Libri in classe - Booklist - Il sentimento dell'amicizia
CONSIGLI DI LETTURA - SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO E SECONDO GRADO
Il tema dell'amicizia non è facile da circoscrivere: si manifesta con infinite variazioni ed entra in relazione dialettica con altri affetti. Può incrociare, scontrarsi o sconfinare in ulteriori forme di sentimento, come la passione amorosa, oppure, può rovesciarsi in qualcosa di segno opposto e cioè l'inimicizia più accanita.
Il simile cerca il simile, ma è vero anche il contrario; il giovane lega con il coetaneo, ma a volte stringe forti sodalizi anche con il più anziano; ci sono amicizie eterne, quelle troncate per amore o, peggio, per soldi; amicizie che diventano amori, amori che scemano e si trasformano in solide amicizie, e persino amori che sono di fatto anche amicizie del cuore; c'è il cameratismo tra soldati e compagni di squadra o la spontanea simpatia che trascende le barriere della pelle, della divisa e anche della specie.
Senza la pretesa di essere esaustivi, suggeriamo otto libri per la scuola secondaria che possono raccontare alcuni aspetti di questo legame. Tralasciando i grandi classici sul tema, abbiamo dato spazio a libri pubblicati negli ultimi anni.
Scuola secondaria di primo grado e primo biennio del secondo grado
Rodman Philbrick, Basta guardare il cielo, Bompiani 1999
Cosa succede se mettiamo il cervello di un bambino prodigio sul terribile corpo di un gigante buono? Succede che nasce un nuovo, straordinario essere che porta il nome di Freak the Mighty, un cyber-cavaliere metropolitano sempre in cerca di nuove avventure e missioni salvifiche, proprio come i leggendari cavalieri della Tavola Rotonda.
Si tratta dell'incastro perfetto di due bambini diversamente abili. Uno, Mad Max, che è anche il narratore, è un po' lento a capire le cose e il suo corpo non smette mai di crescere. Vive in cantina sotto la casa dei nonni materni, ai quali è stato affidato dopo la tragica morte della madre e l'arresto del padre violento. L'altro, Freak ovvero l'Uomo robot, ha una mente geniale in un corpo che non vuole crescere: porta ferraglie alle gambe e agita stampelle, parla come un libro stampato e sogna un trapianto "biogenico" del corpo. Anche lui senza padre, è accudito da una mamma premurosa che pare una Fata dell'aria.
L'unione fa la forza. Ma l'amicizia meravigliosa tra questi due "diversi", il gigante e lo gnomo, è anche messa duramente alla prova dal male del mondo: fino a quando potrà durare questa avventura del cuore quando il corpo è tanto fragile?
Il romanzo vuole mostrare come la compagnia di un amico, oltre a renderci la vita meno penosa e più divertente, ci faccia crescere nello spirito trasformandoci in qualcosa di migliore che non potevamo né sapevamo di essere.
Fabrizio Silei, Bernardo e l'angelo nero, Salani 2010
Estate del 1944. Gli americani stanno risalendo l'Italia e sono ormai a pochi chilometri da un paese della Toscana. Qui vive Bernardo, un balilla di dodici anni che ai giochi della gioventù fascista arriva sempre ultimo. La cosa è imbarazzante, perché suo padre, ex campione di pugilato, è il podestà nonché il segretario politico del paese.
Un giorno il bambino si imbatte in qualcosa di prodigioso che stravolgendo le sue certezze segna un punto di rottura con l'età spensierata della fanciullezza: trova, appeso a un albero, un "angelo nero" caduto dal cielo. Cioè un pilota di colore dell'aviazione americana che si è lanciato col paracadute e atterrando si è gravemente ferito. Dovrebbe consegnarlo al padre e ai fascisti eppure non lo fa: per la prima volta nella sua vita dice una bugia e lo nasconde nella casa di campagna della famiglia. A poco a poco si trasformerà da carceriere in infermiere e da infermiere in amico. Per quel soldato nemico Bernardo finirà per rubare del cibo in casa, cercare medicine al mercato nero e - ciò che è peggio in regime autarchico - comincerà a parlare in inglese!
