Maraviglioso Boccaccio: vedere il Decameron leggendo il nuovo film dei Taviani
UN FILM AL MESE - SCUOLA SECONDARIA DI SECONDO GRADO, TERZO ANNO
Presentiamo un percorso didattico pensato per accompagnare e sfruttare al meglio la visione del film dei fratelli Taviani Maraviglioso Boccaccio: un modo diverso per leggere il novelliere trecentesco e al contempo comprendere meglio gli elementi che costituiscono un’opera cinematografica. Il film, concepito come un testo composto da una pluralità di codici, è stato dapprima analizzato nelle sue componenti essenziali e poi descritto e valutato dagli studenti, chiamati a elaborare una recensione del film.
Il film dei fratelli Taviani
“Maraviglioso” è parola ricorrente nel Decameron. Voce media, che indica qualcosa che desta un forte stupore, può riferirsi tanto alla facilità di contagio di un morbo che non lascia scampo, come nel proemio, quanto – ed è il caso più frequente – alla leggiadria di un volto femminile che toglie il fiato: incredibile a dirsi, la potenza della peste; prodigiosa, la grazia di una donna. Ma la bellezza salverà il mondo? Il piacere di raccontare riuscirà a vincere la disperazione dilagante tra gli uomini? L’arte può dirci qualcosa sul nostro futuro, mostrandoci il tempo presente o quello passato?
La sfida contenuta in tali interrogativi, propri di grandi opere letterarie, è stata raccolta dai più che ottuagenari fratelli Taviani, che dopo il docu-drama Cesare non deve morire (Orso D’Oro 2012), in cui filmavano un’esperienza di teatro nel carcere di Rebibbia, si sono cimentati in un nuovo lavoro, basato sul novelliere trecentesco. Il frutto di questa impresa è Maraviglioso Boccaccio.Il film, che parrebbe meno impegnato rispetto ai precedenti, come se fosse stato realizzato con l’unico scopo di un divertimento colto e antispettacolare, in realtà, nella misura in cui stabilisce un parallelo tra la situazione sociale descritta nel libro e quella di oggi, ci offre anche “un utile consiglio”. Se nell’Europa appestata del Trecento dieci giovani, lasciando la città per il contado, provavano a ricostituire una microsocietà umana in cui l’uomo potesse vivere in armonia con i propri simili e con la natura, così nel mondo globalizzato di oggi, colpito da terrorismo, inquinamento, crisi economiche e allentamento dei legami sociali, l’uomo deve trovare la speranza di andare avanti puntando su valori universali e intramontabili come lo spirito di iniziativa dei giovani, la forza e la sensibilità femminili, la bellezza del patrimonio paesaggistico e la missione critica e formatrice dell’arte.
Il Decamerone dei Taviani riprende la cornice e cinque celebri novelle del modello letterario. La cornice, ambientata dapprima a Firenze e poi, definitivamente, in un casolare di campagna, è affidata alla recitazione di giovanissimi attori, per lo più allievi di scuole teatrali. Sono invece attori professionisti, spesso molto noti, a interpretare le novelle: tre drammatiche, che vedono come personaggi protagonisti Tancredi e Ghismunda, Federigo degli Alberighi e Gentile Carisendi, e, interposte a queste, come intermezzi leggeri, due comiche, con Calandrino e la badessa Usimbalda. Il tema fondamentale è quello amoroso, declinato in tutte le sue forme, ma sempre trattato in modo molto casto e “cortese” rispetto alla lettura più corporea e popolareggiante di Pasolini. Secondo una prospettiva idealizzante e ottimistica, alcuni finali sono stati ritoccati in modo tale che l’amore trionfi sulle convenzioni sociali e la donna sulla brutalità dell’uomo. Infatti, ancor più che nel Decameron, la vera protagonista dell’opera è la donna, di cui viene celebrata la capacità di sopportare la sofferenza, il coraggio e la sua “maravigliosa” bellezza. Come nel novelliere trecentesco anche in questo film la “maraviglia” è cosa straordinaria ma non sovraumana, non soprannaturale. È l’inattaccabile fedeltà di un cavaliere che riesce a riportare in vita la donna amata. È un falco a cui manca solo la parola per dar voce al sentimento che luccica nel suo sguardo. È l’energia inesauribile della giovinezza, quella anagrafica, di ragazzi che cercano un’alternativa a un mondo malato, e quella, intellettuale, di due autori che hanno dedicato e continuano a dedicare una vita all’arte.
