Tutto il bello delle piattaforme in cloud

piattaforme in cloud

ESPERIENZE DI CLASSE | Informatica, Fisica, Biologia

Per le scuole impegnate in progetti collaborativi, le piattaforme in cloud possono essere uno strumento molto potente di gestione delle comunità di pratica. In questo articolo, l’esperienza dell’Istituto Majorana di Orvieto con le Google Apps for Education.

Giuseppe De Ninno

Immaginiamo una scuola con l’abitudine a lavorare per progetti, con l’esigenza di avere una comunicazione agile tra i docenti, che collaborano per produrre progetti e materiali didattici. In una scuola così, come ce ne sono tante, i docenti formano in modo naturale delle comunità di pratica, a livello del consiglio di classe, dei dipartimenti, dell’intero Collegio: gruppi strettamente connessi, con forte reciprocità, scambiano flussi di conoscenze principalmente diretti e l’apprendimento è il prodotto della condivisione tra pari di informazione ed esperienza [1]. Ebbene, in una scuola così – l’Istituto Majorana di Orvieto, un liceo scientifico e linguistico – abbiamo avuto modo di toccare con mano i vantaggi offerti dall’utilizzo di una piattaforma in cloud per la gestione di questa comunità.

Due anni con GAE

Ci sono molte piattaforme di questo tipo. In particolare sono noti nel mondo della scuola i Learning Content Management Systems, quali Moodle, docebo, DOKEOS. Noi abbiamo scelto Google Apps for Education (GAE) per la sua potenza e la semplicità di implementazione, ma anche per la gradualità con cui può essere introdotto nella comunità scolastica, a livello sia amministrativo sia funzionale. Voglio raccontare la storia dei nostri due anni trascorsi in compagnia delle GAE.

Il primo passo: account per tutti

I prerequisiti per ottenere gratuitamente le app sono modesti: basta che la scuola possieda un dominio web registrato, mettiamo miascuola.gov.it. Una volta ottenuta l’autorizzazione da Google, che di fatto si è limitata a controllare che si trattasse di una scuola pubblica, è stato immediato creare centinaia di account per docenti, studenti e personale, partendo dalle tabelle fornite dalla segreteria.
Parliamo di indirizzi di posta elettronica del tipo mionome@miascuola.gov.it: in pratica account gmail, che però gli amministratori hanno potuto suddividere in unità organizzative (docenti, studenti suddivisi per classi) o raggruppare in modi diversi, assegnando a ogni gruppo un indirizzo email, come prof_scienze@miascuola.gov.it oppure studenti_triennio@miascuola.gov.it.

Osservare lo storico degli interventi mostra il valore della collaborazione

Dagli indirizzi email alla condivisione dei documenti

Nella nostra scuola tutti usavano già la posta elettronica, e molti conoscevano già alcuni strumenti associati a un account gmail, ma con le GAE è avvenuta una rapida trasformazione delle vecchie abitudini: «Dammi il tuo indirizzo, così ti scrivo una email e ti allego la mia nuova versione del documento» è diventato in un batter d’occhio «Poiché ho già il tuo indirizzo, ti condivido un documento per continuare a modificarlo insieme».
Ho già il tuo indirizzo: la mia rubrica è già popolata con gli indirizzi di tutti i docenti e gli studenti della scuola.
Ti condivido un documento: ho a disposizione 30 GB di spazio in cloud, con una gestione fine dei permessi sui file, integrati con la rubrica. Posso per esempio permettere a un gruppo di modificare un file e ad un altro solo di visualizzarlo.
Per continuare a modificarlo insieme
: possiamo creare documenti collaborativi, per lavorare insieme in modalità sincrona e asincrona su documenti di testo, fogli di calcolo, presentazioni; a margine del documento possiamo inserire fili di commenti che diventano vere e proprie discussioni su un paragrafo, una parola, un titolo. Inoltre è sempre disponibile lo storico di tutti i contributi di ciascun autore al documento collaborativo.

piattaforme in cloud

Un’organizzazione più facile

Fino a ieri, il coordinatore della classe doveva affiggere una circolare all’albo per convocare una riunione dove discutere la sua proposta di un documento collegiale. Oggi, invece, il coordinatore condivide il documento con permessi di modifica all’indirizzo email del gruppo dei docenti della classe, in un solo clic: ognuno può dare il suo contributo quando preferisce. Ancora qualche esempio di facilitazione organizzativa: la commissione designata dal Collegio propone a tutti i docenti di commentare il nuovo Regolamento di Istituto che ha elaborato; la segreteria, senza possedere alcuna competenza da webmaster, popola un sito web accessibile ai soli docenti con le circolari che via via il Dirigente scrive; lo staff di dirigenza condivide un calendario di Istituto per raccogliere tutte le attività programmate; un gruppo di docenti condivide i propri calendari personali in modo da trovare facilmente la finestra temporale adatta per una riunione; la funzione strumentale pubblica online un modulo per un’indagine conoscitiva estesa a tutti i docenti e ottiene in modo automatico i risultati nel dettaglio e aggregati. Come i documenti condivisi, anche i siti web, i calendari, i moduli, sono funzionalità delle GAE facili da utilizzare e già perfettamente integrate nel sistema complessivo dell’istituto.