Mentre il suo mondo di valori sta per essere travolto dalla realtà storica, Bernardo vive un'amicizia straordinaria che va al di là della divisa, dell'età e del colore della pelle. Cresciuto in un milieu aggressivo, indottrinato secondo un'ideologia razzista, sarà portato a domandarsi se quest'uomo indifeso e sofferente sia davvero un nemico o sia piuttosto un amico, se sia un subumano, come vorrebbe la propaganda, oppure se sia di fatto un uomo come lui, con simili pensieri e sentimenti.
Tamar Verete-Zehavi, La vita graffiata, Sonda 2010
In un attentato in un supermercato di Gerusalemme, Ella, una ragazza israeliana di quattordici anni, rimane ferita e perde la sua migliore amica, Yerus, immigrata etiope piena di vita, appassionata di reggae e di lettura.
All'ospedale, mentre cerca di riprendersi e non smette di pensare alla coetanea scomparsa, Ella conosce un ragazzo arabo, Maher, di poco più grande, con il quale comincia un dialogo, dapprima molto teso poi sempre più coinvolgente, sulle motivazioni che possono aver portato al terrorismo Nadira, l'autrice dell'attentato, una ragazza della loro età.
Ella, tornata a casa, non riesce a integrarsi nella vita di tutti i giorni: con la famiglia è intrattabile e pare strana e "pesante" ai compagni di classe, che sono cortesi, ma tengono le distanze.
La chiave per superare il trauma ed elaborare il lutto dell'amica saranno le parole, che scambierà in conversazioni burrascose con Maher e con Eitan, un compagno di classe israeliano, pacifista come lei, che nel frattempo è divenuto il suo ragazzo. Le parole che, sempre alla ricerca delle ragioni di quell'atto di morte, scriverà a sé stessa raccontando la storia della sua nemica, Nadira.
Tommaso Percivale, Ribelli in fuga, Einaudi ragazzi 2013
Il libro narra la singolare storia di un gruppo di boy-scout di un piccolo paese di montagna negli anni venti del secolo scorso. Quando il regime fascista scioglie ogni forma di associazionismo, i ragazzi non vogliono rinunciare al loro ideale di libertà e decidono di praticare una forma di obiezione non violenta: fuggono dal villaggio e si riparano in un rifugio di montagna.
Lì imparano a condividere la vita domestica e a suddividersi il lavoro nel bosco: raccolgono erbe, tagliano legna, intagliano utensili di legno che poi vendono, e la sera leggono romanzi di avventura.
Inizialmente sono sostenuti da diversi paesani, tra cui il parroco, i compagni scout e l'anziana professoressa che va a trovarli con I promessi sposi, un libro che, si sa, è stata scritto e ambientato in tempi di occupazione. Ma poi il prete viene trasferito in città, quasi tutti i vecchi amici indossano la camicia nera e diventano nemici e il gruppo, isolato e perseguitato ("chi non è con Noi è contro di Noi"), sarà costretto ad abbandonare anche il rifugio per cercare dimora in un luogo ancora più impervio.
Il romanzo è ispirato alla storia vera di un gruppo scout lombardo che si diede alla macchia per sedici anni aiutando più di duemila uomini, ebrei e dissidenti, a espatriare in Svizzera.
Scuola secondaria di secondo grado, secondo biennio e quinto anno
Catherine Dunne, La grande amica, Guanda 2013
Irlanda, estate del 1973. Miriam, sedici anni, lascia la famiglia per il suo primo lavoro estivo in una colonia. Là incontra Marie-Thérèse, vent'anni, studentessa universitaria, con la quale condividerà la stanza e inizierà un'amicizia destinata a segnare nel bene e nel male la sua vita.
È una storia di formazione raccontata in prima persona dalla stessa protagonista, che dopo quaranta anni ricorda il "colpo di fulmine" di quell'amicizia capitata al primo distacco dalla vita domestica, primo passo, pieno di incertezze e sogni, verso la vita adulta fatta di indipendenza economica, autorealizzazione professionale, libertà di viaggiare e relazione di coppia. Passaggio che purtroppo, proprio per colpa dell'amica e a causa di una disgrazia familiare, non potrà che avvenire solo alcuni decenni dopo, nell'era di internet, quando farà un incontro online con una persona speciale che le consentirà di riprendersi la vita e di avere una sorta di rivincita su colei che fu la prima e unica "grande amica".
