasto) non vi verranno forniti obbligatoriamente;
- per essere ammessi all’Esame di Stato bisogna svolgere almeno i ¾ del monte ore (300 per istituti tecnici e professionali, 150 per i licei);
- la valutazione finale nel corso del triennio influenzerà il voto finale dell’Esame di Stato;
- bisogna informare sempre l’azienda e la scuola in caso di assenza o di uscite anticipate e/o entrate posticipate perché vengano contate le ore di assenza;
- nel caso il vostro comportamento non sia consono a quello richiesto dall’azienda, il tutor può dichiarare la vostra esperienza nulla e cacciarvi dal posto di lavoro.