A prescindere dalla questione del valore estetico del film, dall’accertare se gli intenti dei registi si siano effettivamente concretizzati in un fatto artistico compiuto, qui conta assicurare sull’utilità didattica di un film che rispetto a tale funzione, grazie a una sua maggiore chiarezza e contemporaneità, a scuola può senz’altro competere con il più difficile e problematico classico pasoliniano.
Il percorso didattico: dal film alla recensione
L’esperienza si è articolata nelle seguenti fasi:
1. breve studio degli elementi strutturali di un testo filmico;
2. lettura ed esposizione delle novelle inserite nel film;
3. uscita didattica al cinema;
4. brainstorming e dibattito in classe;
5. lettura di due recensioni del film;
6. produzione individuale di una recensione sotto forma di articolo.
Informazioni sul contesto e l’attività
Classe:
Scuola secondaria di secondo grado, in particolare il terzo anno.
Requisiti di base:
- conoscenze sul quadro generale e la cornice del Decameron;
- capacità di analizzare e riassumere un testo narrativo; capacità di esprimere opinioni, in forma orale e scritta, sulle proprie esperienze di lettura;
- capacità di analizzare e scrivere un articolo di giornale;
- capacità di ricercare semplici informazioni su internet.
Obiettivi:
- capacità analitiche: confrontare un testo scritto e il testo audiovisivo basato su di esso; comprendere i caratteri comuni e specifici delle diverse tipologie testuali; confrontare due recensioni diverse sulla stessa opera artistica;
- competenze di scrittura: comporre una recensione in forma di articolo;
- miglioramento della Visual Literacy e Media Literacy.
Visual Literacy e Media Literacy
In una società dell’immagine in cui le informazioni sono sempre più veicolate dal canale visivo, si profila un duplice compito per l’insegnante di italiano. Da una parte egli deve promuovere la lettura del testo scritto (su qualsiasi supporto esso sia) per evitare che l’homo videns indebolisca il pensiero di tipo logico-analitico e comprometta la possibilità di una riflessione complessa e critica sul reale. D’altra parte il docente non può esimersi dall’affrontare, nel luogo deputato alla formazione del cittadino, il problema rappresentato dal messaggio visivo, che è al contempo pervasivo e sfuggente. Nella scuola attuale egli dovrebbe sviluppare nei discenti non solo la cosiddetta Classic literacy, basata sul testo scritto, ma anche la Visual Literacy e la Media Literacy, definibili, rispettivamente, come la “capacità di leggere, decodificare, interpretare immagini in una varietà di contesti comunicativi” e la “capacità di analisi e comprensione critica dei messaggi dei media, considerando anche gli aspetti più profondi di natura etica, sociale e culturale” (M. Ranieri). Questa attuale e necessaria forma di alfabetizzazione incoraggia lo spettatore a trasformarsi da passivo e inconsapevole ricettore dello stimolo massmediatico a attento e critico interprete del messaggio comunicativo, in grado di cogliere significati espliciti e impliciti attraverso l’esame delle scelte retoriche, linguistiche e stilistiche dell’emittente.
Setting
Una sala cinematografica cittadina, per assistere alla proiezione del film (o, in alternativa, un’aula video). Per il resto delle attività, una normale aula scolastica dotata di un dispositivo video, utile per la proiezione di slide.
Metodologie didattiche
Lezione frontale e partecipata. Lettura individuale, a casa, e di gruppo, in classe, di testi narrativi e articoli di giornale. Ricerca autonoma di informazioni in internet.
Prima fase (2h)
Il docente presenta il percorso didattico alla classe proiettando una serie di slide che specificano le diverse fasi dell’attività e l’obiettivo finale che è la stesura di una recensione.
A questo punto si può iniziare con la prima delle attività preliminari alla visione del film e cioèuna trattazione molto semplificata della grammatica del linguaggio filmico. Per facilitare la memorizzazione e la comprensione delle componenti di un testo audiovisivo si fa costante riferimento all’analisi del testo scritto, che è stata affrontata nel biennio. Il cinema è inteso come un linguaggio che usa una pluralità di codici e può essere studiato non solo come sistema ma anche come processo “linguistico”, ossia come singolo e concreto fatto comunicativo, un testo prodotto e recepito in una particolare situazione comunicativa.
