Mio fratello Simple è la storia dei due fratelli Maluri, Kleber, di 17 anni, e Barnabè, detto “Simple”, «22 anni di corpo e tre anni di cervello», capace di interagire solo attraverso un coniglio di pezza cui dà la sua voce. Kleber è stato accettato in un prestigioso liceo di Parigi dove deve trasferirsi, ma non vuole abbandonare il fratello, che il padre, risposatosi da poco, ha fatto rinchiudere in un istituto per ritardati mentali. Decide quindi di farsene carico lui, e cerca un appartamento in cui poter vivere insieme. Ma trovare una sistemazione per tutti e due non è facile: quando la gente vede Simple si stupisce, ha paura, non sa come comportarsi, lo respinge. Finché trova quattro studenti universitari disposti ad affittare due stanze del loro appartamento: Aria ed Emmanuel (fidanzati da tempo), Corentin (fratello di Aria, alle prese con problemi alimentari), Enzo (amico di Corentin e segretamente innamorato di Aria). Con l’arrivo di Simple la vita di tutti loro cambierà: dopo un inizio molto turbolento in cui la presenza nella casa di questo strano individuo romperà i precari equilibri, i ragazzi impareranno ad accettarlo e ad amarlo. E in una commovente gara di solidarietà se ne occuperanno anche loro, per evitare che il padre lo rinchiuda di nuovo e per permettere a Kleber di frequentare regolarmente la scuola.
Simple è un personaggio unico, adorabile, non si può non volergli bene. Con la sua semplicità e innocenza, regala gioia e risate a chi gli sta accanto, persino nei momenti difficili. Grazie a lui, infatti, e al suo inseparabile coniglio «Signor Migliotiglio», tutti i coinquilini ritroveranno la serenità e impareranno a vedere se stessi, gli altri e il mondo con occhi diversi.
Attraverso questa storia, Marie-Aude Murail affronta con intelligente ironia problemi scottanti e attuali. Il romanzo è un invito ad andare oltre le apparenze e ad abbandonare i pregiudizi per esercitare il proprio spirito critico mettendosi in gioco.
Padre poeta, madre giornalista, un fratello e una sorella anch’essi scrittori, Marie-Aude Murail ha scritto più di cento racconti, molti romanzi e testi teatrali, per adulti e ragazzi, che hanno ottenuto importanti premi internazionali. Tra i suoi libri di maggior successo ricordiamo Oh, boy!, pluripremiato e diventato anche un film per la televisione. Anche Mio fratello Simple ha ricevuto molti riconoscimenti, tra cui il prestigioso Jugendliteraturpreis alla Fiera di Francoforte 2008. Una piccola curiosità: il cognome dei fratelli, Maluri, è l’anagramma del cognome dell'autrice, non nuova a questi giochi di parole all’interno dei suoi libri.
Spunti per la riflessione e per l’attività in classe
Proponiamo alcuni spunti di riflessione intorno ai temi principali che emergono dal racconto, per la discussione, l’approfondimento e la scrittura in classe.
1. La diversità – Simple è “strano”, la sua vista suscita sconcerto, è un bambino in un corpo di adulto che parla con un peluche. Ma appena lo si conosce un po’, è impossibile non scoprirne la genialità e la simpatia e l’amore che porta con sé. Lo capiscono presto i suoi coinquilini, a cui Simple sconvolge la vita, migliorandoli come persone.
- È facile emarginare chi non appare come noi, la diversità fa paura.
- La diversità come risorsa per conoscersi meglio e migliorarsi.
- Chi è il “diverso”?
- La società e i “diversi” oggi e nel tempo: confronti e testimonianze.
2. L’amore – Mio fratello Simple è anche storia d’amore: l’amore inconfessabile di Enzo per Aria, quello “agli sgoccioli” tra Aria ed Emmanuel e soprattutto l’amore che Kleber vive per la prima volta, il suo primo amore.
- Il primo amore travolge, sconvolge, annulla...
- Quando l’amore finisce...
- L’amore come arricchimento personale, l’amore come impegno, l’amore come dolore, l’amore come fiducia, l’amore e il tradimento...
3. Famiglia e rapporti famigliari – Il padre rifiuta Simple e preferisce rinchiuderlo in un istituto piuttosto che tenerlo con sé e la sua nuova moglie. Kleber è poco più di un ragazzino, ma capisce che per suo fratello la famiglia è la salvezza. E il caso gliene “regala” un’altra, un po’ originale in effetti, aldilà di ogni schema, una famiglia senza adulti, ma certamente accogliente e affettuosa. Proprio ciò di cui ha bisogno il piccolo grande Simple.
- Bravi o cattivi: i genitori amano i figli, li educano, li aiutano. Ma possono anche rifiutarli, come è successo Simple.
- La famiglia può essere diversa?
- Quando è il momento di lasciare la famiglia, di “diventare grandi” e farsi una vita propria?