Libri in classe - Patrick Modiano, Bijou

CONSIGLI DI LETTURA - SCUOLA SECONDARIA DI SECONDO GRADO

Titolo: Bijou
Autore: Patrick Modiano
Editore: Einaudi
Temi: la ricerca di un genitore e delle proprie origini, un'infanzia difficile,
la memoria e la costruzione dell'identità, la precarietà dell'esistenza,
la metropoli moderna
Destinazione: scuola secondaria di secondo grado, secondo biennio
e quinto anno

Stefano Pattini

Parigi. In un'affollata stazione della metro l'attenzione di una ragazza si concentra sul cappotto giallo di una donna, il cui volto le ricorda quello della madre, che molti anni prima l'aveva abbandonata e poi era morta. La ragazza sente che deve scoprire chi è quella donna e decide di seguirla. Inizia così un'interminabile peregrinazione per le vie della città che è anche una ricerca del tempo perduto della fanciullezza, una investigazione sull'origine del proprio disagio esistenziale.

I personaggi

La protagonista della storia si fa chiamare con l'affettuoso nomignolo che le dava la madre: Bijou. È una ragazza sola e disorientata, in cerca di punti di riferimento in una città caotica, ostile e infida. Per fortuna sulla sua strada incontra due angeli custodi: un uomo strano che per mestiere ascolta trasmissioni radio di paesi lontani e una farmacista che la soccorre e con molto tatto cerca di starle vicino. Se questa donna rappresenta per lei una sostituta della madre, Bijou rivede sé stessa da piccola in un altro personaggio del libro, una bambina trascurata dai genitori, a cui fa da babysitter.
Nei romanzi di Modiano i fantasmi che popolano l'infanzia, in primis le figure genitoriali, si proiettano sulle persone che si incontrano nel prosieguo della vita sequestrandone i connotati e delegando loro le funzioni affettive: sebbene Parigi sia grandissima, la verità è che ci si imbatte sempre nelle stesse persone.

L'ambientazione

Il libro pone in primo piano il problema del disorientamento, della difficoltà a trovare un proprio cammino in un universo metropolitano fluido, affollato e inaffidabile, nel quale l'identità delle persone sfugge e la consistenza delle cose sembra sgretolarsi; in questo mondo scivoloso i nomi degli uomini sono doppi o falsi, quelli dei locali notturni (Le neant, Le Babel) danno le vertigini, mentre i toponimi congiurano con i ricordi e i sogni per riportare a galla una desolante storia di abbandono.
Come per Bijou anche per noi, cittadini di una società frenetica e mediatizzata, che sta vivendo crisi economiche e valoriali, "il problema è trovare qualcosa di certo, un punto fermo", come la presenza attenta di un genitore, un lavoro fisso, un rapporto sentimentale stabile o una condotta morale che poggi su valori condivisi.

Il genere

Il romanzo – è lo stesso autore che invita a questa lettura – può essere concepito come una sorta di poliziesco in cui la protagonista, a partire da indizi custoditi in una logora scatola di biscotti, tra le pagine di una rubrica e vecchie foto di famiglia, deve ritrovare una gioia (bijou) che le apparteneva e le è stata rubata, e cioè il perduto mondo dell'infanzia. Se non lo facesse, resterebbe bloccata in questa situazione di privazione, impossibilitata ad andare avanti nel suo cammino. È per questo che cerca di rintracciare gli autori del furto, i "criminali impuniti", che erano, e sono ancora, genitori indaffarati e assenti, e poi si mette a confrontare tra loro i testimoni a sorpresa, ossia i ricordi, per lo più cattivi, che, evocati da un'insegna luminosa o un gesto banale, si insediano indesiderati sullo scranno della sua coscienza. Il disegno complessivo che emergerà, tracciato grazie alle proiezioni dei ricordi dei luoghi della vita, le scene del crimine su cui è ritornata, sarà una sorta di mappa della sua anima.
E come la fragile eroina prova, a tentoni, a venire a capo dell'impresa, anche il lettore è chiamato a raccogliere gli indizi lacunosi, date e luoghi disseminati nel romanzo, per ricostruire una specie di biografia della ragazza e così comprendere i moti e le pieghe del suo animo offeso.

