Alla scoperta della Global Scale of English

Global Scale of English

Che cos’è e come si applica

Uno nuovo strumento learner centred, allineato con il Quadro Comune Europeo di Riferimento, per rendere più semplice la comprensione del livello di conoscenza e abilità raggiunto.

di Silvia Minardi

La Global Scale of English è uno strumento che Pearson mette a disposizione per individuare, su una scala, il livello di competenza raggiunto da uno studente sia globalmente sia in ogni singola area linguistica dell’ascolto, della lettura, della scrittura e del parlato. La GSE nasce da una ricerca che Pearson ha condotto a livello mondiale coinvolgendo più di 6000 docenti di 50 diversi Paesi nel mondo ed esperti da diversi contesti nell’ambito della ricerca sull’insegnamento e l’apprendimento delle lingue.

La GSE è, come dice la parola stessa, una scala. Essa si compone di 80 livelli - da 10 a 90 - per ciascuna delle quattro aree linguistiche dell’ascolto (listening), della lettura (reading), della scrittura (writing) e del parlato (speaking).

Si tratta di uno strumento che può essere usato dal docente di lingua per comprendere il livello raggiunto da uno studente nelle singole attività linguistiche: una volta individuato il livello sarà possibile programmare gli interventi didattici sia per un singolo studente sia per l’intera classe.

Global scale of english tabella

La GSE è allineata con il Quadro Comune Europeo di Riferimento per le Lingue come mostra l’immagine riprodotta. La differenza fondamentale rispetto al Quadro è che la GSE non inserisce lo studente in un livello, ma per ciascuna attività linguistica, descrive ciò chi apprende è in grado di fare lungo una scala di sviluppo progressivo che mostra il percorso possibile all’interno di un determinato livello.

La GSE viene presentata infatti così: “the GSE uses a standardised, granular scale from 10 to 90, so learners can see the step-by-step progress they are making and maintain motivation”. È, quindi, una scala che fa riferimento a degli standard ed è granular, ovvero intende entrare, attraverso i descrittori degli 80 livelli di ciascuna area linguistica, nello specifico di ciò che uno studente sa fare a quel livello in quella precisa area linguistica e lo fa con semplici descrittori di competenza che contengono riferimenti precisi, per ciascun livello, alle situazioni d’uso della lingua, alle funzioni comunicative e alle strategie discorsive.

Come funziona?

Proviamo a capire come funziona con un esempio riferito al livello A2 del Quadro.

Nel Quadro il livello A2 - scala globale - viene descritto nel modo seguente:

Riesce a comprendere frasi isolate ed espressioni di uso frequente relative ad ambiti di immediata rilevanza (ad es. informazioni di base sulla persona e sulla famiglia, acquisti, geografia locale, lavoro). Riesce a comunicare in attività semplici e di routine che richiedono solo uno scambio di informazioni semplice e diretto su argomenti familiari e abituali. Riesce a descrivere in termini semplici aspetti del proprio vissuto e del proprio ambiente ed elementi che si riferiscono a bisogni immediati.

Se, all’interno del livello A2, volessimo isolare la descrizione riferita alla interazione orale il Quadro ci fa usare un primo descrittore riferito, in modo generale, alla interazione orale e un secondo descrittore riferito in modo più specifico alla conversazione.

Interazione orale generale (A2)

È in grado di comunicare in attività semplici e compiti di routine, basati su uno scambio di informazioni semplice e diretto su questioni correnti e usuali che abbiano a che fare con il lavoro e il tempo libero. Gestisce scambi comunicativi molto brevi, ma raramente riesce a capire abbastanza per contribuire a sostenere con una certa autonomia la conversazione.

Conversazione (A2)

  • È in grado di gestire scambi comunicativi molto brevi, ma raramente riesce a capire abbastanza per contribuire a sostenere con una certa autonomia la conversazione se non ha l’aiuto dell’interlocutore.
  • È in grado di usare semplici formule convenzionali per salutare e rivolgere la parola a qualcuno.
  • È in grado di fare inviti, dare suggerimenti, chiedere scusa e di rispondere a mosse analoghe.
  • È in grado di dire ciò che gli/le piace o non piace.

Infine, nella griglia di autovalutazione, saper interagire a questo livello di competenza per il Quadro significa che

Riesco a comunicare in compiti semplici e di routine che richiedano solo uno scambio semplice e diretto di informazioni su argomenti e attività consuete. Partecipo a brevi conversazioni, anche se di solito non capisco abbastanza per riuscire a sostenere la conversazione[1].