Tahar Ben Jelloun, L'ultimo amico, Bompiani 2004
Come ci si sente se l'amico del cuore non vuole più sentire parlare di noi? Se l'amico col quale abbiamo condiviso le gioie e i dolori della giovinezza, i turbamenti del primo amore e la passione per la politica, gli anni dell'università e l'esperienza del carcere, ci ha incomprensibilmente escluso dalla sua vita per meschine, materialistiche questioni di soldi o di case, per uno stupido sospetto insinuato da una moglie linguacciuta e, probabilmente, gelosa di un'amicizia antica ed esclusiva? Può un'amicizia che sembrava eterna finire per così poco?
Eppure Mamed, un marocchino che ha scelto di emigrare nel Nord Europa, in un Paese scandinavo, ha voluto tagliare tutti i ponti con Alì, che è invece rimasto a Tangeri e ora, sbigottito e svuotato, è in preda a dubbi e interrogativi senza risposta.
La soluzione del doloroso enigma giungerà soltanto alla fine, in una lettera del vecchio amico lontano.
Giuseppe Catozzella, Non dirmi che hai paura, Feltrinelli, 2014
Samia è una ragazzina con la passione per la corsa. Però vive in un Paese, la Somalia, in cui l'instabilità politica e l'integralismo religioso limitano fortemente la vita sociale delle donne costringendole a una vita nell'ombra.
Samia ha un grande amico, Alì, che fin dall'età di otto anni ha deciso di rinunciare a correre per diventare l'allenatore della sua talentuosa compagna e che non si arresta davanti a nulla pur di vederla vincere: legge tutti i libri che trova sulla preparazione atletica, costruisce con le sue mani pesi e attrezzi ginnici e di notte la porta ad allenarsi di nascosto. Grazie all'altruistico e intelligente sostegno del suo coetaneo, Samia potrà sviluppare le sue doti atletiche e inseguire il suo sogno: correre alle Olimpiadi e diventare una donna libera, un simbolo per tutte le donne musulmane. Ma dovrà affrontare da sola questa grande prova perché a causa della guerra tra clan rivali la famiglia di Alì sarà costretta a fuggire portandosi via per sempre "il fratello di tutta una vita".
Il libro è tratto da una storia vera, la tragica vita di Samia Yusuf Omar, morta nel 2012 mentre cercava di attraversare il mar Mediterraneo. Questo romanzo permette quindi di affrontare in classe un tema delicato e di stringente attualità, restituendo un volto e un cuore a uno dei migranti che quotidianamente trova la morte nei nostri mari.
Jonathan Safran Foer, Ogni cosa è illuminata, Guanda 2002
Jonathan è un ragazzo ebreo americano che parte per l'Ucraina in cerca della donna che salvò la vita a suo nonno al tempo delle devastazioni naziste e che quindi rese possibile la sua stessa nascita. Durante un lungo viaggio in macchina per il Paese, Jonathan stringe una bella amicizia con le due stravaganti guide dell'agenzia locale "Viaggi tradizione" che lo accompagnano in questa avventura: Alex, un coetaneo che parla un inglese tutto suo e fa da traduttore, e il nonno di lui, un vecchio scorbutico che dice di essere cieco ma guida la macchina. Quest'ultimo è però solo apparentemente un personaggio comico, perché oltre a occultare le proprie origini ebraiche dietro un ostentato antisemitismo, serba un angosciante senso di colpa per il tradimento dell'amico che ai tempi della guerra consegnò alle autorità naziste.
Questo complesso romanzo, a tratti esilarante in altri molto commovente, è composto da storie che si sviluppano su piani temporali diversi, ma che hanno un unico motivo di fondo: la custodia della memoria.
La ricerca della propria identità è un'impresa impossibile se non ci mettiamo in cammino insieme a degli amici: l'interesse e la determinazione sono qualità necessarie, ma senza l'affetto e la condivisione anche le esperienze che eventualmente possiamo fare non avrebbero quel carattere fondante che le fa abitare nella memoria.