Cosa fare pertanto per tutelare e salvare la biodiversità sulla Terra?
È un problema molto complesso per il quale non esistono ricette magiche e semplici. Anzi, è meglio dubitare sempre di chi propone ricette facili e semplicistiche per risolvere problemi complessi.
Un’idea interessante, quasi utopica ma che costituisce un valido stimolo per la strada da seguire, ce l’ha proposta proprio Wilson da cui siamo partiti in questo articolo.
Nei suoi ultimi anni di vita ha proposto la teoria “Half Earth” (Metà della Terra) che prevede di dedicare alla conservazione il 50% della degli ecosistemi del Pianeta. Superata questa soglia, dice Wilson, la vita del Pianeta entra nella zona di sicurezza. "Studi recenti hanno mostrato che un quinto dei vertebrati, gli animali meglio studiati (uccelli, mammiferi, pesci, anfibi, rettili), è ormai a rischio estinzione [...] Tutti i nostri sforzi di conservazione hanno avuto come risultato un rallentamento del tasso di estinzione, ma solo per un quinto di questo gruppo a rischio. La causa principale dell'estinzione delle specie è la distruzione degli habitat. Se un habitat si riduce, il numero di specie che quell'habitat può sostenere diminuisce approssimativamente con la radice quarta dell'area: se si vuole salvare l'80 per cento delle specie si deve preservare il 50 per cento dell'area originale".
Si tratterebbe quindi di proteggere il 50% del pianeta, per salvaguardare l’80% della biodiversità. Un’utopia? Ancora Wilson: “Non solo è possibile, ma anche più facile di quanto si immagini. In tutto il mondo oggi sono protetti il 15% delle terre emerse e il 3 per cento dei mari. Ma rimangono molti altri territori ricchi dal punto di vista biologico che se trasformati in riserve ci permetterebbero di raggiungere il 50 per cento”2.
Secondo Wilson, quindi, una possibilità concreta e praticabile di protezione della biodiversità è la tutela del territorio, che vuol dire anche la creazione di parchi e aree protette come Yellowstone negli Usa, il primo parco creato al mondo nel 1872, o il Parco Gran Paradiso, primo parco italiano che proprio quest’anno celebra 100 anni.
Da allora la percentuale di territorio protetta è cresciuta in Italia come nel mondo e sarebbe folle tornare indietro, ora si tratterebbe di ampliare le aree tutelate e proseguire sulla strada della protezione del territorio. In diversi recenti accordi e documenti governativi sulle politiche di contrasto ai cambiamenti climatici è stato posto l’obiettivo del 30% del territorio protetto entro il 2030, una soglia più bassa di quella definita da Wilson ma che, comunque, rischia di non essere raggiunta così come i diversi impegni disattesi in questi anni nella lotta ai cambiamenti climatici.
Ma, come ci ha spiegato Wilson, se in un pianeta sempre più sovraffollato non si intraprende in tempi brevi la strada concreta ed efficace della protezione di ampie porzioni di territorio e non si attua un radicale cambiamento culturale riguardo la considerazione del territorio non solo come risorsa da sfruttare ma anche come patrimonio di habitat da tutelare, potrebbe risultare molto difficile invertire il declino della biodiversità e pensare a uno sviluppo sostenibile dell’uomo sulla Terra.
D’altronde, come dice lo stesso Wilson, la biosfera è la nostra casa, se la distruggiamo noi stessi rischiamo l'estinzione.
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