Per quanto riguarda il parlato, la GSE, a differenza del Quadro, non fa distinzione tra Produzione, ovvero parlato monologico, e Interazione.

Nella GSE il livello A2 del Quadro corrisponde ai livelli da 30 a 35.
Scegliamo, all’interno del parlato (speaking), una funzione del discorso (describing) e immaginiamo di voler programmare il lavoro di un intero triennio sulla descrizione per una classe della scuola secondaria di I grado.

Fase 1: il punto di partenza è la lettura dei descrittori riferiti a ciascuno dei 6 livelli.

Fase 2: selezioniamo, per ciascun livello, solo i descrittori riferiti alla descrizione di oggetti e luoghi, persone e attività (Visualizza il livello A2 del Quadro >>).

Fase 3: all’interno di ciascun livello, individuiamo ciò che la classe - e il singolo alunno - sa fare e ciò su cui, invece, intendiamo lavorare. Ad esempio, all’inizio del percorso di una secondaria di I grado (livello 30 GSE - speaking) possiamo avere una classe che, per quanto riguarda la descrizione, sa già descrivere oralmente anche se in modo breve la propria casa o la propria famiglia, ma che ha bisogno di lavorare sulla descrizione orale degli hobby prima di poter passare ad attività sul livello successivo.
Un utile esercizio, in fase di programmazione, potrebbe essere indicare a che livello gli studenti sono all’inizio del percorso (primo anno) e indicare quale livello si intende raggiungere al termine di ciascun anno. Questo permette non solo di programmare le attività da svolgere, ma anche di monitorare, lungo il percorso, quali progressi si stanno facendo e/o quali interventi correttivi o di supporto sono necessari per garantire la progressione che ci si era dati in sede di programmazione.

Fase 4: una volta individuato il livello della classe e la scansione, sarà importante programmare attività finalizzate alla presentazione, allo sviluppo e al potenziamento di strategie utili al parlato sia monologico sia dialogico.

Fase 5: per ciascun livello il docente potrà, infine, scegliere la funzione linguistica necessaria a garantire la progressione al livello successivo. Inoltre, sarebbe utile, in fase di programmazione, tenere a mente e riflettere sulle formulazioni contenute nella GSE e riferite alla lingua, quali ad esempio “simple language”, “basic fixed expressions”, “a limited range of expressions”, “in a basic way”.

Questo lavoro andrebbe ripetuto per ciascuna area linguistica e partendo da una ricognizione del livello della classe; occorre anche considerare che una classe può essere a un determinato livello se si considera la funzione discorsiva della descrizione che abbiamo voluto usare nel nostro esempio, ma potrebbe collocarsi ad un livello diverso (più alto o più basso) se si considerano altre funzioni del discorso.

Appare perciò evidente già da questa prima panoramica che il primo destinatario della Global Scale of English - come del resto di ogni nostro intervento didattico-metodologico - è l’apprendente che, nel monitorare i propri progressi, può anche programmare sviluppi successivi e soprattutto, mantenere alta la motivazione ad apprendere la lingua, elemento fondamentale per raggiungere i propri obiettivi e successo formativo.

 

Note
[1] cf. Interazione Orale A2 (dalla Griglia di Autovalutazione)

The Global Scale of English

La Global Scale of English, allineata al CEFR (Common European Framework of Reference for Languages), aiuta a colmare il learning gap tra i livelli, rendendo i passaggi più frequenti e, quindi, più facilmente raggiungibili. Visita la sezione per approfondire il temae accedere ai materiali internazionali.
 

 

Silvia Minardi: insegna inglese presso il Liceo “S.Quasimodo” di Magenta (Mi), è dottoranda di ricerca presso l’Università per Stranieri di Siena con un progetto di ricerca sulla dimensione linguistica nelle discipline. Attualmente ricopre la carica di Presidente Nazionale dell’Associazione LEND, lingua e nuova didattica e di Presidente della Rete Europea della Associazioni di docenti di lingue. È membro del Direttivo Nazionale dell’Associazione Amerigo, International Cultural Exchange Program Alumni. Dal 2000 ha lavorato in numerosi progetti di formazione per il personale docente. Da gennaio 2016 è stata inserita nel gruppo di esperti del Centro Europeo di Lingue Moderne del Consiglio d’Europa di Graz per il programma 2016-2019. I suoi principali ambiti di interesse sono: la valutazione degli apprendimenti linguistici, la costruzione del curricolo plurilingue e interculturale, il CLIL.