L'autore e lo stile

Patrick Modiano (1945), scrittore francese di origini italiane ed ebraiche, nel 2014 ha ricevuto il premio Nobel "per l'arte della memoria con la quale ha evocato i destini umani più inafferrabili".
Il tema di fondo della sua opera è, in effetti, l'attenta auscultazione dei fantasmi del passato al fine di dare un senso, e quindi un futuro, a un presente doloroso e inadeguato. La poetica è proustiana (in Bijou la madeleine è il cappotto giallo), ma lo stile di Modiano è essenziale, cronachistico, caratterizzato da un periodare semplice e un linguaggio piano, solo apparentemente neutro, che rende significative, persino commoventi, le frequenti locuzioni prese in prestito dai faldoni della burocrazia. A questo proposito è esemplare Dora Bruder, il romanzo in cui Modiano ha tentato di ricostruire, grazie ai documenti di cui è venuto in possesso, la vita di una ragazza ebrea ai tempi dell'occupazione nazista di Parigi.
Dal punto di vista della struttura narrativa, lo scrittore, grazie a un accorto lavoro di tessitura, ha creato una trama sottile e armonica come una ragnatela, capace di rendere enigmatica e, insieme, piacevole una scrittura che tende a fluire seguendo i meandri delle associazioni mentali, al ritmo del tempo soggettivo della coscienza. È perciò una forma di narrazione che può essere confrontata con le sperimentazioni delle prime decadi del ventesimo secolo.

Potenzialità didattica

Sotto il profilo didattico, il romanzo proposto e il suo autore sono molto interessanti sia per le tematiche sia per lo stile.
La protagonista è infatti una giovane immatura e in difficoltà, alla ricerca della propria identità. Identità che, come nei romanzi della crisi di Primo Novecento, è questione problematica, che rischia di rimanere irrisolta. L'ambientazione della storia, poi, riporta ai nostri contesti urbani, in cui mille segnali attirano e insieme minacciano i suoi abitanti. Questi occupano stanze solitarie da cui si connettono con paesi lontani oppure sono trascinati dalla folla che s'imbuca nella metro e dal ritmo dei giorni che passano uguali.
La brevità della narrazione, la semplicità della sintassi e il carattere misterioso ed evanescente dei personaggi sono altre caratteristiche di questo, come degli altri romanzi di Modiano, che potrebbero incontrare il favore dei giovani lettori. Certo è che la fragilità della trama narrativa e la confusione dei piani temporali richiedono che si presti molta attenzione al lento emergere della storia, confrontando le varie indicazioni temporali e spaziali disseminate nel testo.

Attività didattica

Come accompagnamento alla lettura di Bijou suggeriamo, pertanto, un lavoro di analisi del testo focalizzato sulla dimensione temporale e spaziale del racconto, un ottimo esercizio per mettere un po' di ordine nella biografia della protagonista, ma anche per farsi un'idea sull'arte compositiva dell'autore.
Dopo aver individuato nel testo i riferimenti temporali e spaziali, lo studente collochi su una linea del tempo e su una mappa di Parigi gli eventi della storia di Bijou. (Per questo compito si potrebbe anche utilizzare un sito internet come MyHistro, applicazione che integra una mappa geografica con una timeline).
Per quanto riguarda il fattore temporale, dall'analisi emergeranno alcune incongruenze che rendono problematica la ricostruzione della sequenza cronologica dei fatti (fabula). Queste incertezze, come pure la cospicua presenza di flashback e anticipazioni, di ellissi e digressioni, sono elementi della struttura narrativa che faranno riflettere lo studente sulla natura difettosa, passiva e caotica della memoria e su come questa sia influenzata dalla situazione emotiva del personaggio-narratore.
In merito alla dimensione topografica, invece, l'allievo dovrà prestare attenzione al nome dei locali incrociati da Bijou nel suo vagabondaggio cittadino e all'effetto che essi hanno sullo stato d’animo della ragazza. Anche solo a partire da questi segnali si capirà che la rappresentazione dei luoghi della città non è realistica, ma fantastica e filtrata dalla memoria. Inoltre, l'osservazione degli effetti fisici e psicologici che produce in Bijou il continuo vagare in metropolitana da un luogo all’altro della città porta a domandarsi se il viaggio sotterraneo della protagonista non sia forse un’allegoria della condizione umana dell’uomo contemporaneo.
Infine, le classi quinte potranno confrontare questo racconto lungo di Modiano con i romanzi della prima metà del Novecento (di Svevo, Pirandello, Proust, Woolf, Joyce ecc.), cogliendo analogie e differenze sulla questione del "tempo misto" e della percezione della città moderna.

 

Stefano Pattini: laureato in Storia del teatro greco e latino, ha lavorato per alcuni anni in campo teatrale. Attualmente è insegnante di italiano e storia presso l'ITCS Sommeiller di Torino.