Protoni e antiprotoni si annichilano, cioè si fondono trasformandosi in luce, secondo la formula di Einstein E = mc2, seguiti poi dagli elettroni e antielettroni. Queste annichilazioni producono enormi quantità di energia sotto forma di radiazione, che dominano l’universo. Si parla infatti di Era radiativa.
A un minuto dal Big Bang la temperatura è scesa sotto i 10 miliardi di gradi kelvin. Avvengono le prime reazioni di fusione nucleare tra protoni e neutroni, che portano alla formazione dei primi nuclei atomici: deuterio, elio e litio.
Qualche migliaio di anni dal Big Bang è la materia a dominare sulla radiazione, ma la temperatura è ancora così alta che esse sono accoppiate, cioè si trasformano l'una nell'altra.
A 380 mila anni dal Big Bang avviene il colpo di scena: la temperatura scende ancora e materia e radiazione si disaccoppiano. Da questo momento l’universo diventa trasparente alla luce. Intanto, gli elettroni si uniscono ai nuclei per formare gli atomi.
Dopo qualche centinaio di milioni di anni, la temperatura è sotto i 4000 K. Gli elettroni si combinarono con i nuclei e la materia, in gran parte elettricamente neutra, può cominciare ad aggregarsi per formare le prime protogalassie.
Dopo circa 3 miliardi di anni dal Big Bang, l’universo assume un aspetto simile a quello di oggi: le galassie si uniscono in ammassi e successivamente si formano le prime stelle. A causa della continua espansione, l’universo si è raffreddato: la radiazione è molto meno energetica e appare spostata a lunghezze d'onda maggiori.
Prove a sostegno della teoria del Big Bang
La recessione delle galassie
La teoria del Grande Botto si impose grazie alle osservazioni di un astronomo americano, Edwin Hubble, che nel tempo libero era anche pugile, quindi in fatto di botte la sapeva lunga!
Nel 1929, Hubble pubblicò l’articolo in cui erano riportate le osservazioni effettuate col nuovo telescopio da 100 pollici di Mount Wilson. I dati contenuti nell’articolo mostravano che le galassie si stavano allontanando (recessione delle galassie), confermando così l’espansione dell’universo.
La formula v = H D, conosciuta oggi come legge di Hubble - Lemaître, mostra che la velocità di allontanamento delle galassie è direttamente proporzionale alla loro distanza, dove H è detta costante di Hubble.
La recessione delle galassie fu interpretata come una prova che l’universo fosse in espansione a partire da un momento definito nel passato.
Abbondanza di idrogeno ed elio
Tra i maggiori successi del modello del Big Bang c’è la quasi perfetta previsione delle abbondanze chimiche. Il “quasi” è legato all’abbondanza di litio, che comunque rappresenta una piccola percentuale della materia presente.
L’abbondanza di elementi leggeri come il deuterio, un isotopo dell’idrogeno, e l’elio è in perfetta corrispondenza con quanto previsto nel processo di nucleosintesi primordiale del Big Bang.