Il 12 aprile 1961 il cosmonauta russo Jurij Gagarin è il primo uomo ad andare nello Spazio con la navicella Vostok 1. Il 20 febbraio 1962 l’americano John Glenn orbita per 3 volte intorno al nostro pianeta nella capsula Friendship 7. Il 20 luglio 1969 la corsa allo spazio raggiunge il suo culmine e l’Apollo 11 porta per la prima volta l’uomo sulla Luna.
L’esplorazione spaziale sembra essere appannaggio di due grandi superpotenze, Russia e Stati Uniti, ma non solo: tutti ricordiamo gli uomini che hanno reso possibile questa impresa, astronauti e scienziati pionieri nell’esplorazione del cosmo. In pochi conoscono però le donne che ci hanno portato sulla Luna: la storia dell’esplorazione spaziale può essere letta anche come una storia di emancipazione femminile. La conquista della Luna è infatti anche, e forse soprattutto, merito delle donne-computer della NASA.
Donne-computer
Nel 1935 il National Advisory Committee for Aeronautics (NACA), che si trasformerà poi nell’attuale NASA, inizia ad assumere donne laureate in matematica per sollevare i colleghi uomini dal lavoro di calcolo, pagandole meno rispetto alla controparte, e rendendole di fatto dei computer umani. È proprio in questo ruolo che compare Katherine Johnson, brillante matematica e ingegnera, che nel 1959 calcola sia la traiettoria per il primo volo spaziale con equipaggio, effettuato da Alan Shepard, primo astronauta statunitense a volare nello spazio, sia la finestra di lancio per la missione Mercury.
Mercury fu il primo programma statunitense a prevedere missioni spaziali con equipaggio, seguito dal programma Gemini, che prevedeva attività extraveicolare e manovre orbitali tra cui il rendezvous e l'aggancio (docking), e ultimato dal programma Apollo, con l’obiettivo di far "atterrare un uomo sulla Luna".
La precisione di calcolo e le capacità della Johnson sono così straordinarie che per il volo orbitale della Mercury Friendship 7, pur essendo stati introdotti i primi calcolatori elettronici, l'astronauta John Glenn richiede la sua verifica: “If she says the numbers are good, I’m ready to go”.
Johnson lavora anche alle traiettorie della missione Apollo 11 nonché ai calcoli per le procedure di emergenza dell’Apollo 13. La sua determinazione la porta inoltre a partecipare a riunioni e frequentare ambienti fino ad allora preclusi alle donne.
Durante la sua carriera lavora anche nel team guidato da Dorothy Vaughan, matematica e programmatrice, nonché prima donna afroamericana a supervisionare il West Area Computers, il gruppo di matematiche afroamericane impiegate dalla NASA come donne-computer tra il 1943 e il 1958. La sua conoscenza del linguaggio di programmazione Fortran è fondamentale nel passaggio dai calcolatori umani a quelli elettronici.