Il passo successivo: il coinvolgimento degli studenti

Tutto ciò che ho descritto è puntualmente avvenuto nella nostra esperienza: in questo processo, durato alcuni mesi, la condivisione tra pari di informazione ed esperienza ha prodotto apprendimento... tra i docenti! E ha anche assolto ad una funzione “ansiolitica”, di certo utile prima di mettersi in gioco con gli studenti: siamo pur sempre nell’era del web 2.0, dei social network, del social web, in cui forse per la prima volta nella storia i docenti rischiano di sentirsi indietro rispetto ai loro studenti. Finalmente pronti al nuovo passo, abbiamo consegnato a ogni studente le credenziali del proprio account. È stato entusiasmante vedere anche i colleghi meno arditi, quelli che solo fino a pochi anni fa temevano di rompere il computer sbagliando qualcosa, mentre condividevano un video, o una presentazione, o scrivevano un messaggio all’intera classe. E, aspetto interessante, la consuetudine a chiedere senza vergogna e ad offrire aiuto ai colleghi in difficoltà era qualcosa di ormai consolidato.

Condividere contenuti ed esperienze incrementa interesse e curiosità

Il lavoro con gli studenti

Gli strumenti già familiari tra i docenti hanno fatto scoprire presto nuove modalità di utilizzo nel lavoro con gli studenti: le possibilità dei documenti condivisi permettono di assegnare lavori di gruppo, dalla relazione di laboratorio al racconto o alla ricerca collaborativa, in cui il docente può monitorare ciò che fanno i ragazzi, commentando e offrendo consigli. La possibilità di visualizzare lo storico dei contributi dei singoli studenti offre un utilissimo strumento di osservazione e valutazione. I moduli online possono diventare uno strumento semplice per creare e somministrare test, raccogliendo i risultati in tempo reale. La possibilità di creare e modificare un sito web con estrema facilità può essere utilizzata dallo studente per costruire il proprio portfolio.
Ancora un esempio di flusso lavoro GAE che abbiamo sperimentato numerose volte, questa volta con le eccellenze: scrivo a tutti gli studenti del triennio invitandoli ad aderire a un progetto a classi aperte, allegando materiale informativo e linkando un modulo di adesione online; ottengo automaticamente la lista degli indirizzi email di coloro che aderiscono e la uso per costruire un gruppo, dove inserisco anche gli altri docenti interessati; creo una cartella in cloud condivisa in modifica al gruppo dove ognuno può depositare materiali. Uso l’email del gruppo per dare istruzioni su come utilizzare tutto ciò. Con pochissima fatica è stato costruito un ambiente di lavoro formidabile.

Le GAE alimenta un approccio costruzionista, un apprendimento incentrato sullo studente attivo e collaborativo

Altri strumenti e nuove modalità di apprendimento

Da quest’anno scolastico è inoltre disponibile la Classroom, un nuovo strumento che si è aggiunto alle GAE: si tratta di un comodo contenitore del flusso delle attività che un docente porta avanti con una particolare classe. Si può costruire un compito, includendo una descrizione e allegando documenti, video, collegamenti ad altre risorse; una volta assegnato il compito, con la relativa scadenza, il docente vedrà in modo immediato tutti gli studenti che lo hanno consegnato e potrà restituirlo con una valutazione. Ogni operazione può essere commentata privatamente o pubblicamente nella classe. A mio avviso, però, non si tratta di uno strumento rivoluzionario, anzi mi sembra piuttosto orientato a modalità di lavoro tradizionali, in quanto riporta il lavoro al livello individuale. Preferisco porre l’accento sulle possibilità offerte, all’interno delle GAE, dai documenti collaborativi perché mi sembrano un potente strumento per facilitare l’apprendimento cooperativo [2]. Siamo in ritardo, la scuola nel nostro tempo e nel nostro paese richiede un ulteriore passo verso la costruzione e la valutazione delle competenze, per di più con modalità inclusive. Le piattaforme collaborative, come le Google Apps for Education, ci possono aiutare a proporre ai nostri studenti compiti di realtà, producendo risultati concreti, in un approccio costruzionista: un apprendimento incentrato sullo studente, un processo in cui l’insegnante è un tutor.

Piccoli consigli pratici

Per dotare la propria scuola delle Google Apps for Education, la persona che sarà in seguito l’amministratore principale della piattaforma deve registrarsi e fornire le informazioni sulla scuola.
Consiglio, per una gestione avanzata e rapida delle operazioni di amministrazione di molti account, il software open source Google Apps Manager.
Alcune note sulla privacy: al momento dell’attivazione ogni studente dovrà accettare le condizioni di utilizzo imposte da Google; a differenza dei normali account gmail, in GAE si può eliminare la pubblicità; gli amministratori non possono leggere la posta degli utenti; GAE può essere impostato in modo che tutti gli account degli studenti siano abilitati esclusivamente a scambiare posta all’interno del dominio della scuola, opzione utile per esempio per la scuola primaria.

Scheda didattica

Articolo PDF

 

Giuseppe De Ninno insegna fisica e matematica, anche in modalità CLIL, presso il Liceo Majorana di Orvieto. Si è dedicato all’insegnamento dopo un breve passato da fisico, presso i Laboratori Nazionali di Frascati e il CERN.