Così, grazie alle conoscenze maturate lavorando sul testo letterario, approfondiamo la consapevolezza sul prodotto cinematografico; nello stesso tempo, questo modo di vedere il film confrontandolo con il testo scritto dovrebbe rafforzare le capacità già acquisite di analisi e produzione testuale.
Lo studio della grammatica del cinema non potrà che attenersi alle questioni fondamentali, sia perché non stiamo tenendo un corso di regia per aspiranti cineasti sia perché, nel caso specifico della visione di un film in una sala di proiezione, non è possibile fermare e rivedere la pellicola e quindi condurre un’analisi approfondita sugli elementi formali, i contenuti e il senso generale del film. A questa forte limitazione si cercherà di sopperire con il dibattito tra compagni e la lettura di alcune recensioni scritte da professionisti.
Per simili ragioni legate all’indisponibilità del supporto materiale, in questo percorso didattico non praticheremo l’analisi narratologica, benché essa sia spesso molto efficace se applicata a un’opera cinematografica, e ci limiteremo a una valutazione delle componenti fondamentali del testo: sceneggiatura, recitazione, fotografia ecc.
Gli argomenti della presentazione sono i seguenti.
- Definizione di “testo”.
- Il testo verbale e le sue proprietà fondamentali: correttezza, completezza, coesione, coerenza.
- Il testo filmico come insieme di codici: codice verbale (sceneggiatura); visivo (recitazione, scenografia, costumi, fotografia); uditivo (recitazione, musica); grafico (titoli); “sintattico” (montaggio). Queste componenti del film non sono altro che le categorie premiate nei festival cinematografici internazionali.
- I fondamentali elementi del linguaggio cinematografico: inquadratura, unità minima del linguaggio filmico; scena, unità di spazio, tempo e azione; sequenza, successione di scene; montaggio, l’unione di inquadrature. Queste parti del testo filmico, mutatis mutandis, possono essere confrontate con alcuni degli elementi rintracciabili in un testo narrativo: frase, sequenza narrativa, capitolo, sintassi.
Al termine della lezione l’insegnante divide la classe in cinque gruppi, a ciascuno dei quali assegna la lettura di una novella del Decameron tradotta in italiano contemporaneo (per esempio, nella versione di Piero Chiara o di Aldo Busi). Le novelle sono quelle che hanno come protagonisti: Tancredi e la figlia Ghismunda, Federigo degli Alberighi, Calandrino, la badessa Usimbalda e Gentile Carisendi. Agli studenti stranieri o con maggiori difficoltà sono attribuite le novelle meno lunghe e complesse, come quella di Usimbalda ed eventualmente quella di Federigo degli Alberighi. A partire dalla lezione successiva gli studenti dovranno raccontare ai compagni la novella letta.
Seconda fase (5h): lettura ed esposizione delle novelle, scheda tecnica e griglia di valutazione
Una o due novelle per lezione, ciascun componente di ogni gruppo racconterà il testo assegnato. Eventualmente, dopo l’esposizione orale, la novella può anche essere letta in classe nella versione originale o tradotta. In ogni caso, l’insegnante pone domande per chiarire momenti della storia tralasciati dai “narratori” o per portare alla loro attenzione i temi e gli elementi narrativi più importanti.
Prima dell’uscita al cinema, l’insegnante invita gli studenti a informarsi in anticipo sul film guardando il trailer e ricercando le informazioni essenziali in rete, in modo da compilare la scheda tecnica del film. Poi fornisce anche la griglia di valutazione di un testo audiovisivo, una lista di domande che lo studente dovrebbe leggere prima della proiezione e possibilmente dovrebbe tenere presente durante la proiezione. Ma per non compromettere troppo il piacere della fruizione estetica, la griglia che viene distribuita prima della visione può essere una versione ridotta di quella che sarà utilizzata nella valutazione dopo la visione.
