Quali scenari didattici?
All’inizio delle lezioni, il 14 settembre, qualora il quadro epidemiologico lo consenta, le singole istituzioni scolastiche potranno, a seconda della tipologia di indirizzo di studi, dei quadri orari e delle attività laboratoriali da svolgere, organizzarsi in diversi possibili modi.
Qualora la situazione contingente lo consenta e non sussistano problemi di trasporto e spostamento per gli allievi, la presenza degli studenti a scuola può essere ridotta distribuendo il quadro settimanale delle lezioni sulla base di due turni orari, la mattina e il pomeriggio, avendo cura di assicurare, tra un turno e l’altro, la sanificazione degli ambienti di lavoro. Questa soluzione evidenzia alcune criticità:
- la necessità, soprattutto per gli istituti tecnici e professionali che hanno quadri orari superiori alle 30 ore settimanali, di ridurre il tempo scuola, con moduli orari della durata di 50-55 minuti; questa scelta pone il problema del recupero delle frazioni orarie non fruite;
- il rischio di non poter effettuare tutte le ore di lezioni previste settimanalmente.
Questo secondo problema può essere risolto recuperando le ore mancanti il sabato (soluzione possibile per le scuole che adottano la settimana europea), magari concentrando il recupero un sabato al mese, oppure svolgendo progetti disciplinari dedicati con la modalità della didattica a distanza.
La soluzione al primo problema, invece, viene dalla possibilità (D.P.R. n. 275/99, art. 4 comma 2) nella Scuola secondaria di secondo grado, sulla base dei principi dell’autonomia scolastica e della flessibilità oraria, di prevedere una riduzione della durata dell’ora di lezione per esigenze legate a motivazioni didattiche (modifica del curricolo) o estranee alla didattica (problematiche di trasporto, emergenze di vario tipo).
Su questo tema vale la pena soffermarsi e fare una precisazione: il CCNL di lavoro del comparto scuola prevede che «qualunque riduzione della durata dell’unità oraria di lezione ne comporta il recupero prioritariamente in favore dei medesimi alunni nell’ambito delle attività didattiche programmate dall’istituzione scolastica. La relativa delibera è assunta dal Collegio dei docenti».
Questo comma va letto e interpretato congiuntamente all’art. 28, comma 8, del CCNL 29/11/2007, in base al quale:
- se la riduzione oraria è dovuta a motivazioni didattiche, si è tenuti al recupero con delibera del Collegio dei docenti, che è l’organo competente per le decisioni incidenti sull’attività didattica;
- se la riduzione oraria è dovuta a cause di forza maggiore, non vi è obbligo di recupero e la delibera deve essere assunta dal Consiglio di circolo o di istituto.
L’emergenza sanitaria rientra a pieno titolo tra le cause di forza maggiore e, trattandosi di un evento con carattere di eccezionalità, richiede interventi altrettanto eccezionali.
Secondo tali norme, i dirigenti scolastici, sentito il Consiglio di istituto e il Collegio dei docenti, possono deliberare la riduzione oraria, senza necessità di recupero nel seguente modo:
- nei giorni della settimana in cui in cui l’orario delle lezioni è di cinque ore, le riduzioni possono riguardare la prima o l’ultima ora o eccezionalmente entrambe;
- nei giorni in cui l’articolazione oraria è di sei ore, la riduzione può riguardare la prima e l’ultima ora, ed eccezionalmente anche la quinta;
- in presenza di articolazione oraria di sette ore, la riduzione è applicabile alle prime due ore e alle ultime tre;
- non sono previste riduzioni in caso di quattro ore giornaliere di lezione.
Le riduzioni non possono in ogni caso superare i dieci minuti e, come segnalato, non è previsto l’obbligo di recupero del tempo scuola da parte dei docenti.
Un’alternativa a quando sopra descritto è rappresentata dalla fruizione della didattica in presenza alternata alla didattica a distanza. Tale soluzione prevede che alla frequenza delle lezioni in presenza segua una giornata di lezione da casa, fruita in modalità Dad. Questa scelta può essere effettuata dalle scuole che non hanno la possibilità di organizzare l’attività su turni, che non dispongono di locali idonei ad assicurare il distanziamento, oppure perché il bacino di utenza è troppo ampio per garantire a tutti gli studenti il servizio di trasporto, o in ogni caso qualora manchino le condizioni per lavorare il pomeriggio.
Il Collegio dei docenti fissa i criteri e le modalità per erogare la Didattica Digitale Integrata (DDI), adattando la progettazione dell’attività educativa e didattica in presenza alla modalità a distanza, anche in modalità complementare; ai Consigli di classe è affidato il compito di rimodulare le progettazioni didattiche individuandone i contenuti essenziali, i nuclei fondanti, i collegamenti interdisciplinari, affinché gli studenti siano sempre al centro del processo di insegnamento-apprendimento e in condizione di sviluppare quanto più possibile autonomia e responsabilità.
Le famiglie sono puntualmente informate sui contenuti del Piano scolastico per la didattica digitale integrata, di cui ciascuna scuola deve dotarsi, e sui criteri utilizzati dai docenti per operare e valutare.
Le attività a distanza dovrebbero essere dedicate prevalentemente alla correzione dei compiti e al recupero e consolidamento dei contenuti appresi, privilegiando lo svolgimento delle lezioni e delle verifiche (orali e scritte) ai giorni in cui si opera in istituto. Tali attività avverranno, come già nell’anno scolastico precedente, per mezzo di piattaforme che rispondano ai requisiti di sicurezza e privacy, spazi di archiviazione, registri elettronici per la comunicazione tra scuola e famiglia e altri strumenti.
Questa soluzione non contrasta con la possibilità di ridurre il tempo scuola, come indicato in precedenza. Di fatto si configura come un’alternativa ai turni, sebbene utilizzando le metodologie e gli strumenti previsti dalla DaD.
Le scuole dispongono di un’ulteriore risorsa, costituita dai docenti potenziatori, che possono affiancare ove possibile in compresenza l’insegnante curricolare, realizzando di fatto il frazionamento numerico del gruppo classe. I gruppi di lavoro che si vengono a creare dovrebbero, per operare in modo ottimale, avere caratteristiche di omogeneità. L’attività didattica svolta dovrebbe inoltre essere la medesima, sebbene realizzata da due insegnanti differenti.
L’aiuto degli insegnanti potenziatori può essere complementare e utile a arricchire le soluzioni indicate in precedenza.
Lo scenario peggiore, infine, si configura in caso di ritorno dell’emergenza epidemiologica, sia a livello nazionale sia di singola istituzione scolastica, qualora il Covid-19 dovesse colpire uno degli attori scolastici, rendendo necessario l’isolamento. In tal caso, l’unica modalità possibile per la prosecuzione delle didattiche sarebbe ovviamente il ritorno alla DAD, per una singola classe o per l’intera scuola a seconda dell’ampiezza del cluster all’interno del quale si è sviluppata l’infezione.