Commento all'Ordinanza Ministeriale

Esame di Stato 2020

Ancora più dell’anno passato è necessario valutare i contenuti delle nuove ordinanze ministeriali, al fine di porre gli studenti nelle migliori condizioni di questa fase della loro crescita umana e culturale, che li ha già messi alla prova con le restrizioni conseguite al diffondersi della pandemia.

di Antonio Varaldo

È stata infine pubblicata la nuova ordinanza per lo svolgimento dell’Esame di Stato 2020; ancora più dell’anno passato è necessario valutarne i contenuti con obiettività al fine di porre gli studenti nelle migliori condizioni in una fase della loro crescita umana e culturale che li ha già visti alla prova in modo straordinario con i provvedimenti e le restrizioni a seguito della pandemia COVID-19.
L’esame consisterà in una prova unica sotto forma di colloquio orale; sperando che non vi siano controindicazioni sanitarie, si svolgerà nella sede scolastica con la garanzia di tutte le protezioni in termini di distanze, dispositivi personali e igiene. Ove ciò non fosse possibile, su base regionale o locale per motivi epidemiologici, o persino per motivi di salute individuale di candidati, è prevista anche la modalità telematica sincrona. I commissari d’esame sono per ogni classe i sei docenti (interni) designati, guidati da un presidente esterno. La durata complessiva di ogni colloquio è indicativamente di 60 minuti; per la sua valutazione la commissione dispone di 40 punti e il voto di ogni candidato deve essere definito in base a una griglia allegata all’ordinanza (novità assoluta rispetto a tutti gli anni passati) nel giorno stesso di svolgimento del colloquio.

La prova d’esame si fonda come sempre su quanto evidenziato nel documento di presentazione della classe e dei lavori svolti, che era tradizionalmente chiamato del 15 maggio ma la cui pubblicazione è stata prorogata nell’ordinanza al 30 maggio 2020. Nel documento del consiglio di classe, com’è noto da tempo, devono essere ben esplicitati “i contenuti, i metodi, i mezzi, gli spazi e i tempi del percorso formativo, i criteri, gli strumenti di valutazione adottati e gli obiettivi raggiunti, nonché ogni altro elemento che lo stesso consiglio di classe ritenga utile e significativo ai fini dello svolgimento dell’esame”.
Riguardo alla compilazione del documento del consiglio di classe, l’ordinanza di quest’anno prevede inoltre in modo esplicito che illustri “i testi oggetto di studio nell’ambito dell’insegnamento di Italiano durante il quinto anno che saranno sottoposti ai candidati nel corso del colloquio”. Per il colloquio d’esame, infatti, l’ordinanza prevede una scansione di fasi molto ben definite che lascia poco spazio a forzature o interpretazioni creative. Peraltro, in ordinanza viene ribadito senza ambiguità che il colloquio “ha la finalità di accertare il conseguimento del profilo culturale, educativo e professionale dello studente”, il quale “dimostra di aver acquisito i contenuti e i metodi propri delle singole discipline, di essere capace di utilizzare le conoscenze acquisite e di metterle in relazione tra loro per argomentare in maniera critica e personale, utilizzando anche la lingua straniera”.

Il colloquio prende avvio con la discussione di un elaborato concernente le discipline di indirizzo che erano state individuate per la seconda prova scritta in riferimento all’impianto d’esame in vigore fino a prima della pandemia, per esempio Matematica e Fisica per il liceo scientifico o Greco e Latino per il liceo classico. L’argomento “è assegnato a ciascun candidato su indicazione dei docenti delle discipline di indirizzo medesime entro il 1 giugno” e tali docenti “possono scegliere se assegnare a ciascun candidato un argomento diverso, o assegnare a tutti o a gruppi di candidati uno stesso argomento che si presti a uno svolgimento fortemente personalizzato”; l’elaborato deve essere inviato dal candidato ai docenti delle discipline di indirizzo per posta elettronica entro il 13 giugno. Al riguardo, dunque, i docenti delle discipline coinvolte sono chiamati a un lavoro straordinario e imminente di preparazione di uno o più elaborati per ogni classe da assegnare in data appena successiva alla chiusura del documento del 30 maggio, e perciò ben prima del termine delle lezioni annuali.

Il secondo punto del colloquio prevede, in relazione a quanto anticipato sopra, “la discussione di un breve testo, già oggetto di studio nell’ambito dell’insegnamento di lingua e letteratura italiana durante il quinto anno”. Perciò, se la fase di avvio è guidata dai docenti di indirizzo, questa è senza dubbio in mano al docente di Italiano, il quale dovrà rigorosamente attenersi a testi che siano stati ben esplicitati nel documento del consiglio di classe e nel programma svolto che è allegato.

