Lavorare su Media ed errore con i dati di LHC
ESPERIENZE DI CLASSE | Matematica, Fisica
La scoperta del bosone di Higgs e l’attenzione mediatica che ne è conseguita hanno reso la fisica delle particelle un argomento di diffuso interesse, tale da affascinare persone di ogni età. In questa scheda propongo un’attività didattica per introdurre i concetti di media e di errore assoluto e relativo proprio partendo da questo ambito di ricerca.
L’attività – rivolta in particolare ad alunni del primo anno di scuola secondaria di secondo grado – si basa sull’utilizzo del sito Hypatia, che permette di lavorare con dati originali provenienti dal Cern. Con essa si intende collegare le conoscenze di base della fisica con le più attuali scoperte scientifiche, con l’obiettivo di affascinare gli alunni introducendoli “in punta di piedi” al mondo degli acceleratori di particelle.
Breve introduzione teorica
Situato tra la Svizzera e la Francia, il Large Hadron Collider (LHC) del Cern costituisce il più grande laboratorio al mondo di fisica delle particelle. Qui gli scienziati cercano di esplorare i segreti della materia e di ricreare ciò che è avvenuto pochi istanti dopo la nascita dell’Universo. Per fare ciò, le particelle sono portate a velocità estremamente elevate (quasi 300 000 000 m/s) e fatte urtare tra di loro. Durante le collisioni si creano nuove particelle, che a loro volta decadono, cioè si trasformano, in altre. Studiando le caratteristiche delle particelle frutto del decadimento è possibile comprendere le proprietà di quelle iniziali.
Per rintracciare le particelle prodotte in seguito alla collisione, si utilizzano strumenti detti rivelatori di particelle: Atlas è uno di essi. È costituito da diversi elementi, ognuno dei quali reagisce in modo differente al passaggio di particelle di diversa natura.
Tra le varie particelle studiate al Cern c’è il bosone Z. Molto comune in condizioni estreme, come nelle esplosioni di supernovae, o alle origini del nostro Universo, esso è una particella neutra con un tempo di vita estremamente breve (3x10-25 s). Questo significa che, pochi istanti dopo essere stato creato, ad esempio dall’urto tra due protoni, decade. In particolare, un bosone Z può decadere in due muoni. Il muone è una particella che interagisce poco con la materia: una volta creato, prosegue pressoché indisturbato la sua traiettoria, essendo in grado di attraversare i materiali di cui è fatto il rivelatore. Poiché studiando le caratteristiche delle particelle prodotte in un decadimento è possibile conoscere proprietà fondamentali della particella iniziale, dallo studio dei muoni è possibile ricavare la massa del bosone Z. L’obiettivo dell’attività proposta è proprio quello di ricavare la massa del bosone Z.
Ricavare la massa del bosone Z: procedimento
1. Per svolgere questo esercizio, per prima cosa è necessario collegarsi al sito Hypatia, per analizzare i dati forniti dal Cern. Dopo aver selezionato la voce Hypatia 4, si accede a una schermata dove sono rintracciabili i seguenti elementi: