Il libro di Lois Lowry, ormai un’opera di culto, con più di 11 milioni di copie vendute nel mondo, in Italia ha vissuto tre vite: è stato pubblicato una prima volta da Mondadori con il titolo di Il mondo di Jonas nel 1995, quindi nel 2010 da Giunti come The Giver – il donatore, e infine è riapparso, in corrispondenza dell’uscita del film The Giver – Il mondo di Jonas, con il solo titolo di The Giver. Il libro ha avuto un successo via via crescente, anche se in alcune scuole americane ne è addirittura stata vietata la lettura, per la presenza esplicita nella storia di temi come l’eutanasia o l’infanticidio.
Il mondo in cui vive Jonas è la conseguenza di una apocalittica rovina del pianeta, dopo la quale gli uomini hanno deciso di creare delle comunità protette da ogni “turbamento”, climatico, sociale, psicologico o fisico: ciascuna comunità vive, lontana dalle altre, in un mondo in cui non piove, né nevica, né c’è vento; le persone vivono serene e tranquille, senza dolori e ansie, ma anche senza istinti e passioni, con sogni che si devono comunicare al risveglio e devono essere tenuti sotto controllo, senza conoscere i colori, rispettando una precisione linguistica che non consente di dire “ti amo” ma “ti stimo e apprezzo molto”, perché l’amore è una passione pericolosa… Tutti sono sottoposti al controllo della Comunità che stabilisce che le famiglie siano composte rigorosamente da due genitori, un figlio maschio e una figlia femmina, che vengono assegnati ai genitori quando questi sono pronti. La vita di ciascuno, a partire dai tre anni, è scandita da tappe che passano attraverso gesti simbolici (come per esempio la consegna della prima bicicletta) fino al dodicesimo anno, quando a ciascuno viene assegnato un compito, un lavoro, a sancire il passaggio dall’adolescenza all’età adulta. Per Jonas è arrivato proprio quel momento e il destino si compie per lui in modo inaspettato: mentre ai suoi amici vengono assegnati i lavori che avevano sempre desiderato, a lui, chiamato per ultimo, viene riservato un incarico speciale: Jonas è destinato a diventare il nuovo accoglitore di memorie. Sì, perché nella Comunità nessuno possiede ricordi, se non quelli legati alla propria breve esistenza: nessuno ricorda più la neve o il vento, ma neanche i colori o la gioia di una festa di compleanno o il dolore per la solitudine o la disperazione di un soldato che muore in battaglia. Tutte queste memorie sono, però, conservate da una persona, l’accoglitore di memorie, che viene consultato dalla comunità quando ci sono situazioni particolari, perché egli ha accolto le memorie del passato, ha letto i libri, sa cosa gli uomini hanno fatto in precedenza e può aiutare i membri della comunità a decidere per il meglio. Ora Jonas dovrà apprendere da lui un po’ alla volta tutte queste memorie, lui sarà il nuovo accoglitore, mentre il vecchio diventerà appunto “il donatore”.
Il compito di Jonas si rivela, come ci si poteva aspettare, pieno di piacevoli scoperte: il momento in cui Jonas riceve le memorie dei colori e comincia a vedere tutto “a colori” è per lui veramente esaltante, così come quando il ragazzo si “ricorda” di una festa di compleanno o della gioia del Natale. Ma nello stesso tempo per Jonas inizia anche una nuova età di domande: perché non possono tornare per tutti i colori? Perché gli uomini si devono privare della gioia di un abbraccio durante una festa o della tenerezza di un cucciolo di animale? Il romanzo chiude sul tentativo di Jonas di cambiare le cose, in accordo con il donatore, ma in realtà non finisce; tanto che l’autore ha poi completato una quadrilogia con i romanzi La rivincita - Gathering Blue (2000), Il messaggero (2004) e Il figlio (2012).
Il libro consente, anche con lettori molto giovani, di affrontare temi scottanti.
- Tutti nella comunità devono tenere sotto controllo le proprie pulsioni, soprattutto gli affetti e le passioni amorose, e pertanto sono costretti a prendere una pillola, dall’età dell’adolescenza in poi; la conseguenza è che, da quel momento in avanti, nessuno avrà ovviamente le esperienze amorose e sessuali che abbiamo tutti noi.
- Quelli che turbano l’ordine e la serenità della comunità vengono sottoposti a trattamenti punitivi e in ultima istanza “congedati”, ovvero condannati a morte, ma la stessa cerimonia, quella del congedo, è riservata anche agli anziani, alla fine della loro vita, e ai bambini che vengono ritenuti, prima dei tre anni, inadatti, non abbastanza forti o in salute.
- I membri della comunità sono sottoposti a un controllo totale, quando sono svegli e sono in giro, quando studiano o lavorano, quando si rilassano nel tempo libero e anche quando dormono: sono costantemente spiati.
- Jonas vive il momento in cui a ciascuno viene chiesto di assumersi una responsabilità, un compito, un lavoro: questo segna la sua partecipazione alla vita delle comunità cui appartiene e alla quale finalmente porta il proprio contributo personale.
Il romanzo di Lowry è anche lo spunto per un percorso nella letteratura distopica. Il termine “distopia”, come è noto, indica una società non desiderabile, in pratica il contrario di “utopia”, ed è utilizzato per le rappresentazioni di società immaginarie, spesso collocate nel futuro, in cui certe tendenze o certi elementi sono portati all’esasperazione (come per esempio nel libro di Lowry il controllo sui cittadini, la selezione dei bambini, il congedo degli anziani o dei turbatori dell’ordine…).
Un percorso di lettura dei mondi distopici non può prescindere da tre testi notissimi: Il mondo nuovo di Aldous Huxley (1932), che ispira chiaramente il controllo esercitato nella comunità di Jonas; 1984 di George Orwell (1948), che darà finalmente una giustificazione al “grande fratello” che tutti conoscono, a cui si collega anche l’idea della società in cui vive Jonas; Fahrenheit 451 di Ray Bradbury (1953), che consente anche fertili riflessioni sulla lettura e ancora sulla memoria. Ma ci si può spingere fino a romanzi più recenti e magari noti ai ragazzi solo attraverso i film che ne sono stati tratti, come la trilogia di Hunger games di Suzanne Collins (2008), o la serie iniziata con Maze runner – Il labirinto di James Dashner (2009), o quella che prende avvio da Divergent di Veronica Roth (2011), o ancora la graphic novel V per vendetta di Alan Moore e David Lloyd.