Il terzo momento del colloquio è invece quello che prevede l’analisi, da parte del candidato, di un “materiale costituito da un testo, un documento, un’esperienza, un progetto, un problema” ed è “finalizzato a favorire la trattazione dei nodi concettuali caratterizzanti le diverse discipline e del loro rapporto interdisciplinare”. La predisposizione e la scelta dei materiali (quest’ultima fatta dalla commissione prima di ogni giornata di colloquio, per i relativi candidati) deve ovviamente tenere conto “del percorso didattico effettivamente svolto, in coerenza con il documento di ciascun consiglio di classe”. Analogamente a quanto era già stato precisato lo scorso anno, questi materiali devono mettere ogni candidato nella condizione di articolare le sue competenze a partire dallo spunto assegnato e devono essere individuati nell’alveo di ciò che effettivamente è stato svolto come lavoro di classe. Va dunque ribadito che non è pensabile che il consiglio di classe o la commissione d’esame inventino accostamenti o temi trasversali che non siano stati in tal modo sviluppati nella didattica. Ciascun docente e il consiglio intero potranno invece evidenziare nel documento del 30 maggio, per ogni singola disciplina o in riferimento a percorsi interdisciplinari effettivamente programmati e svolti, i documenti, le fonti e gli schemi rilevanti che possano tornare utili in sede d’esame per affrontare questo punto del colloquio.
Resta sempre meglio, per ogni studente, poter partire da uno specifico argomento di una precisa disciplina (o di un percorso interdisciplinare realmente svolto), per poter far emergere le sue effettive abilità di contestualizzazione e approfondimento; sarà poi compito dei commissari presenti, soprattutto quelli fino a quel punto non direttamente coinvolti, stimolare eventuali raccordi e sviluppi interdisciplinari appropriati, evitando però in ogni modo imbarazzanti azzardi e derive infondate. Alla luce di alcune sgradevoli esperienze dell’anno passato, va inoltre certamente evitato che il candidato sia lasciato o incentivato a divagare liberamente senza coltivare effettivi nessi tra argomenti e discipline.
Pare poi auspicabile che le diverse materie possano avere un differente peso nella scelta dei materiali, ciò in rapporto all’indirizzo specifico di ogni corso di studi e, perciò, al carico didattico orario e all’ampiezza dei contenuti disciplinari. Va da sé che ogni materiale deve essere libero da diritti d’autore, perciò vanno sicuramente bene quelli proposti nei libri di testo adottati e quelli messi a disposizione sulle piattaforme editoriali, ma non si può pensare che possano essere presi in considerazione testi non adottati o qualsiasi fonte dal Web; in ogni caso, documenti, testi e problemi dovrebbero essere noti, cioè essere stati utilizzati e trattati nell’attività didattica.

Nelle ultime due fasi del colloquio hanno luogo l’esposizione da parte del candidato della sua personale esperienza PCTO e l’accertamento da parte della commissione delle sue conoscenze e competenze di Cittadinanza e Costituzione. Si tratta evidentemente di momenti che avranno impostazione molto variegata in relazione ai singoli percorsi formativi e alle attitudini dei vari candidati oltre che alle multiformi competenze dei componenti la commissione d’esame.

Merita in chiusura soffermarsi ancora una volta sul significato della cosiddetta programmazione per competenze, che è ripetutamente richiamata nei documenti e nelle ordinanze ministeriali e che dovrebbe ormai costituire la base di ogni seria programmazione, ma che è altresì utile per guidare lo svolgimento dell’Esame di Stato. Non si tratta, come qualcuno ha semplicisticamente ripetuto per anni, di un vago saper fare, ma della precisa capacità di gestire, traendo origine da una sua parte, un tema complesso, sviluppandone le articolazioni e relazioni con le nozioni di base, con le altre parti della disciplina o con contesti storico-culturali generali. È in tale prospettiva che, nello svolgimento del terzo punto del colloquio d’esame, a partire da un’opera d’arte, un documento storico-filosofico, una carta, una tabella o un problema contestualizzato, il candidato potrà dimostrare l’acquisizione di contenuti e i metodi propri delle singole discipline e la capacità di metterle in relazione tra loro per argomentare in maniera critica e personale.
A tal fine è dunque auspicabile che ogni docente predisponga un documento di riepilogo trasparente e ordinato delle attività svolte, innanzi tutto coerente con le Indicazioni nazionali del proprio corso di studi relativamente al quinto anno e giustificando le eventuali discrepanze, ma anche attraverso una suddivisione per punti relativamente ai quali siano chiaramente esplicitate peculiarità e competenze chiave.
Anche nella programmazione didattica sarà opportuno riferirsi primariamente alle Indicazioni nazionali e stilare piani di lavoro annuali non sotto forma di elenco ma invece per nuclei fondamentali (secondo una prospettiva storico-diacronica o tematica a seconda delle discipline e dell’opzione didattica), sviluppando ciascuno di essi in modo articolato, così da esplicitare bene le conoscenze irrinunciabili e le competenze da acquisire. Fondamentale è inoltre la scelta dei libri di testo: fortunatamente negli anni recenti sono state realizzate nuove opere che in questo quadro costituiscono ottimi strumenti di lavoro e forniscono numerosi spunti (come schede di approfondimento, schemi di sintesi, palestre di competenze e prove esperte) che sarebbero spendibili anche in sede d’esame.
 

Verso l'Esame di Stato 2020

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Antonio Varaldo è naturalista specializzato in ecologia, e fotografo; insegnante liceale da oltre vent’anni presso il Liceo Valsalice di Torino; come divulgatore e saggista ha collaborato a Tuttoscienze e alle enciclopedie UTET e Repubblica, con varie riviste ed editori del settore scolastico e con istituzioni quali l’agenzia ITCILO delle Nazioni Unite. È autore Pearson di testi di Scienze della Terra per la Scuola secondaria di secondo grado.