Per la creazione della griglia, in teoria, potremmo organizzare le componenti di un’opera audiovisiva secondo i diversi codici impiegati nel linguaggio filmico, come già suggerito dalle slide della prima fase (si veda sopra). Però, una volta constatata la fitta presenza di analogie tra il film e l’elaborato scritto, entrambi analizzabili mediante lo strumento concettuale “testo”, ci accorgiamo che ora gli studenti avranno il compito di esprimere un giudizio su un prodotto testuale secondo criteri simili a quelli adottati dall’insegnante per valutare i loro elaborati. Pertanto scegliamo, in via sperimentale, di ricalcare la griglia di valutazione del film su quella che usiamo per la valutazione di un tema, griglia che tiene conto delle proprietà fondamentali di un testo:
- aspetti formali, tra cui, di primaria importanza, la correttezza grammaticale e la coesione;
- aspetti contenutistici: ricchezza e pertinenza dei contenuti;
- capacità elaborative (logico-critiche-creative): coerenza, profondità e originalità.
Terza fase: visione del film
La classe assiste alla proiezione del film presso un cinema locale o in un’aula-video della scuola.
Quarta fase (1h 30’): dibattito sul film
Il giorno dopo la visione del film, l’insegnante scrive alla lavagna (o proietta) una tabella di tre colonne, al centro della quale inserisce le categorie della griglia di valutazione. Ai due lati, sul modello della rubrica di critica cinematografica Porro contro Porro («Corriere della sera»), scrive “Mi piace perché” e “Non mi piace perché”. I ragazzi, dopo aver avuto un po’ di tempo per rifletterci, prenderanno la parola uno alla volta e cercheranno di esprimere la loro opinione, argomentando e adducendo esempi tratti dal film.
Un’altra questione fondamentale da affrontare è il rapporto tra sceneggiatura e testo originale. La lavagna viene cancellata e si fa un brainstorming sui cambiamenti operati dagli autori sulla trama delle novelle di riferimento.
Questa forma di apprendimento collaborativo, la condivisione delle intelligenze e dei saperi, sopperisce in parte al fatto, decisamente limitante, che la pellicola in una sala cinematografica scorre in modo continuo e non può essere fermata, riavvolta, esplorata da colui che la studia, compromettendo la possibilità di un’analisi approfondita.
Quinta fase (2h): lettura di due recensioni sul film
L’insegnante presenta alla classe alcune slide, corredate di esempi, sulla recensione di un film. I principali argomenti trattati sono i seguenti.
- La recensione: testo informativo, narrativo o argomentativo.
- Lo schema base della recensione di un film: dati sul film; trama; analisi tematica e formale; conclusione con un giudizio personale ben argomentato.
- La recensione all’interno di un giornale e le caratteristiche dell’articolo: sezione del giornale, titolo, occhiello, sommario, corpo del testo.
Il docente distribuisce poi alla classe due recensioni discordanti sul film visto, che si leggono e analizzano insieme. Da questi articoli possiamo ricavare giudizi mirati e bene argomentati su particolari aspetti dell’opera, nonché la costatazione che i giornalisti non seguono pedissequamente lo schema base riportato nelle slide. Gli articoli potrebbero essere: “Maraviglioso Boccaccio” e la peste dei nostri giorni di Federico Pontiggia, pubblicata su «il Fatto Quotidiano» e Il Decamerone dei Taviani: di Boccaccio resta solo la cornice di Alessandro Zaccuri, pubblicata su «Avvenire».
Sesta fase (30’ in classe): scrittura della recensione
Ora, alla luce della griglia di valutazione, delle opinioni dei compagni e dei due articoli letti, ogni studente scriverà un “pezzo” sul film dei Taviani. Il tempo a disposizione è di una settimana. La recensione sarà realizzata a casa con un programma di videoscrittura e, ovviamente, dovrà contenere tutti gli elementi di un articolo classico. In un breve intervento di trenta minuti l’insegnante specifica alla classe i requisiti della recensione:
- sezione del giornale in cui è pubblicata;
- titolo, occhiello e sommario;
- introduzione, che riporta i dati della scheda tecnica in questo modo: Titolo (eventuale Titolo originale), regista/i, attori protagonisti; genere; durata; paese e anno di produzione; in alternativa, introduzione, di carattere cronachistico, che dà informazioni sulla “prima” (seguire le classiche 5W 1H del giornalismo);
- corpo del testo: breve descrizione della trama del film (cornice ed episodi); differenze tra la sceneggiatura e il Decameron; valutazione analitica di alcune rilevanti componenti del film;
- conclusione: valutazione complessiva.
L’insegnante potrebbe anche richiedere due versioni della recensione: la prima che segua scrupolosamente l’ordine delle consegne (che coincide con lo schema della recensione fornito nelle slide), la seconda, più libera e creativa.