Nettie Stevens e l’effetto Matilda
Nettie Stevens fu, suo malgrado, una delle prime scienziate a subire l’effetto Matilda, dal nome dell’attivista e femminista americana Matilda Joslyn Gage. Come la Stevens, tante altre scienziate videro i risultati dei loro studi sminuiti e ne dovettero subire anche la negazione, o peggio, il furto: tra queste non si può non citare Rosalind Franklin, cui non fu mai riconosciuto il ruolo di primo piano nella determinazione della struttura della doppia elica. Come la Franklin, anche la Stevens vide il merito delle sue ricerche attribuito a colleghi uomini e, come la Franklin, morì senza vedere realizzato il suo desiderio di ricoprire una cattedra accademica o di lavorare alla Cold Spring Harbour. Il cancro se la portò via a soli 51 anni, prima che potesse finalmente salire su quella cattedra a fondo speciale che Bryn Mawr, avendone riconosciuto le doti intellettuali, aveva creato appositamente per lei.
Morgan, che pure fu uno scienziato capace e brillante, dotato di un’intelligenza fuori dal comune, si attribuì il merito di alcune sue scoperte, e fu tra i suoi più accaniti oppositori; alla sua morte scrisse un elogio funebre in cui non ne riconosceva pienamente le doti intellettuali e la riteneva più un tecnico che una ricercatrice di primo piano.
Di esempi di donne note e meno note (o forse anche un po’ colpevolmente dimenticate) è piena la storia e Nettie Stevens è una delle tante donne che hanno dedicato la propria vita e messo la propria intelligenza al servizio della scienza e della conoscenza, senza nulla invidiare ai colleghi uomini, se non forse il fatto che, proprio perché donne, non hanno trovato la strada spianata davanti a loro; al contrario si sono viste chiudere le porte di Università prestigiose e società scientifiche e si sono scontrate con la diffidenza e i pregiudizi di una comunità scientifica prevalentemente maschile.
Nella foto: Rosalind Franklin